Presentazione standard1

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Puoi prendere per la coda una cometa e girando per l’universo te ne vai… Puoi raggiungere forse adesso la tua meta, quel mondo diverso che non trovavi mai… Eros Ramazzo A cura di Clara Mancusi Classe VA 2010/11

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Puoi prendere per la coda una cometa e girando per

l’universo te ne vai…Puoi raggiungere forse

adesso la tua meta, quel mondo diverso che non

trovavi mai…

Eros Ramazzotti

A cura di Clara MancusiClasse VA 2010/11

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Storia

Italiano

Filosofia

Arte

Scienze

Fisica

Latino Inglese

Le comete

“Dio è morto” (Nietzsche)

La conquista dello spazio

Infinito (Leopardi)

La dilatazione del tempo

Viandante sul mare di nebbia (Friedrich)

Ulysses(Joyce)

De Brevitate Vitae (Seneca)

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“Puoi prendere per la coda una cometa..”Una cometa è un

oggetto celeste relativamente piccolo, simile ad un asteroide ma composto prevalentemente di ghiaccio. Si pensa che le comete siano dei residui rimasti dalla condensazione della nebulosa da cui si formò il Sistema Solare, e sono composte da rocce mescolate a gas congelati, acqua, metano, ammoniaca e polvere.

Appena la cometa si avvicina a poche

centinaia di milioni di km dal Sole, il ghiaccio

che contiene incomincia a vaporizzare, formando

attorno al nucleo roccioso una nube sferoidale di gas e

polveri, detta chioma. Quando la cometa si

avvicina al Sole, la radiazione solare incide

sulle particelle di polvere della chioma, e

le spinge via. La polvere forma dunque

una coda, rivolta dalla parte opposta del Sole.

Le comete hanno vita relativamente breve. I ripetuti passaggi vicino al Sole le spogliano progressivamente, fino a che la coda non si può più formare, e rimane solo il materiale roccioso.

nucleo

chioma

Coda di polvere

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La Corsa allo spazio è un aspetto della guerra fredda tra USA e URSS. I due blocchi si sfidarono nella

rincorsa a sempre maggiori successi nel lancio di missili, satelliti e nella conquista della luna nel periodo che all'incirca va dal 1957 al 1975 cercando di prevalere

l'uno sull'altro.

Anche se le radici affondano nelle prime tecnologie missilistiche e nelle tensioni internazionali che seguirono la seconda guerra mondiale, la corsa allo spazio iniziò dopo il lancio dello Sputnik 1 sovietico il 4 ottobre 1957.

. Il termine è analogo alla corsa agli armamenti. Essa divenne una parte importante della rivalità

culturale, tecnologica e ideologica tra gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica durante la guerra fredda. La tecnologia spaziale divenne una

importante arena per questo conflitto a distanza, sia per le potenziali applicazioni militari che per i benefici psicologici derivanti dalla propaganda e

il morale.

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Viandante sul mare di nebbia1818 - Caspar David

Friedrich

Descrive l'eroica solitudine

dell'uomo davanti all’abisso nevoso,

assorto nella contemplazione dell‘infinito, di

qualcosa che sta al di sopra della comprensione

umana.

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La dilatazione del tempo, in accordo con la teoria della relatività ristretta, che è stata formulata all'inizio del ventesimo secolo grazie al grande lavoro di Einstein, Poincaré e Lorentz, è un fenomeno fisico che si manifesta nella durata di un evento, riconosciuto da un osservatore che viaggia a qualsiasi velocità. Queste dilatazioni diventano comunque rilevanti solo a frazioni significative della velocità della luce.È importante notare che quest'effetto è assolutamente trascurabile alle velocità con cui abbiamo a che fare tutti i giorni e può essere normalmente ignorato. Solo quando un oggetto si avvicina a velocità nell'ordine dei 30.000 km/s, circa 1/10 della velocità della luce, la dilatazione comincia a diventare importante. Quando poi la velocità si avvicina di molto a quella della luce l'effetto diventa dominante, come possiamo ricavare dalla formula:

dove:ΔT0 è l`intervallo di tempo osservato dell'osservatore non solidale al sistema,ΔT1 è il tempo proprio (l'intervallo misurato dall'osservatore in moto),                        è il fattore di Lorentz (sempre maggiore di 1), u è la velocità relativa tra l'osservatore e l'oggetto,c è la velocità della luce.

DILATAZIONE DEL TEMPO

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Puoi raggiungere

forse adesso la tua meta

L'idea è espressa dal "folle":«Dio è morto. Dio resta morto. E noi l'abbiamo ucciso. Come potremmo sentirci a posto, noi assassini di tutti gli assassini? Nulla esisteva di più sacro e grande in tutto il mondo, ed ora è sanguinante sotto le nostre ginocchia: chi ci ripulirà dal sangue? Che acqua useremo per lavarci? Che festività di perdono, che sacro gioco dovremo inventarci? Non è forse la grandezza di questa morte troppo grande per noi? Non dovremmo forse diventare divinità semplicemente per esserne degni?»(Nietzsche, La Gaia Scienza, Sezione 125).

“Dio è morto” è un celebre motto di Friedrich Nietzsche contenuto nella sua opera ”La gaia

scienza”; sintetizza ermeticamente la decadenza del mondo occidentale. Dio,

infatti, è la metafora del mondo sovrasensibile in generale, senza

riferimenti teologici diretti.

