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LA BUSSOLA ALTIPIANI Nella «forra del Lupo» Tra Folgaria e la valle di Terragnolo torna a rivivere il sentiero «nascosto» Una lunga trincea che da Cogola di Serrada, lungo il bordo sud dell’altopiano, sale al sistema trincerato di Dosso delle Somme Protetto, riscoperto dai volontari sale a raccordarsi con le trincee del Dosso delle Somme Una linea che si snoda tra balze di roccia e profondi anfratti e che è stata ora ripulita TIZIANO DALPRÀ orna a rivivere l’antico sen- tiero denominato nelle fo- to d’epoca la «Forra del lu- po», Wolfsschlucht. Tra la montagna che separa l’al- topiano di Folgaria dalla stupenda val- le di Terragnolo si inerpica questa via che tocca le rocce e si nasconde tra di esse. È uno staige (in cimbro signi- fica sentiero) protetto, nascosto, qua- si segreto, che suscita emozione. Un sentiero straordinario, riscoperto e riattivato grazie all’azione di molti volontari. Forra del Lupo è il nome di una lunga trincea che prende avvio da T smo. Gli Alpini e tutti gli altri, a titolo volontario si sono rimboccati le ma- niche e hanno dato il via ad una atten- ta e faticosa opera di pulizia del trin- ceramento, tagliando arbusti e rovi che ne ostruivano ostinatamente il passaggio. «La Forra del Lupo, Wol- fsschlucht, com’era chiamata dagli au- stro-ungarici, era un trinceramento tanto articolato, complesso e sugge- stivo, capace di offrire emozionanti vedute sulla sottostante valle di Ter- ragnolo e sul contrapposto massiccio del Pasubio, che fu ripetutamente fo- tografato dagli stessi militari, tant’è che è possibile affiancare molti scor- ci odierni alle foto d’epoca. Tra que- ste spiccano quelle scattate da Lud- wig Fasser, Tiroler Standschütze che a Serrada si trovò a combattere e al qua- le è dedicata una mostra, al Bergisel di Innsbruck. La Forra ricorre anche nei dipinti di un famoso pittore, Albin Egger-Lienz, vera gloria della città di Lienz, anch’egli impegnato nel 1916 sul fronte folgaretano in qualità di pit- tore di guerra in borghese. Sono ele- menti che rinforzano l’interesse sor- to attorno a questo percorso che, una volta recuperato completamente, sa- rà tra i più belli e suggestivi del Tren- tino», sottolinea Larcher. FORTI, TRINCEE MOSTRE LUOGHI EVENTI SULLA PRIMA GUERRA INIZIATIVE PER I 100 ANNI Al progetto «Forra del Lupo» (nella foto) sono interessati anche l’Azienda per il turismo, la Comunità degli Altipiani Cimbri e i Comuni, che da mesi lavorano ad una serie di iniziative ispirate al centenario della guerra. DOSSO DELLE SOMME La lunga trincea della «Forra del Lupo» si congiungeva al forte Dosso delle Somme, o Werk Serrada, costruito fra il 1911 e il 1914 dagli austro-ungarici e dai lavoratori locali come la strada militare che lo raggiunge. BELVEDERE GSCHWENT Forte-museo, illustra il sistema fortificato degli Altipiani, le battaglie, i materiali, ma anche la vita quotidiana dei soldati, riprodotta con suoni e immagini (www.fortebelvedere.org). È Lavarone, tel. 0464-780005. «Uomini come noi» a ispirato il film Uomini contro, è entrato nelle scuole e, a distanza di tanti anni dalla pubblicazione (uscì nel 1938 a Parigi, dove l’autore era in esilio) rimane uno dei libri più interessanti sulla Prima guerra mondiale. Parliamo di Un anno sull’Altipiano, di Emilio Lussu (Armungia - Cagliari - 1890), ufficiale di fanteria della Brigata Sassari (e più tardi antifascista) che combatte sull’Altopiano di H I forti difendono Trento Le sette fortezze costruite fra la Cima Vezzena e il Dosso delle Somme formano uno sbarramento sufficiente ad impedire sfondamenti italiano allo scoppio della guerra con l’Italia, nel maggio del 1915, e nei mesi successivi. Nel 1916, in seguito alla «spedizione punitiva», gli italiani vengono spinti fin oltre Asiago. Nascono nuove strade Per rendere possibile l’afflusso dei materiali e dei soldati ai forti e alle oltre opere difensive sugli Altipiani, vengono realizzate