Cuore del mondo 2014 1

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1 Anno Diciottesimo gennaio/febbraio 2014 Periodico di collegamento del Tempio Universale della Devozione al Sacro Cuore DEL MONDO Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2 e 3 - Aut. DCB Roma CU RE Papa Francesco al Sacro Cuore

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In questo numero: Papa Francesco al Sacro Cuore! Cuore in preghiera Vita di S. Giovanni Bosco - Infanzia e adolescenza Corso di Dottrina sociale della Chiesa Cuore in missione - Madagascar

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Papa Francescoal Sacro Cuore

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DEL MONDO

Periodico di collegamentodel Tempio Universale dellaDevozione al Sacro Cuore NUMERO 1 - ANNO DICIOTTESIMO - GENNAIO/FEBBRAIO 2014

in questo numero Direttore responsabileGian Luigi Pussino

Promosso dallaPia Opera del Sacro Cuore

Editore e proprietàIspettoria Salesiana Romano Sarda

CollaboratoriValerio Baresi, Antonio Sperduti

Direzione, redazionee amministrazione

Via Marsala, 42 - 00185 RomaTel. 06.444.83.403 - 06.444.83.411

Fotografi eBS, ANS, Ispett. Romana

Bruno Gherbassi

Art directionNevio De Zolt

Della riproduzione parziale o integrale degli scritti,fotografi e e illustrazioni, non si restituiscono gli originali,

salvo previa intesa con il Direttore.

Pubblicazione bimestrale gratuita.

Registrazione presso il Tribunale di Roman° 00053/97 del 31-01-97

CON APPROVAZIONE ECCLESIASTICA

Diffusione gratuitaSpedizione in abbonamento postale

C/C postale n° 914010

Tipolitografi a Istituto Salesiano Pio XIVia Umbertide, 11 • 00181 Roma

Tel. 06.78.27.819 - [email protected]

Finito di stampare nel mese di Gennaio 2014

Associata allaUnioneStampa PeriodicaItaliana

GARANZIA DI RISERVATEZZAIn conformità alla Legge 675/96 sulla tutela dei dati personali, la Pia Opera del Sacro Cuore garantisce la massima

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Può comunque chiedere la rettifi ca di eventuali errori o di essere escluso da ogni comunicazione, scrivendo a:PIA OPERA DEL SACRO CUORE - Via Marsala, 42 - 00185 Roma

pagina 1 Lettera del Rettore

Vita del Santuario 4 Papa Francesco al Sacro Cuore

6 Papa Francesco viene a casa nostra!!!

Cuore in preghiera 8 Primo venerdì nel mese di Gennaio 10 In alto i cuori 12 Primo venerdì nel mese di Febbraio

Vita di San Giovanni Bosco 14 Infanzia e Adolescenza

Corso di Dottrina Sociale della Chiesa 18 Una speranza per l'Europa

Cuore in missione 19 Dio ci chiama ad amarci e ad aiutarci a vicenda

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a casa nostraDavvero!!! Il Papa viene al S. CuoreDomenica 19 Gennaio 2014.È una di quelle notizie che devi con-

fermare più di una volta perché rimani incredulo,anche se questo Papa, ci sta abituando a gestie parole di grande familiarità e vicinanza.

Pensate che S. Giovanni Bosco, proprioquando aveva accettato, nel 1880, su desideriodi Leone XIII, di edificare la nostra Chiesa del S.Cuore, confi dava a Mons. Giovanni Marenco:“Sai perché abbiamo accettato la casa diRoma? L’abbiamo accettata perché quandoil Papa sarà quello che ora non è, e comedeve essere, metteremo nella nostra casa la Stazione Centrale per evangelizzare l’agroromano. Sarà opera non meno importante chequella di evangelizzare la Patagonia. Allora iSalesiani saranno conosciuti e risplenderà laloro gloria” (Memorie Biografiche XIV, 592).

Noi ci sentiamo un po’ dentro questaprofezia di Don Bosco. Oggi davvero ilpapa è come deve essere”, cometutti noi cristiani sogniamo e ciaspettiamo.Proprio come Gesù! Affabile, poveroe vicino ai poveri, ricco di umanitàe di misericordia. Tutta la gentedi ogni condizione sociale, cul-turale, economica è conquistatada quest’uomo di Dio.

Quando abbiamo cominciato a scrivere duerighe di saluto al Papa, con i nostri amici senzadimora buttando giù alcune frasi “di getto” èuscito: “Santo Padre, preferiamo darti del tu echiamarti Francesco perché ti sentiamo vicino come un amico, anzi un fratello, un padre... èbello avere il Papa come amico!”.

Parlando con persone che dichiarano di non essersi mai interessati della chiesa o di religione,spesso (ma davvero “spesso”) ho sentito affer-mare: “Io prima mi disinteressavo di Fede, oggi,

Sì!

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tutti i giorni vado a cercare su internet cos’hadetto Papa Francesco nell’Omelia”.Quante persone, venendo a confessarsidichiarano: “Ho risposto all’invito del papa di riscoprire il sacramento della Riconciliazione”.Il Card. Agostino Vallini, Vicario della Diocesidi Roma ha detto nell’incontro con i Parrocidel Settore Centro: “Negli ultimi mesi io faccio il postino del Papa: mi vengono consegnatinumerosi biglietti e lettere per lui. E li accogliesempre volentieri!”. E ha aggiunto ancora: “IlPapa dice le stesse cose che diciamo noi dasempre, ma in maniera così semplice, vicina ecredibile che tutti lo ascoltano e lo seguono”.

Al S. Cuore ci stiamo preparando con emozionee gioia grandi! Il Papa desidera incontrarele diverse realtà della Parrocchia e in modospeciale “giovani, poveri e rifugiati”: li avvicineràin ambienti appartati per avere un dialogospeciale con loro. Inoltre avvicinerà malati edisabili, i bambini battezzati nell’anno, coi lorogenitori, i ragazzi del Catechismo e dell’Oratoriocoi loro genitori.Quando ho presentato la domanda al Papala prima volta, è stato un mese circa dopola sua nomina e precisamente il 16 Aprile2013, per invitarlo a presiedere la festa del S.Cuore dell’ormai vicino 7 Giugno. Inizialmenteha risposto che non intendeva venire nellechiese del Centro di Roma: preferiva dare laprecedenza alla periferia. Quando ha compresoil nostro impegno per “giovani, poveri e rifugiati”e la nostra vicinanza alla Stazione Termini haaccettato. Mi è caro condividere alcune partidel contenuto:

Beatissimo Padre, con gioia grande e conemozione filiale mi rivolgo a Lei, sollecitatodalla nostra Comunità Salesiana e dalla gentedella nostra Parrocchia del S. Cuore di Gesù aCastro Pretorio in Roma.Abbiamo seguito con grande attenzione eascoltato con profonda gioia i gesti e le paroleche Lei ha donato alla Chiesa e al mondo inquesto primo mese del suo pontifi cato. La suaattenzione alla Chiesa di Roma e alle persone

più semplici e povere ci spingono a chiederLedi venire nella nostra Parrocchia in occasionedella Festa del S. Cuore di Gesù il prossimo 7Giugno 2013.I motivi?Primo: perché Le vogliamo bene come nostroVescovo e Papa! Don Bosco ci ha insegnato adamare Gesù sacramentato, Maria Ausiliatricee il Papa. Le vogliamo bene, ne sia certo, esempre desideriamo che i giovani imparino danoi Salesiani, a voler bene al Papa e all’interaChiesa.Secondo: perché la nostra missione inquesto settore della città, proprio al centrodi Roma, accanto alla Stazione Termini, cipone accanto a tante persone che vivononella povertà e sono preda, purtroppo, delladisperazione. Non sempre riusciamo a risolverei loro problemi, ma sempre ci disponiamoall’ascolto e all’accoglienza. Saremmo felici dipresentarglieli, caro Padre, permettendo lorodi sentirsi considerati e riconosciuti nella lorodignità. Vorremmo, anche con questo gesto,dare di più a chi ha avuto di meno.Insieme agli amici senza dimora, raggiungiamo molti giovani ‘Rifugiati’ che trovano nella nostracasa, un punto di riferimento speciale per imparare la lingua, accedere a titoli di studio,cercare lavoro, prendere la patente, incontrare,per un reciproco arricchimento, giovani studentie lavoratori italiani.