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"Dio è morto" non è inteso letteralmente, come "Dio è ora fisicamente morto", piuttosto è la maniera usata da Nietzsche (che infatti riteneva Dio non fosse mai esistito) per dire che l'idea di Dio non è più fonte di alcun codice morale o teleologico. Egli riconosce la crisi che la morte di Dio rappresenta per le considerazioni morali esistenti. Rompendo uno dei principali concetti della cristianità, la fede in Dio, cade il tutto: nulla di necessario rimane nelle mani». Ciò è perché ne ”Il Folle”, il folle si rivolge non ai credenti, ma agli atei - il problema è ritenere valido un qualunque sistema di valori in assenza di un ordine divino.

La morte di Dio è un modo per dire che l'uomo non sarà più capace di credere in qualunque ordine cosmico quando riterrà che non ne esiste uno. La morte di Dio condurrà non solo al rifiuto della credenza in qualsivoglia ordine cosmico o fisico ma anche al rifiuto dei valori assoluti stessi - al rifiuto di credere in un'oggettiva ed universale legge morale che lega tutti gli individui.

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“Sempre caro mi fu quest'ermo collee questa siepe che da tanta partedell'ultimo orizzonte il guardo esclude.Ma sedendo e mirando, interinatispazi di là da quella, e sovrumanisilenzi, e profondissima quiéteio nel pensier mi fingo; ove per pocoil cor non si spaura. E come il ventoodo stormir tra queste piante,io quello infinito silenzio a questa vocevo comparando: e mi sovvien l'eterno,e le morte stagioni e la presentee viva, e il suon di lei. così tra questaimmensità s'annega il pensier mio:e il naufragar m'è dolce in questo mare.”

“L’infinito è un parto della nostra immaginazione, della nostra piccolezza ad un tempo della nostra superbia […]   l'infinito è un'idea, un sogno, non una realtà. almeno niuna prova abbiamo noi dell'esistenza di esso, neppur per analogia" .

Zibaldone

..quel mondo diverso che non trovavi mai

L’Infinito è immensità dello spazio ed eternità del tempo, elementi conoscitivi e cognitivi del concetto d'ineffabile, una condizione indispensabile per ovviare alla presenza di barriere fisiche in cui il poeta, dai recessi della sua anima, edifica un orizzonte illimitato e un soprannaturale silenzio in cui eterno, passato e presente si confondono, ponendolo in bilico tra la perdita di sé e il piacere che da essa deriva.

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In the literature of all times there's a work which summaries the concret and simbolic meanings related to the theme of the voyage: the Omer's Odissey.The voyage of Ulysses is a voyage of return from the war of Troy to his land of Itacha, with his wife Penelope and his son, Telemachus.Joyce have interpreted the myth of Ulysses in a personal own way.The central character, Leopold Bloom, is Joyce’s common man. He leaves his home at 8 to buy his breakfast and returns at 2 the following morning. During his wanderings, Bloom meets Stephen Dedalus, who becames momentarily his adopted son. Finally there’s Bloom’s wife, Molly, a singer who is planning an afternoon of adultery with her music director.

Joyce’s Ulysses is a new form of prose based on “mythical method”.This allowed the author to make a parallel with the Odyssey and provides the book with a symbolic, cross-temporal meaning.

Ulysses - Joyce

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“ La m a g g i o r p a r t e d e g l i u o m i n i s i l a m e n t a d e l l e m a l v a g i t à d e l l a n a t u r a , p e r c h é s i a m o g e n e r a t i p e r v i v e r e u n a b r e v e e s i s t e n z a , p e r c h é q u e s t o s p a z i o d e l t e m p o a n o i c o n c e s s o c o r r e c o s ì r a p i d a m e n t e , t a n t o v e l o c e m e n t e , t a n t o c h e l a v i t a , e c c e t t o p o c h i s s i m i , a b b a n d o n a g l i a l t r i p r o p r i o s u l l a s o g l i a d e l l a v i t a . P e r c h é c i l a m e n t i a m o d e l l a n a t u r a ? E s s a s i è c o m p o r t a t a c o n g e n e r o s i t à : l a v i t a , s e s a p p i a m o u s a r l a è l u n g a . ”così diceva Seneca in una delle sue più importanti opere “De Brevitate Vitae. Bisogna lottare contro la fuga del tempo, attingendo da esso come da un torrente impetuoso. L’uomo affaccendato invece guarda sempre al domani, perde i suoi giorni migliori e si ritrova di colpo vecchio.Egli propone quindi una prospettiva diversa del problema: non ci si devepreoccupare della quantità della vita, bensì della sua qualità.Solo il saggio è l'unico ad avere un corretto rapporto con il tempo.Egli infatti sa che non deve proiettarsi continuamente nel futuro e neppure rifugiarsi nel passato.

Il presente è il vero tempo che viviamo e questo deve essere valorizzato e non

sprecato.

De Brevitate Vitae

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 Abbiamo visto come dalle semplici parole di una canzone sia

possibile analizzare diversi

temi e aspetti.

mi fanno pensare

all’infinito,a qualcosa di

non conoscibile,di inesplorato. quindi ad un

viaggioE perché no, anche a tanti

ricordi.

Ma queste parole

Spinta dal volerne capire un po’ di più, ho messo a

frutto queste idee.

A Mario

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BIBLIOGRAFIA

Enciclopedia Wikipedia Protagonisti e testi della filosofia –

N. Abbagnano, G. Fornero Nuovi profili storici – Giardina,

Sabbatucci Geografia generale – Feyles ,Neviani La letteratura – Baldi, Giusso Itinerario nell’arte – Cricco, Di

Teodoro