e migliorate le strade: quella da Calliano dal 1909, quella da Rovereto a Terragnolo e Serrada dal 1908, nel 1914 la nuova strada della Fricca, da Villazzano a Carbonare, migliorando le strade del Menador, della Val Caréta e della Stanga. Salgono le teleferiche Viene attuato il collegamento via teleferiche di Calliano, Besenello e Folgaria, Caldonazzo e Monterovere (e Mattarello via Vigolo Vattaro). I forti bombardati Preso di mira dalle artiglierie italiane di Passo della Borcola, il forte Dosso delle Somme, armato di obici, resiste così come il forte Sommo Alto a controllo di Passo Coe. Le batterie italiane del forte Campomolon colpiscono fin dai primi giorni del conflitto il forte Cherle, o Werk San Sebastiano. Vengono colpiti anche il forte Belvedere, o Gcshwent, e il forte Verle, o Busa Verle. Nell’estate 1915, sottoposto a un violento bombardamento e ormai in attesa di un attacco italiano, fa issare invece la bandiera bianca il comandante del forte Lusern, o forte Campo, Emanuel Nebesar, convinto di un prossimo e decisivo attacco italiano. Ma da forte Verle e da forte Belvedere partono colpi di artiglieria, il comandante viene destituito e il forte rimane in mano austriaca. Le croci di Slaghenaufi Nel piccolo cimitero di Slaghenaufi (Lavarone) sulle semplici croci in legno si leggono i nomi dei 748 caduti e le loro date di nascita e di morte. località Cogola di Serrada e che, se- guendo il bordo meridionale dell’alto- piano, sale il lungo versante destro della Val di Terragnolo, fino a raccor- darsi con il sistema trincerato posto nelle immediate vicinanze del Forte Dosso delle Somme. Il nome è sugge- stivo, come il luogo: una linea che si snoda tra balze di roccia e profondi anfratti e che nel punto più stretto (la «forra» appunto) è un tutt’uno con spesse e alte pareti rocciose, profon- de spaccature e gole. È un tratto di al- topiano che a Folgaria e nella stessa valle di Terragnolo fino a poco tempo fa era noto solo ai frequentatori più esperti, stante il fatto che l’accesso è sempre stato alquanto difficoltoso e ben celato dalla vegetazione», ripor- ta Fernando Larcher, studioso di sto- ria locale e responsabile degli Altipia- ni per il centenario. La Forra del Lupo in realtà era la continuazione, strate- gica, di una camminamento che da Forte Dosso delle Somme arrivava, passando per il Dos di S.Cristina, fin sulla cima del Finonchio, per poi scen- dere in Vallagarina. Nel tratto più sug- gestivo che da Serrada corre sul cri- nale della valle di Terragnolo e arriva a Forte Dosso si attorciglia e si nascon- de tra le rocce per eludere lo sguardo e il controllo del nemico. Uno dei più convinti animatori per sua la riattiva- zione è Paolo Spagnolli il quale,dall’au- tunno 2012, ha coinvolto nel «Gruppo della Forra del Lupo» gli Alpini di Ser- rada e di Terragnolo, lo Sporting Club Serrada, gli scout Cngei con Cristina Corradini e l’Associazione per il cam- po giovani 2000 di Rovereto, Michele Zandonati esperto del Gruppo Grotte della Sat di Rovereto ed altri volonta- ri. La risposta è stata piena di entusia- Asiago (nella foto Forte Sommo, o Werk Sommo - Bildarchiv Austria, Vienna). Una testimonianza , la sua, da giovane ufficiale che vive il conflitto dagli esordi e, da protagonista, la vive con umanità di persona prima che di soldato: sul nemico isolato colto nella trincea avversaria, inerme, non spara a sangue freddo. «Ora erano là, gli austriaci: vicini, quasi a contatto, tranquilli, come i passanti su un marciapiede di città», scrive dopo aver scoperto un insperato posto di osservazione a pochi passi. «Ecco il nemico ed ecco gli austriaci. Uomini e soldati come noi, fatti come noi, in uniforme come noi, che ora si muovevano, parlavano e prendevano il caffè, proprio come stavano facendo, dietro di noi, in quell’ora stessa, i nostri stessi compagni. Strana cosa. Un’idea simile non mi era mai venuta alla mente». l’Adige STORIA 10 giovedì 14 agosto 2014 15 15