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Terzo: perché abbiamo avviato un progettomissionario insieme alle Missionarie di Cristo Risorto che Lei ben conosce, in quanto leha seguite in Argentina, a Buenos Aires.Stiamo vivendo con loro una bella esperienzadi Chiesa, dove vita consacrata maschile efemminile, con famiglie e giovani, unisconole forze in obbedienza ad un unico progettoche accompagna i giovani a fare esperienzadi Risurrezione, incontrando personalmente Cristo Risorto.Quarto: qui ha soggiornato Don Bosco dal30 aprile al 18 maggio 1887, nel suo ultimo viaggio a Roma, compiuto per la Dedicazionedella Basilica voluta da due Papi: Pio IX e LeoneXIII. Saremmo onorati di condividere con Leila gioia del dono di carisma e santità che Dioha donato alla Chiesa universale attraverso SanGiovanni Bosco, che Lei ben conosce e ama.Quinto: la nostra Parrocchia comprende anche l’intera struttura della Stazione Ferroviaria di

Roma Termini: intendiamo cogliere la sfidadell’evangelizzazione delle circa settecentomila persone che qui transitano quotidianamente.Ci è caro anche presentarLe la citazione di unaprofezia di Don Bosco, che, a nostro parere,parla anche di Lei...“quando il Papa sarà quello che ora non è ecome deve essere, metteremo nella nostra casa lastazione centrale, per evangelizzare l’agro romano.Sarà opera non meno importante che quella dievangelizzare la Patagonia” (MB XIV, 592).

Ci faccia dono della Sua presenza, nel nome diDon Bosco!Gradisca il nostro filiale abbraccio unito allarichiesta della Sua apostolica benedizione!

Don Valerio BaresiRettore e Parroco della Basilica del S. Cuore di Gesù

a Castro Pretorio con l’intera Comunità Salesiana e la Comunità Parrocchiale

unitia S. Em. Cardinale Giuseppe Versaldi

che ha il Titolo della Basilica Diaconale del S. Cuore di Gesù a Castro

Pretorio.

Ora vi lascio immaginare quante telefonate e richiestestanno arrivando, di persone che affermano: “Ma ioabitavo nella Parrocchia del S. Cuore... io ho fattoil chierichetto al S. Cuore... Io venivo all’Oratorio…mia nonna ci tiene tanto e abita lontano...”.Purtroppo gli spazi che abbiamo, ci consentono di accogliere al massimo circa mille persone inBasilica e 1500 in cortile. Consegneremo i pass ai parrocchiani da Lunedì 13Gennaio 2014. Consideriamo parrocchiani non solamente coloroche abitano giuridicamente nel territorio, ma anche coloro che fanno parte ‘pastoralmente’ dellaParrocchia (ragazzi del Catechismo/Oratorio e fami-glie, gruppo sposi, bambini battezzati nell’anno e loro famiglie, membri della Famiglia Salesianadel S. Cuore, gruppi di preghiera parrocchiali,giovani e adulti che seguono le attività dellaParrocchia e appartengono ai diversi Organismi dipartecipazione, comunità filippina).Desideriamo di cuore che questo evento siaun’occasione speciale di evangelizzazione e di“incontro con Gesù” e ci faccia crescere sempre piùcome Chiesa che vive e annuncia gioia e comunione.

pl’intera struttura della Stazione Ferroviaria di

Orastanabiilil ccmiPurdiBasCoGeCoche

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Papa Francescoal SACRO CUORE

iamo certi di annunciarvi con questa lettera una bella notizia. Il pomerig-

gio di Domenica 19 Gen-naio 2014 Papa Francescovisiterà la Parrocchia, la Ba-silica e la Casa del S. Cuorea Roma.Il primo Papa che visitò lanostra Opera il 29 Novembre1987 fu Giovanni Paolo II, il “Papa venuto da lontano”.Poco più di 26 anni dopo avisitarla sarà Papa France-sco: “venuto dalla fine delmondo”...Giovanni Paolo II, obbedendoalle ragioni del cuore, venne

quasi in pellegrinaggio al S. Cuore nella Basilica dell’A-more Misericordioso di Dio,su cui aveva scritto la secon-da sua Enciclica: “Dives inMisericordia”, Dio ricco diMisericordia, dopo la prima grande Enciclica: “Redemp-tor Hominis”: Cristo redento-re dell’uomo.E i temi da Lui affrontati inquell’occasione riguardarono soprattutto questi argomenti.Papa Francesco troverà unarealtà molto diversa da quellavista dal suo predecessore.Allora l’Opera si identificavacon la Parrocchia, la Scuola

e l’Oratorio, e sta-va affermandosi inmodo sempre piùprestigioso il Cen-

tro Assistenza Minori.Ora la realtà è un’altra. Nelbene e nel male il tempo èsempre portatore di grandinovità sulle quali sarà poi lastoria a giudicare se sola-mente nuove o anche vere.Non troverà il Centro Minori ela Scuola, che hanno seguito, diciamo così, altre logiche,ma il Papa sarà certamen-te lieto di incontrarsi con la dura realtà degli emarginati,dei senza fissa dimora, deirifugiati di ogni nazione, conla “carne di Cristo”: il mondodelle periferie esistenziali, che gli sta tanto a cuore e che fariferimento alla nostra Opera.Il S. Cuore, infatti, situato di fronte al grande porto che èla Stazione Termini di Roma,

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28 marzo 2013.Papa Francesco lava i piedi

ad un giovane detenuto del penitenziario diCasal del Marmo durante la messa

in Coena Domini del Giovedì Santo.

La tradizionale processione per le vie del Rione Castro Pretorio durante la festa del Sacro Cuore.