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� LA BUSSOLA

ALTIPIANINella «forra del Lupo»Tra Folgaria e la valle di Terragnolotorna a rivivere il sentiero «nascosto»

Una lunga trincea cheda Cogola di Serrada,lungo il bordo suddell’altopiano, saleal sistema trinceratodi Dosso delle Somme

Protetto, riscopertodai volontarisale a raccordarsicon le trincee delDosso delle Somme

Una linea che sisnoda tra balze diroccia e profondianfratti e cheè stata ora ripulita

TIZIANO DALPRÀ

orna a rivivere l’antico sen-tiero denominato nelle fo-to d’epoca la «Forra del lu-po», Wolfsschlucht. Tra lamontagna che separa l’al-

topiano di Folgaria dalla stupenda val-le di Terragnolo si inerpica questa viache tocca le rocce e si nasconde tradi esse. È uno staige (in cimbro signi-fica sentiero) protetto, nascosto, qua-si segreto, che suscita emozione. Un sentiero straordinario, riscopertoe riattivato grazie all’azione di moltivolontari. Forra del Lupo è il nome diuna lunga trincea che prende avvio da

Tsmo. Gli Alpini e tutti gli altri, a titolovolontario si sono rimboccati le ma-niche e hanno dato il via ad una atten-ta e faticosa opera di pulizia del trin-ceramento, tagliando arbusti e roviche ne ostruivano ostinatamente ilpassaggio. «La Forra del Lupo, Wol-fsschlucht, com’era chiamata dagli au-stro-ungarici, era un trinceramentotanto articolato, complesso e sugge-stivo, capace di offrire emozionantivedute sulla sottostante valle di Ter-ragnolo e sul contrapposto massicciodel Pasubio, che fu ripetutamente fo-tografato dagli stessi militari, tant’èche è possibile affiancare molti scor-ci odierni alle foto d’epoca. Tra que-ste spiccano quelle scattate da Lud-wig Fasser, Tiroler Standschütze che aSerrada si trovò a combattere e al qua-le è dedicata una mostra, al Bergiseldi Innsbruck. La Forra ricorre anchenei dipinti di un famoso pittore, AlbinEgger-Lienz, vera gloria della città diLienz, anch’egli impegnato nel 1916sul fronte folgaretano in qualità di pit-tore di guerra in borghese. Sono ele-menti che rinforzano l’interesse sor-to attorno a questo percorso che, unavolta recuperato completamente, sa-rà tra i più belli e suggestivi del Tren-tino», sottolinea Larcher.

FORTI,TRINCEEMOSTRELUOGHIEVENTISULLAPRIMAGUERRA

INIZIATIVE PER I 100 ANNI

Al progetto «Forra del Lupo»(nella foto) sono interessatianche l’Azienda per il turismo, laComunità degli Altipiani Cimbri ei Comuni, che da mesi lavoranoad una serie di iniziative ispirateal centenario della guerra.

DOSSO DELLE SOMME

La lunga trincea della «Forra delLupo» si congiungeva al forteDosso delle Somme, o WerkSerrada, costruito fra il 1911 e il1914 dagli austro-ungarici e dailavoratori locali come la stradamilitare che lo raggiunge.

BELVEDERE GSCHWENT

Forte-museo, illustra il sistemafortificato degli Altipiani, lebattaglie, i materiali, ma anchela vita quotidiana dei soldati,riprodotta con suoni e immagini(www.fortebelvedere.org). ÈLavarone, tel. 0464-780005.

«Uomini come noi»a ispirato il film Uominicontro, è entrato nelle scuolee, a distanza di tanti anni

dalla pubblicazione (uscì nel 1938a Parigi, dove l’autore era in esilio)rimane uno dei libri piùinteressanti sulla Prima guerramondiale. Parliamo di Un annosull’Altipiano, di Emilio Lussu(Armungia - Cagliari - 1890),ufficiale di fanteria della BrigataSassari (e più tardi antifascista)che combatte sull’Altopiano di

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� I forti difendono TrentoLe sette fortezze costruite frala Cima Vezzena e il Dossodelle Somme formano unosbarramento sufficiente adimpedire sfondamenti italianoallo scoppio della guerra conl’Italia, nel maggio del 1915, enei mesi successivi. Nel 1916,in seguito alla «spedizionepunitiva», gli italiani vengonospinti fin oltre Asiago.