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da cui passa ogni giorno oltremezzo milione di persone, èda sempre e per tanti aspetti,la periferia non solo di Roma ma del mondo. In senso so-ciologico, non certamente dantesco, “tutti convengon qui d’ogni paese” (Inf. 3,123).La realtà si capisce meglionon dal centro ma dalle pe-riferie, ha detto Papa Fran-cesco. Periferie che sonoluoghi, ma sono soprattut-to persone in situazioni di vita problematiche. Periferiedove domina la cultura dello“scarto”, opposta alla cultura dell’accoglienza.E le periferie da Lui raggiuntefinora sono particolarmentesignificative: il Penitenziariogiovanile di Casal del Mar-mo, dove lavò i piedi ai gio-vani carcerati, incoraggian-doli a non lasciarsi rubare lasperanza; l’isola di Lampe-dusa, con la dura riflessionesulla globalizzazione dell’in-differenza; Cagliari, in un’al-tra isola, dove ha affrontatoil grave problema del lavo-ro e della disoccupazione; il“Centro Astalli”, gestito dai

Gesuiti, impegnato sulfronte dell’emarginazione.Ed ora la periferia, forse,più dolorosa, quella del S. Cuore, al centro di Roma,a un passo dal Vaticano...La presenza del Papa saràperciò particolarmente in-teressante. Sarà estraneo al suo discorso una Chiesa “babysitter”. Non verrà, cer-tamente, a “pettinare le pe-corelle”, ad “accarezzare icristiani da salotto”, i “fedeliinamidati”, “quelli da mu-seo”, i cristiani di “pasticce-ria, come belle torte”... Non si servirà dello spray per velareil grande peccato di chi dà damangiare ai propri figli il “panesporco frutto della dea tan-gente”... Non tollererà il furto allo Stato con l’essere bene-fattori della Chiesa...È il Papa imprevedibile in tuttii suoi interventi. E la realtà delS. Cuore sarà per Lui partico-larmente stimolante.Forse, non tutti sanno che tra

i Salesiani, il Sacro Cuore inmodo particolare e l’Argenti-na di Papa Francesco, c’è unrapporto profondo: Don Bo-sco, infatti, i primi missionaridella Congregazione appe-na nata li mandò in Argenti-na, alla fine del mondo... nelnovembre del 1875. E dagliex-allievi argentini fu offertala grande statua dorata delS. Cuore che dal tempo dellabeatificazione di Don Bosconel 1930 è stata collocata sulcampanile della Basilica, da cui domina su tutta la Città.È, poi, a tutti noto che duesono i punti più alti di Roma,divisi dal Tevere: il Vaticanoe la Basilica, sui quali, con lasua venuta, il Papa, da Pon-tefice, lancerà un ponte...ideale.

La Redazione

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i Salesiani il Sacro Cuore in

La cupola di San Pietrodal campanile della Basilicadel Sacro Cuore.

La grande statua dorata del Cristobenedicente appena restaurata,

nel settembre del 2011.

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PAPA FRANCESCO

Domenica 19 gennaio 2014

• Per confermarci nell’Amore di Gesù Cristo

• Per proclamare la Misericordia del Suo Cuore

• Per aiutarci ad essere custodi dei nostri fratelli più poveri

• Per incoraggiarci ad essere Parrocchia missionaria che annuncia con gioia Gesù Risorto

Viene a casa nostra!!!

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• Arrivo di Papa Francesco nel cortile dell’Istituto Sacro Cuore

• Incontro del Santo Padre con lediverse realtà della Parrocchia

• Il Papa confessa alcuni penitenti

• Il Santo Padre presiede l’Eucaristia (che potrà essere seguita anche dal maxischermo posto in cortile)

• Il Papa incontra la comunità salesiana e le suore missionarie del Cristo Risorto

• L’incontro finale con i giovani

Venerdì 17 gennaio 2014 - ore 18.00

Santa Messa con Adorazione Eucaristica

Vespri e Benedizione per pregare per la venuta del Papa

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Usciamo, usciamo ad offrire la vita di Cristo Gesù. Ripeto qui per tutta la Chiesa ciò che molte volte ho detto ai sacerdoti e laici diBuenos Aires: preferisco una Chiesa accidentata, ferita e sporca per essere uscitanelle strade, piuttosto che una Chiesa malata per la chiusura e la comodità di aggrapparsi alle proprie sicurezze. Non voglio una Chiesa preoccupata di essere il centro e che fi nisce rinchiusa in un groviglio di ossessioni e procedimenti. Se qualcosadeve santamente inquietarci e preoccupare la nostra coscienza è che tanti nostri fratelli vivono senza la forza, la luce e la consolazione dell’amicizia con Gesù Cristo, senza unacomunità di fede che li accolga, senza un orizzonte di senso e di vita. Più della pauradi sbagliare spero che ci muova la paura di rinchiuderci nelle strutture che ci dan-no una falsa protezione, nelle norme che ci trasformano in giudici implacabili, nelle abitudini in cui ci sentiamo tranquilli, mentre fuori c’è una moltitudine affamata e Gesù ci ripete senza sosta: «Voi stessi date loro da mangiare» (Mc 6,37).

(Papa Francesco, Evangelii Gaudium, n. 49)

[accentuazioni della Redazione]

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[Il brano del Vangelo che viene proclamato insieme alla chiamata dei primi apostoli ci parladella “buona novella”, della gioia e di gran luce: come commento riportiamo alcune defini-

zioni di gioia fatte da uomini e donne di gioia].

Anche se pensiamo poco alla gioia, il cristiano è ottimista per-ché convinto della parola del Signore: “Vado a prepararvi unposto” (Lv. 14,2).

“Sovrabbondo di gioia in ogni mia tribolazione” (Paolo, 2Cor.7,4).

“Per il cristiano la gioia è un dovere” (Agostino d’Ippona).

“C’è una gioia ignorata dai cattivi, ma che tu Signore dai a chiti serve generosamente. Questa gioia sei tu stesso, ed essa rende felice la vita” (Agostino d’Ippona).

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LA PAROLADal Vangelo secondo Matteo (4, 12-25)

12Avendo intanto saputo che Giovanni era stato arrestato, Gesù si ritirò nella Galilea 13e, lascia-ta Nazaret, venne ad abitare a Cafarnao, presso il mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali,14perché si adempisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia:15Il paese di Zàbulon e il paese di Nèftali, sulla via del mare, al di là del Giordano, Galileadelle genti;16il popolo immerso nelle tenebre ha visto una grande luce; su quelli che dimoravano in terrae ombra di morte una luce si è levata.

17Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino».18Mentre camminava lungo il mare di Galilea vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, eAndrea suo fratello, che gettavano la rete in mare, poiché erano pescatori. 19E disse loro: «Se-guitemi, vi farò pescatori di uomini». 20Ed essi subito, lasciate le reti, lo seguirono.21Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo di Zebedèo e Giovanni suo fratello, che nellabarca insieme con Zebedèo, loro padre, riassettavano le reti; e li chiamò.22Ed essi subito, lasciata la barca e il padre, lo seguirono.23Gesù andava attorno per tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe e predicando labuona novella del regno e curando ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo.24La sua fama si sparse per tutta la Siria e così condussero a lui tutti i malati, tormentati davarie malattie e dolori, indemoniati, epilettici e paralitici; ed egli li guariva. 25E grandi follecominciarono a seguirlo dalla Galilea, dalla Decàpoli, da Gerusalemme, dalla Giudea e daoltre il Giordano.

per meditare...

Primo venerdì del mese di GennaioCaravaggio: “La vocazione di Pietro e Andrea”

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per pregare...

frasi da ripetere

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In questo meseLeggiamo:•Vangelo secondo Matteo

(capitoli 2-4).•Vangelo secondo Marco

(capitoli 2-4).

Preghiamo:•Preghiere del buon cristiano

al mattino e sera: [Padre nostro, Ave Maria, Gloria, Angelo di Dio,Ti adoro, Atto di dolore].

•Preghiere a e per intercessionedi Don Bosco.

Intenzioni:•per un vero sviluppo econo-

mico, rispettoso della dignità umana;

•per l’unità di tutti i cristiani.