� Nascono nuove stradePer rendere possibile l’afflussodei materiali e dei soldati aiforti e alle oltre operedifensive sugli Altipiani,vengono realizzate emigliorate le strade: quella daCalliano dal 1909, quella daRovereto a Terragnolo eSerrada dal 1908, nel 1914 lanuova strada della Fricca, daVillazzano a Carbonare,migliorando le strade delMenador, della Val Caréta edella Stanga.

� Salgono le telefericheViene attuato il collegamentovia teleferiche di Calliano,Besenello e Folgaria,Caldonazzo e Monterovere (eMattarello via Vigolo Vattaro).

� I forti bombardatiPreso di mira dalle artiglierieitaliane di Passo della Borcola,il forte Dosso delle Somme,armato di obici, resiste cosìcome il forte Sommo Alto acontrollo di Passo Coe. Lebatterie italiane del forteCampomolon colpiscono findai primi giorni del conflitto ilforte Cherle, o Werk SanSebastiano. Vengono colpitianche il forte Belvedere, oGcshwent, e il forte Verle, oBusa Verle. Nell’estate 1915,sottoposto a un violentobombardamento e ormai inattesa di un attacco italiano, faissare invece la bandierabianca il comandante del forteLusern, o forte Campo,Emanuel Nebesar, convinto diun prossimo e decisivoattacco italiano. Ma da forteVerle e da forte Belvederepartono colpi di artiglieria, ilcomandante viene destituito eil forte rimane in manoaustriaca.

� Le croci di SlaghenaufiNel piccolo cimitero diSlaghenaufi (Lavarone) sullesemplici croci in legno sileggono i nomi dei 748 caduti ele loro date di nascita e dimorte.

località Cogola di Serrada e che, se-guendo il bordo meridionale dell’alto-piano, sale il lungo versante destrodella Val di Terragnolo, fino a raccor-darsi con il sistema trincerato postonelle immediate vicinanze del ForteDosso delle Somme. Il nome è sugge-stivo, come il luogo: una linea che sisnoda tra balze di roccia e profondianfratti e che nel punto più stretto (la«forra» appunto) è un tutt’uno conspesse e alte pareti rocciose, profon-de spaccature e gole. È un tratto di al-topiano che a Folgaria e nella stessavalle di Terragnolo fino a poco tempofa era noto solo ai frequentatori piùesperti, stante il fatto che l’accesso èsempre stato alquanto difficoltoso eben celato dalla vegetazione», ripor-ta Fernando Larcher, studioso di sto-ria locale e responsabile degli Altipia-ni per il centenario. La Forra del Lupoin realtà era la continuazione, strate-gica, di una camminamento che daForte Dosso delle Somme arrivava,passando per il Dos di S.Cristina, finsulla cima del Finonchio, per poi scen-dere in Vallagarina. Nel tratto più sug-gestivo che da Serrada corre sul cri-nale della valle di Terragnolo e arrivaa Forte Dosso si attorciglia e si nascon-de tra le rocce per eludere lo sguardoe il controllo del nemico. Uno dei piùconvinti animatori per sua la riattiva-zione è Paolo Spagnolli il quale,dall’au-tunno 2012, ha coinvolto nel «Gruppodella Forra del Lupo» gli Alpini di Ser-rada e di Terragnolo, lo Sporting ClubSerrada, gli scout Cngei con CristinaCorradini e l’Associazione per il cam-po giovani 2000 di Rovereto, MicheleZandonati esperto del Gruppo Grottedella Sat di Rovereto ed altri volonta-ri. La risposta è stata piena di entusia-

Asiago (nella foto Forte Sommo, oWerk Sommo - Bildarchiv Austria,Vienna). Una testimonianza , lasua, da giovane ufficiale che vive ilconflitto dagli esordi e, daprotagonista, la vive con umanitàdi persona prima che di soldato:sul nemico isolato colto nellatrincea avversaria, inerme, nonspara a sangue freddo. «Ora eranolà, gli austriaci: vicini, quasi acontatto, tranquilli, come ipassanti su un marciapiede di

città», scrive dopo aver scopertoun insperato posto diosservazione a pochi passi. «Eccoil nemico ed ecco gli austriaci.Uomini e soldati come noi, fatticome noi, in uniforme come noi,che ora si muovevano, parlavano eprendevano il caffè, proprio comestavano facendo, dietro di noi, inquell’ora stessa, i nostri stessicompagni. Strana cosa. Un’ideasimile non mi era mai venuta allamente».

l’Adige STORIA10 giovedì 14 agosto 2014

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� LA SCHEDA

LUSERNA: L’ALFABETO

Al Centro documentazioneLuserna nuova sala sulla Grandeguerra (Alfabeto della Grandeguerra. 26 lettere per nondimenticare), oggetti, documentie fotografie relativi al conflittosugli Altipiani e a forte Lusern.