• Signore, dacci la tua gioia. • Signore, solo in te è la gioia. • Signore, fa’ che trasmettiamo gioia.

Nella gioia dell’adorazione...

Cristo,Signore del dono senza contraccambio,illumina le nostre giornate.Nel vuoto di questo mondo che passaapri il nostro cuore al tuo amore.Sì, insegnaci ad ascoltarenella gioia dell’adorazione.Ci vuoi felici,concedici di renderti grazie!Cristo, tu sei il capo e la vite,noi le membra e i tralci.Il tuo Spirito ci irrighi,perché portiamo frutto.

Sii benedettoper le tante vocazioni al servizio,che giungono, per grazia e amore,fino ai limiti dell’impossibile.Ricevi la lode del popolo santo,a gran prezzo strappato alle lacrime.Ricevi la lode dei risorti,che vanno verso la tua dimora.Cristo, solo nella lodepossiamo riconoscerequesto mondo che passae il regno di gloriache viene per chiamarcialla gioia senza nome.

(Pierre Griolet)

“Noi valiamo quanto vale la nostra gioia” (Giovanna d’Arco).

“La gioia è la più bella creatura uscita dalle mani di Dio, dopo l’amore” (Don Bosco).

“La gioia è il gigantesco segreto del cristiano” (Chesterton).

“La gioia è espressione di una vita sana e tranquilla, abbellita e animata dalla grazia divina”(Giovanni XXIII).

“Chi è colmo di gioia predica senza predicare” (Madre Teresa di Calcutta).

“La gioia è la più grande potenza cosmica” (Padre Piene Teilhand de Chardin).

Primo venerdì del mese di Gennaio

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1-2014 IN ALTO I CUORI! Il mese di Gennaio nel mondo salesiano è dedi-cato a San Giovanni Bosco: cogliamo l’occasione per riportare alcune invocazioni al Santo, perché sia nostro intercessore, presso Dio.

San Giovanni Bosco“O Padre e Maestro della gioventù,

San Giovanni Bosco,che tanto lavorasti per la salvezza

delle anime, sii nostra guida nel cercareil bene delle anime nostre

e la salvezza del prossimo; aiutaci a vincere le passioni

e il rispetto umano;insegnaci ad amare Gesù Sacramentato,

Maria Ausiliatrice, e il Papa;e implora da Dio per noi

una buona morte, affinchépossiamo raggiungerti in Paradiso.

Amen”.

Preghieraa S. Giovanni BoscoO Padre e Maestro della gioventù, SanGiovanni Bosco, che, docile ai doni delloSpirito, hai trasmesso alla Famiglia Sale-siana il tesoro della tua predilezione per ipiccoli e i poveri.Insegnaci a divenire ogni giorno per lorosegni e portatori dell’amore di Dio, colti-vando nell’animo i medesimi sentimentidi Cristo Buon Pastore.Chiedi per tutti i membri della tua Fami-glia un cuore buono, la tenacia nel lavo-ro, la saggezza nel discernere, il coraggiodi testimone, il senso della Chiesa, la ge-nerosità missionaria.Ottienici la grazia della fedeltà alla spe-ciale Alleanza che il Signore ha sancitocon noi e fa’ che, guidati da Maria, per-corriamo lietamente con i giovani la viache conduce all’Amore. Amen.

Don Egidio Viganò7° Rettor Maggiore

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1-2014I I CUORI!Amore per i Giovani:

“Miei cari, io vi amo tutti di cuore, e basta chesiate giovani perché vi ami assai, e vi possoaccertare che troverete libri propositivi da perso-ne di gran lunga più virtuose e dotte di me, madifficilmente potrete trovare chi più di me vi amiin Gesù Cristo e che più desideri la vostra felici-tà... Vivete felici, e il Signore sia con voi”.(Giovane Provveduto, Alla gioventù).

ICO DEI GIOVANI!

“...sapete che cosa desidera da voi questopovero vecchio che per i suoi giovani ha consumata tutta la sua vita?Niente altro che tornino i giorni felici dell’Oratorio primitivo...i giorni della carità e della vera allegrezza per tutti”.

(Conclusione della Lettera del 1884)

Padre e Maestro della gioventù,San Giovanni Bosco,

docile ai doni dello Spirito e aperto alle realtà del tuo tempo

sei stato per i giovani, soprattutto per i piccoli e i poveri,

segno dell’amoree della predilezione di Dio.

Sii nostra guida nel cammino di amicizia con il Signore Gesù,

in modo che scopriamo in Lui e nel suo Vangelo

il senso della nostra vitae la fonte della vera felicità.

Aiutaci a rispondere con generositàalla vocazione che abbiamo ricevuta da Dio,

per essere nella vita quotidianacostruttori di comunione,

e collaborare con entusiasmo,in comunione con tutta la Chiesa,

all’edificazione della civiltà dell’amore.

Ottienici la grazia della perseveranzanel vivere una misura alta di vita cristiana,

secondo lo spirito delle beatitudini;e fa’ che, guidati da Maria Ausiliatrice,

possiamo trovarci un giorno con tenella grande famiglia del cielo. Amen.

Don Pascual Chávez VillanuevaRettor Maggiore

SANTITÀ E GIOIA:

“Io voglio insegnarvi un metodo di vita cristiano,

che sia nel tempo stesso allegro e contento addi-

tandovi quali siano i veri divertimenti e i veri piaceri,

talché voi possiate dire col santo profeta Davide:

serviamo il Signore in santa allegria: servite Domi-

no in laetitia. Tale appunto è lo scopo di questo

libretto, servite il Signore e stare sempre allegri”.

(Introduzione al Giovane Provveduto).

“Noi facciamo consistere la santità nello stare

molto allegri”.(Detto attribuito a Domenico Savio).

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[Il commento lo lasciamo a tre significativi episodid’amore].

• Un giorno Madre Teresa di Calcutta, che ha mo-strato con la sua vita d’essere innamorata di Dio, in-ciampò in una povera lebbrosa moribonda, disfatta dalla malattia che la ricopriva di piaghe. Madre Teresasi chinò e cominciò ad accarezzarla... «Perché fai que-sto» mormorò la lebbrosa con un soffio. «Perché ti voglio bene» rispose piano Madre Teresa. Un’espres-sione di gioia illuminò gli occhi della moribonda. «Oh, dillo ancora», implorò. «Perché ti voglio bene», ripetè Madre Teresa. «Dillo ancora, dillo ancora», continuaro-no a supplicare le povere labbra piagate.

• In tempi di guerra fredda le pacifiste inglesi hannocombattuto le rampe di lancio missilistiche a modo loro, armate solo di sorriso e di garbataironia. Un episodio: alcuni anni fa in Gran Bretagna i militari stavano montando un campodi missili Pershing e Cruise. I missili della distruzione e della morte. Le pacifiste si avvicina-rono al campo con la borsa della spesa sotto il braccio. Le sentinelle ritenendole innocuecasalinghe le lasciarono passare. Esse, giunte vicino al filo spinato del campo, estrassero dalleborse le cesoie, e tagliarono diversi tratti di filo spinato; poi tirarono fuori dei gomitoli di lana colorata, e sostituirono il fi lo spinato con fili della morbida pacifica lana.

• Un altro esempio riguarda l’Apartheid in Sudafrica. Ora quell’ingiusto sistema politico esociale è stato abolito. Ma una mano a superarlo la dettero anche i pacifisti della «Pax Christi».Essi fecero stampare e poi distribuirono a migliaia di copie una cartolina illustrata. Sull’il-

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A LA PAROLADal Vangelo secondo Matteo (5, 38-48)

38Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente perdente; 39ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi seuno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l’altra; 40e a chi ti vuol chiamare in giudizio per toglierti la tunica,tu lascia anche il mantello.41E se uno ti costringerà a fare un miglio, tu fanne con luidue. 42Dà a chi ti domanda e a chi desidera da te un pre-stito non volgere le spalle.

43«Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; 44ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, 45perché siate figli del Padre vostroceleste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giustie sopra gli ingiusti.46Infatti se amate quelli che vi amano, quale merito ne avete? Non fanno così anche i pubbli-cani? 47E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fannocosì anche i pagani? 48Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste.

per meditare...

CUOREdel Mondo

1-2014

Primo venerdì del mese di Febbraio

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43 Avete inteso che fu detto Amera

Madre Teresa di Calcutta

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per pregare...

frasi da ripetere

In questo meseLeggiamo:•Vangelo secondo Matteo

(capitolo 5).•Vangelo secondo Marco

(capitoli 5-8).

Preghiamo:•Preghiere del buon cristiano

a sera: Gloria, Padre nostro, esame di coscienza, 3 Ave Maria, affi do aGesù, Giuseppe e Maria.

Intenzioni:•Rispetto per i deboli e gli

anziani;•Clero e laici collaborino

all’evangelizzazione

•Signore, apri le mie mani. • Signore, fammi prossimo.

Apri le nostre maniPadre,apri le nostre mani,affinché diano agli affamati,vestano gli ignudi,medichino le feritee aiutino i deboli.Fa’ che i nostri occhivedano la tua luce,e il nostro cuorericonosca la tua voce

Dacci costanza e forzanel nostro impegnoaffinché non ci stanchiamodi farci prossimo,per adempiere la tua volontà.Padre,ti preghiamo per la tua pacenelle nostre animee nelle nostre famiglie,fra gli uomini e fra i popoli.Colui che è la pacedall’alto dei cielidia anche a noipace,e a tutto Israele,e a tutti gli uominidi buona volontà

(Schalom Ben-Chorin)

Una parola,dilla oggiNon lo capisco,perché io ho così tanto,se tanti altri hanno così poco?Dio?...

Ogni giorno passo davantialla desolazione.Ma non voglio arrossire.Una parola al mio cuore,dilla oggi.La benevolenza fa sì che la vitavalga la pena di essere vissuta.

Amicizia e un po’ di amore.Non voglio arrossire.Sorridere, amare.Intristire non è pericoloso.È pricoloso vivere.

O Dio.Fa così freddo.Come sarà domani?

(Ulla Christina Andersin)

P Primo venerdì del mese di Febbraio

lustrazione si vedevanoun bambino bianco euno nero che si teneva-no per mano. E si sorri-devano. Sotto, la scritta:«Why not? – Perché no?».Le cartoline da ogni partedel paese vennero spe-dite al presidente Botha.Tutti i giorni si rovescia-vano sulla scrivania delpresidente, e gli ricorda-vano un sacrosanto dove-re da compiere. E di fattoBotha finì col dare il suocontributo al superamentodell’Apartheid.

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Infanzia e Adolescenza1815In vista del bicentenario della nascita (16 agosto

2015) di Don Bosco, riteniamo fare cosa gradita ai lettori presentare, in grandi linee, i momenti più importanti della vita e della personalità del Santo. In questo numero accenniamo all’infanzia e all’adolescenza.

agosto 1815: nascita di Giovanni Mel-chiorre Bosco a Morialdo, frazione di Castelnuovo d’Asti [oggi Castelnuovo

Don Bosco] da Francesco e Margherita Oc-chiena di Capriglio. Nelle autobiografi che “Me-morie dell’Oratorio” scrive come giorno della sua nascita il 15 agosto festa della Madonna Assunta: per dimenticanza o per riconoscere la protezione particolare della Vergine?Solo a due anni rimase orfano, per la morte del padre, a seguito di una febbre altissima pre-sa per raffreddamento, l’11 maggio 1817: Mar-gherita, donna di fede e di grande coraggio, si accollò il sostentamento della suocera settua-genaria, con molti acciacchi, di Antonio, nato dal primo matrimonio di Francesco con Margherita Cagliero († 1811), di Giuseppe (1813-62) e di Giovanni,oltre due servitori di campagna.Quell’anno fu particolarmente diffi cile a causa di una grave carestia: Margherita fu costretta ad uccidere un vitellino per nutrire la famiglia, perché era quasi impossibile rifornirsi, anche a prezzi esorbitanti, di derrate alimentari. Per esplicito riconoscimento di Don Bosco, la madre non fece mai mancare il necessario e, soprattutto una educazione religiosa se-ria e profonda, ferma e tenera.“Sua massima cura fu di istruire i suoi fi gli nel-la religione, avviarli all’ubbidienza e occuparli in cose compatibili a quella età... Mi ricordo che ella stessa mi preparò alla prima confes-sione, mi accompagnò in chiesa; cominciò a confessarsi ella stessa, mi raccomandò al confessore, dopo mi aiutò a fare il ringrazia-mento” [M.O.].Nelle “Memorie dell’Oratorio” ricorda con sim-patia che la mamma aveva messo in vista un bastoncino, come avvertimento, ma che non l’aveva mai usato con lui e con i fratelli.La vita di campagna: “tra gli otto e i nove anni, Giovanni comincia a partecipare più attiva-mente al lavoro della famiglia, a condivider-

ne la vita dura ed austera. Si lavora da sole a sole, e il sole d’estate si alza presto... La cola-zione del mattino è puro e semplice nutrimen-to: una fetta di pane e acqua fresca. Giovanni impara a zappare, a falciare l’erba, a ma-neggiare la roncola, a mungere le mucche. Un vero contadino. I viaggi si fanno a piedi. La diligenza passa lontano, sullo stradale di Castelnuovo, e costa. Alla sera si va a dormire sul pagliericcio pieno di foglie di granoturco” [Teresio Bosco, Don Bosco, p. 29].I primi studi: Giovannino è molto intelligente e sveglio nell’apprendere; vorrebbe studiare, ma non può per l’opposizione del fratellastro Antonio, che riteneva inutile lo studio. Si ven-ne ad un “accomodamento”: durante il perio-do dei lavori agricoli, Giovannino aiutava nei campi, mentre nel periodo invernale si reca-va a Capriglio, [spesso restava presso la zia Marianna Occhiena, domestica del parroco] a studiare presso Don Giuseppe Lacqua, che l’accolse anche l’inverno successivo nella sua classe: anni 1824-25/1825-26.