Ultimi giorni in batteria

l Feldmaresciallo Franz Con-rad von Hoetzendorf, acer-rimo nemico dell’Italia, nel

1906 diviene capo di Stato mag-giore dell’esercito austro-unga-rico e, dopo un’attenta analisie una verifica sul territorio con-stata che gli altipiani Cimbri diFolgaria, Lavarone, Luserna eVezzena costituiscono il «ven-tre molle» del fronte, un anellodebole per fronteggiare uneventuale attacco dell’esercitoitaliano. I sentori della guerra sono nel-l’aria nonostante sia stato sti-pulato, nel 1882, un trattato dinon aggressione tra Italia, Au-stria-Ungheria e Germania (la«Triplice Alleanza»).Hoetzendorf, grazie a ingegne-ri ed esperti militari, progettala cerniera fortificata degli Alti-piani e, grazie a studi cartogra-fici molti precisi, dà vita al col-legamento e all’approvvigiona-mento (viveri, munizioni e ma-teriali) del fronte avanzato conle retrovie, con un sistema al-l’avanguardia di teleferiche. Im-portante anche la creazione dinuove vie di comunicazione, la

I sistemazione delle esistenti, tut-te con pendenze dolci ed ampitornanti di manovra. Una verarivoluzione territoriale che du-ra incessantemente dai primidel ‘900 al 1915 . Dall’altra par-te l’Italia ha costruito a ridossodel confine con gli altipiani i for-ti Verena, Campolongo e Cam-pomolon. L’esercito di Cador-na sarebbe potuto avanzare lun-go diverse dorsali: la Vallagari-na, il passo della Borcola, la Val-dastico, la Val d’Assa, la Valsu-gana, il passo della Vena; gli al-tipiani per la loro posizione aridosso del Grenze consentonouna difesa strategica del fronteorientale per salvaguardareTrento e il Welschtirol. Si iniziaa dar corpo all’immensa lineafortificata, costituita da ben set-te fortezze: forte Busa Verle aVezzena, famosa per aver ospi-tato Fritz Weber e Luis Trenker,forte Spitz Vezzena, «la sentinel-la» a picco sulla Valsugana (unodei più bei panorami del Tren-tino), forte Lusérn o Campo det-to «il Padreterno», con gli avam-posti di Viaz ed Oberwiesen, chenel 1915 issa bandiera bianca

in segno di resa, ma che mai gliitaliani riescono a conquistare,nel territorio di Folgaria forte Cherle/San Sebastiano, forte Som-mo Alto e forte Dosso delle Som-me a dominare Serrada e la val-le di Terragnolo.A Lavarone l’unica fortificazio-ne ancora intatta, forte Gschwent/Belvedere a control-lo della Valdastico (il suo mot-to «Per Trento basto io»), salva-to dai recuperanti dall’allora po-

Sul Monte Rust era l’osservatorio otticoe a Busa Verle si trovava Luis Trenker

FOLGARIA/LAVARONE

Le sette fortezze asburgicheAl comando dei Virti dormì anche l’imperatore

nche nel «freddo»diario di una batteriaaustro-ungarica,

accanto all’esecuzione degliordini, si possono trovarecommenti, critiche eosservazioni sulla condottadella guerra. E nel 1918, ildiario della Batteria 4/28 dicannoni da 10,4 cm (28°Reggimento imperial regio diartiglieria campale pesante)scandisce lo sfaldamentodell’esercito asburgico, lamancanza di materiali, ilsenso di impotenza. Opera diufficiali ignoti, il diario è statopubblicato nel 2004 dalMuseo storico in Trento in Kriegsnotizen. La GrandeGuerra nei diari austriaci, acura di Quinto Antonelli eDonatella Segata. Il 27 maggiola batteria è sull’Altopiano diAsiago e il compilatore delquaderno, all’inizio di giugno,si lamenta del fatto che lapostazione è stata malrilevata dal repartomisurazioni, il reparto ècomandato da uncommerciante e comedisegnatore c’è unalbergatore. 4 luglio:«L’artiglieria nemica è moltoattiva durante il pomeriggio.Aerei inglesi sorvolano abassa quota indisturbati lenostre linee». 14 luglio: «Comesempre gli inglesi ci hannosorvolato coi loro apparecchiper tutta la mattinata. Versole 10 si sono visti 3 nostriaerei scortati da monopostoda combattimento. Uno degliultimi è stato attaccato dadue Stopwiths inglesi e hadovuto atterrare» (il pilotaviene catturato). 17 luglio:«Ormai quotidianamente alle7 del mattino compare unaereo con distintivo di