Il sogno dei nove anni: in questo periodo Giovannino fa un sogno, che segnerà tutta la sua vita in modo indelebile: pensiamo che il sogno sia suffi cientemente conosciuto negli ambienti salesiani e, perciò da ricordare solo per sommi capi. Giovannino vede in un cortile vicino casa uno stuolo di ragazzi che giocano, rissano, bestemmiano... Si butta in mezzo alla mischia per farli tacere, ma viene richiamato da un misterioso e nobile signore: “non colle percosse ma colla mansuetudine e colla cari-tà dovrai guadagnare questi tuoi amici. Mettiti adunque immediatamente a far loro una istru-zione sulla bruttezza del peccato e sulla pre-ziosità della virtù”. Il ragazzo dichiara la sua in-capacità; il nobile Signore di rimando gli dice: “Io ti darò la maestra sotto alla cui disciplina, puoi diventare sapiente, e senza cui ogni sa-

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Page 17: Cuore del mondo 2014 1

2015pienza diviene stoltezza”. Appare una signo-ra di maestoso aspetto, mentre spariscono i ragazzi, che rissavano: in loro vece appaiono capretti, cani, gatti, orsi ed altri animali. “Ecco il tuo campo, ecco dove devi lavorare. Renditi umile, forte e robusto; e ciò che in questo momento vedi succedere di questi animali, tu dovrai farlo per i fi gli miei”. Scompaiono tutti gli animali feroci e si strasformano in miti agnelli che belano e fanno festa intorno al Si-gnore e alla Signora. Giovannino sempre nel sogno si mette a piangere perché non capi-sce il signifi cato; la Signora gli pone la mano sul capo e gli dice: “a suo tempo tutto com-prenderai”. Un rumore lo sveglia: al mattino racconta il sogno ai suoi: ognuno dà la sua interpretazione; alla fi ne la nonna sentenzia: “non bisogna badare ai sogni”.

Il piccolo saltimbanco: Giovannino ha ormai 10 anni e sa leggere e scrivere quanto basta per intrattenere i suoi amici, ma anche i con-tadini, con i libri che gli presta Don Lacqua: quelli più seguiti sono: Guerrin Meschino, La storia di Bertoldo e, soprattutto il “Best-seller” I Reali di Francia: “Nelle stagioni invernali poi tutti mi volevano nella stalla per farsi raccon-tare qualche storiella. [era frequente per i con-tadini radunarsi nelle prime ore di buio nelle stalle a recitare il Rosario, a fare lavori e ripara-zioni degli utensili, a raccontare e sentire rac-conti cavallereschi...]. Colà raccoglievasi gen-te di ogni età e condizione, e tutti godevano di poter passare la serata di cinque ed anche sei ore ascoltando immobili il lettore dei Reali di Francia, che il povero oratore esponeva ritto sopra una panca, affi nché fosse da tutti udito e veduto. Siccome però dicevasi che veniva-no ad ascoltare la predica, così prima e dopo i miei racconti facevamo tutti il segno della santa croce con la recita dell’Ave Maria” [G. Bosco, Memorie dell’Oratorio, 1826].

Gli Spettacoli nelle domeniche estive: “quando ogni cosa era preparata ed ognuno stava ansioso di ammirare novità, allora li in-vitava tutti a recitare la terza parte del Rosa-

rio, dopo cui si cantava una lode sacra. Finito questo montava sopra una sedia, faceva la predica, o meglio ripeteva quanto mi ricor-dava della spiegazione del vangelo udita al mattino in chiesa; oppure raccontava fatti od esempi uditi o letti in qualche libro. Termina-ta la predica si faceva breve preghiera, e to-sto si dava principio ai trattenimenti. In quel momento voi avreste veduto, come vi dissi, l’oratore un ciarlatano di professione. Fare la rondinella, il salto mortale, camminare sulle mani col corpo in alto; poi cingermi la bisac-cia, mangiare gli scudi per andarli a ripigliare

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1815sulla punta del naso dell’uno o dell’altro; poi moltiplicare le palle, le uova, cangiare l’acqua in vino, uccidere e fare a pezzi un pollo e poi farlo risuscitare e cantare meglio di prima, erano gli ordinari trattenimenti. Sulla corda poi camminava come per un sentiero; salta-va, danzava, mi appendeva ora per un piede, ora per due; talora con ambe le mani, talora con una sola. Dopo alcune ore di ricreazione quando io era ben stanco, cessava ogni tra-stullo, facevasi breve preghiera ed ognuno se ne andava pe’ fatti suoi”.Nelle “Memorie dell’Oratorio” Don Bosco spiega dove e come ha imparato il “mestiere del ciarlatano”: nei mercati e nelle fi ere, nelle feste patronali mentre la madre faceva acqui-sti per la famiglia,con i pochi soldi regalatigli dalla mamma, dagli zii e dai parenti, andava a vedere gli spettacoli dei saltimbanchi: “Spes-so sui mercati e sulle fi ere vi erano ciarlatani e saltimbanchi, che io andava a vedere, osser-vando attentamente ogni più piccola loro pro-dezza; me ne andava di poi a casa e mi eser-citava fi no a tanto che avessi imparato a fare altrettanto. Immaginatevi le scosse, gli urti, gli stramazzoni, i capitomboli cui a ogni momen-to andava soggetto. Pure, lo credereste? Ad undici anni io faceva i giuochi dei bussolotti, il salto mortale, la rondinella, camminava sul-le mani, camminava, saltava e danzava sulla corda, come un saltimbanco di professione” [Sac. G. Bosco, Memorie dell’Oratorio].A undici anni, Giovannino Bosco, con il gioco [gli piaceva tanto giocare,come a tutti i ragaz-zi] realizzava il “Sogno” cercando di trasfor-mare i suoi amici in miti agnelli.

La Prima Comunione: il 26-3-1826, giorno di Pasqua, Giovannino riceve la Prima Co-munione, nella chiesa parrocchiale di Castel-nuovo. Ecco come ricorda quel giorno: “Mia madre quel mattino mi accompagnò alla sa-cra mensa, fece con me la preparazione e il ringraziamento. In quella giornata non volle che mi occupassi di alcun lavoro materiale, ma che mi impegnassi a leggere e a prega-re. Mi ripetè più volte: «per te è stato un gran

giorno. Dio ha preso possesso del tuo cuore. Ora promettigli di fare quanto puoi per con-servarti buono fi no alla fi ne della vita...» [Sac. G. Bosco, Memorie dell’Oratorio]

Emigrante a 12 anni.Giovannino, nonostante la fatica della vita dei campi e le ristrettezze economiche, è felice per l’amore della mamma e del fratello Giu-seppe: è l’anima dei giochi della zona dei Becchi, la campagna in cui abita. Aumenta, purtroppo, la tensione con il fratellastro Anto-nio, ormai diciottenne, che ritiene una perdita di tempo lo studio: una sera di febbraio del 1827 volano parole forti e degli schiaffi . Mar-gherita, con la morte nel cuore, è costretta a inviare il piccolo a lavorare come ragazzo di stalla presso dei conoscenti. Luigi Moglia e la moglie Dorotea, una famiglia di contadini benestanti [sono presenti anche la sorella di Luigi, Teresa, e la piccola Anna] sono contenti del lavoro e dell’educazione di Giovanni, anche se non capiscono molto il suo incaponirsi per lo studio, trattano bene il ragazzo, che materialmente sta meglio che ai Becchi: soffre molto per la mancanza della famiglia e della possibilità di studiare. Non ha ancora compiuti 12 anni: per circa tre

Infanziae Adolescenza

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2015

anni restò nella cascina dei Moglia, svolgendo i lavori che il “vaccaro” gli affi dava. La sera o mentre controllava le mucche al pascolo leg-geva i libri che Don Lacqua gli prestava vo-lentieri. Ogni Domenica al mattino presto, con il per-messo dei Moglia, si recava nel vicino paese di Moncucco [la sig.ra Dorotea, scoprì che an-dava da Don Cottino, il parroco, a confessarsi e a fare la Comunione, perché nella Messa “grande” della tarda mattinata, non c’era l’uso di comunicarsi].Nel novembre del 1829, allo scadere dei con-tratti dei lavori agricoli, Giovannino viene rag-giunto dallo zio Michele, che s’informa delle sue condizioni:– “Allora, Giovanni, sei contento di stare qui o no?– No. Mi trattano bene, ma io voglio studia-re. Gli anni passano, ne ho già compiuti 14, e sono sempre allo stesso punto”.Lo zio Michele lo riportò a casa appianan-do il contrasto con Antonio: Giovanni potrà studiare senza gravare economicamente sul fratellastro. Lo zio cercò di collocare il nipote presso i parroci di Castelnuovo e di Buttiglie-ra, ma incontrò notevoli diffi coltà: la soluzione avvenne in modo imprevisto e provvidenziale.