A

novembre l’ordine è diandare verso Salorno e lìappostarsi.3 novembre 1918: «Alle 6.30 èarrivato un dispaccio checomunicava l’iniziodell’armistizio a partire dalle5 di mattina dello stessogiorno». La batteria si spostaa Carbonare. «Un ufficialeinglese di passaggio haconfermato la veridicità deldispaccio. A Carbonare lacavalleria italiana regolava ilpassaggio delle truppe, maalle ore 12 circa ha sbarratola strada e un maggioreitaliano ha dichiarato di nonsapere ancora nulladell’armistizio. Lo stessomaggiore è poi andato con ilten. colonnello Sallmannverso Trento per avereconferma del dispaccio.Durante la loro assenza civenne detto di riunirci nellapiazza del mercato. Arrivati lìfummo disarmati uno dopol’altro e dichiarati prigionieri.Nessuno ha potuto opporreresistenza, perché eravamocircondati».

LA FINE

L’inferiorità da partenostra è ormai più chespaventosa, nostri aereinon fanno niente

Uficiale austriaco

nazionalità inglese, che finoalle 10 colpisce una batteriadi medio calibro con circa 200colpi». 16 settembre: «Lanostra batteria viene colpitaduramente, un cannone e undeposito munizioni sonodistrutti. L’inferiorità da partenostra è ormai più chespaventosa. C’è dameravigliarsi che gli italianinon installino da noi unastazione radio! I nostri aereinon fanno proprio niente. Èuna vergogna! 2 aerei nemicisorvolano indisturbati lanostra batteria mentreveniamo colpiti. Il 2

destà, Quarto Stenghele. La cin-tura degli Altipiani comprendeil comando austro-ungarico di Virti, perfettamente nascostotra le rocce (si narra che vi dor-mì l’imperatore Carlo I, succes-sore di Francesco Giuseppe).Strategico l’osservatorio otticodel Monte Rust tra Lavarone eFolgaria, rilevante quello delmonte Hornberg a controllo de-gli Altipiani e della Vallagarina.

T. D.

Nella Forra del Lupo

Sopra e a sinistra postazioni sulla «Forra del Lupo»; quisopra un aereo inglese Spad a Monterovere, abbattuto daJosef Kiss (Fondazione Museo Storico del Trentino, ArchivioFotografico); a sinistra l’imperatore Carlo d’Asburgo sulCornetto di Folgaria nel 1917 (Bildarchiv Austria,Vienna).

L’osservatorioaustro-ungaricosul Monte Rust(foto F.Torchio)e a sinistraun’immaginedi forte Verle(foto Provinciaautonomadi Trento) oggiridotti a ruderi

� Gli interventi previstiIn occasione delcentenario della guerrasono previsti variinterventi sugli Altipiani diFolgaria e Lavarone: unparziale recupero di forteLusèrn, ripristinando gliantichi volumi con lacostruzione del tetto, lamessa in sicurezza di forteSommo Alto, il parzialerecupero dell’ex comandoaustro-ungarico dei Virti,le trincee di malgaMillegrobbe ed alcunisignificativicamminamenti. Glialtipiani si aprono allastoria e il trekking dei fortinon solo è un’offertaturistica culturale dispessore, ma anche unricordo e un «Vater Unser»per tutti quei giovani chequassù posarono il lorosorriso e la loro anima.L’ideale sarebbe fardiventare questefortificazioni patrimoniodell’Unesco (T. D.).

� Il primo colpoTra i forti italiani, ForteVerena è quello piùelevato: sul monteomonimo, a 2015 metri,all’alba del 24 maggio 1915spara il primo colpo dicannone contro forteVerle. In giugno vienecentrato dall’artiglieriaimperiale e trasformato inosservatorio. In territorioveneto, è stato interessatoda lavori di ripristino.

Forte Verle (Bildarchiv Austria,Vienna); sotto il forte diCampomolon bombardato(Archivio 59° Reiner)

l’Adige11giovedì 14 agosto 2014

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