Don Giovanni Melchiorre Calosso.Nel settembre del 1829 era arrivato come cappellano a Morialdo Don Calosso, un sa-cerdote anziano , che per la salute malferma aveva rinunciato alla parrocchia di Bruino.In novembre fu predicata a Buttigliera una “missione”: tornando Don Calosso nota tra la gente un ragazzo ed è stupito dalla sua intel-ligenza e memoria: gli ripete tutta la predica!Il vecchio prete l’avrebbe aiutato nello studio: Giovanni sarebbe andato a casa solo a sera e nei momenti di maggiore impegno nei lavori dei campi.“Mi misi subito nelle mani di Don Calosso. Gli feci conoscere tutto me stesso, gli manifestai ogni parola, ogni pensiero. Conobbi allora che voglia dire avere una guida stabile, un amico fedele dell’anima, di cui fi no a quel tempo ero stato privo. Tra le altre cose mi proibì una pe-nitenza che ero solito fare, non adatta alla mia età. Mi incoraggiò a frequentare la confessione e la comunione, e mi insegnò a fare ogni gior-no una breve meditazione, o meglio un po’ di lettura spirituale” [Memorie dell’Oratorio].A Settembre del 1830, per evitare ogni con-trasto con Antonio, si trasferì nella canonica di Don Calosso. Don Bosco ricorderà quei giorni con gioia ed entusiasmo:“Nessuno può immaginare la mia contentez-za. Amavo Don Calosso come un padre, lo servivo volentieri in tutte le cose... Ero pie-namente felice, quando un disastro troncò il corso di tutte le mie speranze”.“Con lui moriva ogni speranza”.Nel novembre del 1830 improvvisamente Don Calosso fu colpito da infarto: spirava ricevendo l’Estrema Unzione il 21 novembre; fu sepolto il giorno se-guente. Prima di morire aveva indicato a Giovanni la chiave del cassetto in cui erano seimila lire: “vennero gli eredi di Don Calosso, e loro consegnai la chiave ed ogni altra cosa”.Ora Giovanni era di nuovo solo! Aveva 15 anni, e si trovava senza maestro, senza de-naro, senza prospettive future; soprattutto rimase senza il suo “insigne benefattore”.

a cura di Antonio Sperduti

Don Giovanni Calosso in punto di morte consegna al giovane Bosco la chiave

del cassetto con i suoi averi.

Giovanni Boscosaltimbaco sulla corda (N. Musio).

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Don Giovanni Calosso in punto di morte consegna al giovane Bosco la chiave

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Corso di Dottrina Sociale della ChiesaCorso di Dottrina Sociale della ChiesaPrefettura IVSettore Centro

12 febbraio 2014 ore 18,30Padre Francesco OCCHETTA SJ

Scrittore de “La Civiltà Cattolica”e Consulente Ecclesiastico dell’UCSI

La Nuova Politica dei Territori e delle Comunità

11 marzo 2014 ore 18,30Padre Paolo BENANTI TOR

Docente di Teologia Morale e BioeticaL’Università Pontifi cia Gregoriana

Assistente regionale AGESCI

Il Linguaggio Nascostodei Media

30 aprile 2014 ore 18,30Mons. Adriano VINCENZI

Incaricato Confcooperative per la CEI assistente UCID

La Parrocchia e la Cooperativa:

Una Nuova Start Up

Prof. Leonardo BECCHETTIOrdinario di Economia Politica

presso l’Università di Roma Tor Vergata

Una Nuova EconomiaModera Don Alessandro FADDA SDB

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14 gennaio 2014 ore 18,30

Saluti

Sua Ecc. Mons. Matteo ZUPPI

Vescovo Ausiliare della Diocesi di Roma

don Leonardo MANCINI

Superiore del Salesiani di Don Bosco -

Circoscrizione Speciale Italia Centrale “Sacro Cuore”

Sua Ecc. Mons. Mario TOSO

Segretario Consiglio Pontifi cio Giustizia e Pace

L’Evangelizzazione nel Sociale

On. Savino PEZZOTTA

La Spiritualità del Laicato nell’Impegno Politico

SuVe

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e ad aiutarcia vicenda

Centre Notre Dame de Clairvaux

Anno scolastico 2013-2014

Carissimi Amici,prima di tutto un saluto cor-diale a tutti voi e un ricordo af-fettuoso nella preghiera. Spe-ro che il Signore vi dia sempre salute e forza per poter com-piere il vostro dovere. Dio ci chiama ad amarci e ad aiutar-ci a vicenda perché il mondo divenga più giusto e frater-no! Troviamo la nostra felici-tà quando riusciamo a fare del bene, mentre quando ci chiudiamo in noi stessi, pro-viamo tristezza e amarezza.

Questo è il mistero di questa vita. Il Buon Dio ama tutti gli uomini senza eccezione, tutto quello che abbiamo passa, la nostra conoscenza, l’onore, la gloria, ecc. rimane solo la carità, l’amore che possia-mo manifestare al prossimo, alla famiglia prima di tutto, ai vicini e anche a quelli che non abbiamo ancora conosciuto.Ringrazio con tutto il cuore tante persone che non hanno visto il Madagascar né visto

il nostro Centro, ma che di giorno e di notte, si danno da fare per aiutarci; è una grande testimonianza di carità. Alcuni dei nostri benefattori sono già passati all’altra riva; abbiamo il dovere di pregare per loro perché il Signore dia loro la luce eterna.Vorrei parlarvi di questo anno scolastico 2013-2014. Abbiamo cominciato la scuo-la: i ragazzi interni sono 120, gli esterni sono 160 e quel-

Corso di Dottrina Sociale della Chiesa

11 marzo 2014 ore 18,30Padre Paolo BENANTI TOR

Docente di Teologia Morale e BioeticaL’Università Pontifi cia Gregoriana

Assistente regionale AGESCI

Il Linguaggio Nascostodei Media

30 aprile 2014 ore 18,30Mons. Adriano VINCENZI

Incaricato Confcooperative per la CEI assistente UCID

La Parrocchia e la Cooperativa:

Una Nuova Start Up

Prof. Leonardo BECCHETTIOrdinario di Economia Politica

presso l’Università di Roma Tor Vergata

Una Nuova EconomiaModera Don Alessandro FADDA SDB

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li della scuola elementare dell’oratorio sono 215.Quelli che hanno fi nito gli stu-di nel mese di giugno dell’an-no scorso, hanno fatto lo sta-ge nelle imprese. Alcuni sono stati assunti come operai. La situazione è però allar-mante!In questi giorni, in Madaga-scar c’è troppa agitazione. La crisi politica dura già da cinque anni, e quanto succe-de in politica non dà fi ducia; non si sa se il domani sarà migliore. Preghiamo per il Ma-dagascar.La comunità è tutta cambia-ta come lo dicevo nell’ultima lettera: il centro professiona-le è ormai guidato da padre Nirina che ha sostituito Paolo Sapienza, Richard, polacco ha sostituito don Salon all’e-conomato, il diacono Doudou ha preso il posto di don Jean Crisostomo all’internato. Don Venance che era all’oratorio sta per partire per la comuni-tà di Mauritius, e don Lorenzo come vicario della comunità.La squadra dei nostri inse-gnanti ed educatori è ben allenata, e il lavoro è già co-minciato.La grande miseria dei ragazzi che vengono da noi ci pone sempre il problema della loro educazione, che non consi-ste soltanto nello studiare e mangiare; per diventare buo-ni cristiani e onesti cittadini, ci vuole di più. Formare l’uomo integralmen-te e colmare i vuoti in tutti i sensi non è semplice. Ci vuo-

le l’amore, la capacità e la pa-zienza.Carissimi, con queste povere parole, spero di condividere con voi le nostre gioie e le no-stre paure. Il Signore è buo-no; eterna è la sua misericor-dia. C’è scritto qua nel Centro e dapertutto, “Tsara fo An-driamanitra” (Dio è buono). Ne facciamo l’esperienza. La vostra solidarietà è prova di tutto questo.Per fi nire vi racconto la storia di uno dei nostri ragazzi. Jean Claude ha 14 anni, ed è fi glio unico, la mamma è ammalata di epilessia e la nonna è morta alcuni giorni fa! Jean Claude mi ha fatto tremare quando sulla strada dell’oratorio mi ha preso la mano e mi ha detto: padre aiutami a essere san-to. Una signora che passava accanto ha sentito il discorso ed è venuta a trovarmi per chiedere se esistono ancora ragazzi così. Purtroppo la sofferenza di Jean Claude è così grande: dopo la morte della non-na, che si occupava di lui, la mamma non si fa vedere e ha sempre le crisi. È diffi cile sapere che la sua situazione è così drammatica perché ha sempre il sorriso sulle lab-bra. Comunque Jean Claude ora rimane sereno e il futuro ci farà sperare in bene!Grazie per il vostro sostegno e la vostra amicizia e che il buon Dio vi benedica tutti. Vi promettiamo la nostra umile preghiera.

don Innocent Bizimana

Page 23: Cuore del mondo 2014 1

ilSEGNALIBRO

CUOREdel Mondo

USCIAMO,usciamoad offrire

a tuttila vita

di CristoGesù

(Papa Francesco)”

PIA OPERA DEL SACRO CUORE via Marsala, 42 - 00185 Roma

«Ai benefattori della chiesa del voto internazionale, dedicata al S. Cuore di Gesù al Castro Pretorio di Roma, era già stata promessa, quando detta chiesa fosse

compiuta, la celebrazione di una messa ogni venerdì dell’anno e la recita quotidiana del S. Rosario con altri esercizi di pietà. Ad ampliare questi vantaggi spirituali e farne partecipare più altre persone, venne stabilita nella suddetta chiesa la PIA OPERA DEL S. CUORE DI GESÙ...”.

(Da un programma della Pia Opera, durante il Rettorato di Don Rua, 1° successore di Don Bosco)

ieri

Come ci si iscrive:Con una offerta libera, presso gli uffi ci della Basilica o mediante conto corrente postale sottoindicato con causale “Iscrizione alla Pia Opera del Sacro Cuore”, specifi cando il cognome e nome di chi si vuole iscrivere, vivo o defunto.La Pia Opera promuove il periodico Cuore del Mondo.

ELEMENTO CENTRALELa celebrazione quotidiana di una S. Messa concelebrata

in perpetuo per gli iscritti vivi o defunti.

Le offerte:• Per lo sviluppo e la diffusione della devozione al S. Cuore, anche tramite pubblicazioni.• A favore delle missioni e delle vocazioni sacerdotali;• Per la promozione e la cura delle vocazioni, sacerdotali e salesiane;• In favore dei salesiani anziani e malati;• Per ragazzi e giovani in situazione di particolare disagio.

N° conto corrente postale: 914010codice IBAN: IT03 P076 0103 2000 0000 0914 010

Per informazioni:• Segreteria (orario uffi cio da lunedì a venerdì normalmente 9-12)

Tel. 06.444.83.423 - 06.444.83.411 - 06.492.83.403

• Portineria dell’Istituto (dalle ore 6.00 alle 22.00), lasciando un messaggio per Don Antonio: Tel. 06.492.72.21. Per qualsiasi richiesta: [email protected]

“La Comunità salesiana che il servizio pastorale nella Basilica del S. Cuore s’impegna a celebrare la SS. Eucarestia, una volta tutti

i giorni, secondo le intenzioni degli offerenti, i quali in tal modo, unendosi spiritualmente alla celebrazione del sacrifi cio di Cristo, potranno benefi ciare di quel dono di grazia che scaturisce dalla rinnovazione del memoriale di Cristo”.Il ricordo riconoscente per i benefattori avviene anche nella recitaquotidiana del S. Rosario e delle Litanie lauretane e in quei pii esercizi che si attuano secondo i ritmi dell’anno liturgico.

oggi

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ilSEGNALIBRO

CUOREdel Mondo

USCIAMO,usciamoad offrire

a tuttila vita

di CristoGesù

(Papa Francesco)”

Santuario internazionalewww.basilicadelsacrocuore.it - [email protected]

Tel. segreteria 06.49.27.22.56 (ore 9-12: giorni feriali) • Tel. 06.44.53.257 (parroco)

ORARIOINVERNALE

FERIALI: ore 6.30 • 7.007.30 • 8.00 (Lodi Messa)

9.00 • 18.00FESTIVI: ore 7.00 • 8.00

9.00 • 10.0011.30 (Messa parrocchiale

e dei giovani)16.00 (in lingua filippina)

18.00

ESTIVOGIUGNO-LUGLIO-AGOSTOFERIALI: ore 6.30 • 7.00 • 7.308.00 (Lodi Messa) • 9.00 • 18.00

FESTIVI: ore 7.00 • 8.009.00 • 10.00 • 11.30 • 18.00

MUSEO DON BOSCOe “CAMERETTE”

(tutti i giorni)ore 9.00-12.00 • 16.00-19.00

• PRIMO VENERDI:ore 10.30-17.30 Adorazione silenziosa

ore 18.00 Solenne Concelebrazione cui segue (circa 19.00) Adorazione animata

da un gruppo della Famiglia Salesianaore 19.30 Vespri e buona notte

altri VENERDI:Adorazione Eucaristica silenziosa:

ore 18.30-19.15ore 19.30 Vespri,

benedizione eucaristica e buona notte• I GIOVEDI:

Adorazione Eucaristica animata: ore 18.30-19.15

ore 20.30-22.00: da e per i giovani• IL 24: Commemorazione mensile

di Maria Ausiliatrice• ULTIMO GIORNO

DEL MESE: Commemorazione mensile

di san Giovanni Bosco• SACERDOTI PER LE CONFESSIONI:

lingua italiana, spagnola

ore 6.30-8.00(giorni feriali)

ore 17.00-18.00inglese

tutti i giorniore 9.00-12.00;

17.30-19.00

Nel Santuario, le celebrazioni della SANTA MESSA si tengono nei seguenti orari: