SSD AGR01 - Economia ed estimo rurale · 2013. 6. 26. · ECONOMIA AGRARIA- AZIENDA • Analisi...
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SSD AGR01 - Economia ed estimo rurale
prof. Alberto Pirani e dott.ssa Anna Gaviglio
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01 -
Eco
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esti
mo
ru
rale ECONOMIA AGRARIA
ECONOMIA AGROALIMENTARE
ECONOMIA AMBIENTALE E TERRITORIALE
POLITICA AGRARIA
ESTIMO RURALE ED AMBIENTALE
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I
-
ECO
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AG
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IEN
DA
Costi di produzione
Analisi costi-benefici della sanità animale
Analisi economica, gestionale e di efficienza degli allevamenti
Analisi di filiera
CO
MPA
RTO
Analisi dati censuari
Modelli previsionali
Competitività ed innovazione
Analisi economico-finanziaria degli investimenti in agricoltura
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ECONOMIA AGRARIA- AZIENDA
• Analisi economico-gestionale comparata dei processiproduttivi in aziende biologiche di pianura con allevamentibovini da latte
Analisi economica, gestionale
e di efficienza degli
allevamenti
• Produrre energia rinnovabile nelle aziende agro-zootecniche.Effetti economici dalle novità introdotte nella normativa del2012
• Aspetti economico-gestionali delle produzioni animalibiologiche principi ed operatività della conversione di aziendezootecniche da latte in aree intensive di pianura
• Interdipendenze strutturali e gestionali nell’adeguamentoaziendale alla politica ambientale di utilizzazione agronomicadei reflui zootecnici (Direttiva Nitrati)
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ECONOMIA AGRARIA - AZIENDA
• La realtà ovina sarda: costi di produzione e prospettivein un allevamento da latte
• Costo di produzione della carne di razza Piemontese:allevamento biologico e convenzionale a confronto
• I costi e la gestione della sanitá nell’allevamento bovino da latte
• L’incidenza dei costi di costruzione nell’allevamento suinicoloun’analisi comparata tra conduzione tradizionale e biologica
Costi di produzione
Analisi costi-
benefici sanità
animale
• Zootecnia biologica da latte e costi sanitari. Punti di forza e didebolezza in un’ottica di analisi economica
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ECONOMIA AGRARIA- AZIENDA
• Iniziative per la valorizzazione della produzione agricola. Analisi inuna comunità lariana
Competitività ed
innovazione
• Valutazione della convenienza ad adottare innovazioni di processoe di prodotto attraverso il modello costi/volumi/profitto: il caso delpesce allevato
• Innovazione e competitività nella trasformazione di prodotti daagricoltura biologica: il caso delle imprese artigiane agro-alimentari lombarde
• Il ruolo del prodotto da agricoltura biologica all’interno dellestrategie di crescita di un’impresa di trasformazione nel settorelattiero-caseario
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ECONOMIA AGRARIA - COMPARTO
• Economic-operation analysis of a chain reality in the pigmeatsector. The company’s efficiency targets through the swotanalysis
• Qualitá e tracciabilitá nelle produzioni di origine zootecnica:analisi di una filiera suinicola integrata
Analisi di filiera
• Le filiere biologiche in Lombardia
• Il comparto zootecnico biologico
• Prospectives and challenges for organic fish farmingdevelopment in Italy
• Agro-food branding and value of the quality. The brandimportance in the meat supply chain
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PO
LITI
CA
AG
RA
RIA
Politiche comunitarie per la qualità e sicurezza alimentare
Strumenti regolamentativi e programmatori Piano di sviluppo rurale - PSR Piano Agricolo Triennale - PAT
Piano Territoriale di Coordinamento - PTC
PAC – Politica Agricola ComunePCP – Politica Comune della pesca
Effetti ed applicazioni
Etichettatura e Frodi alimentari
Politiche di tutela per la biodiversità
Distretti rurali ed agro-alimentari
Evoluzione della ricerca in politica agraria
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POLITICA AGRARIA
PAC PCP
Strumenti regolamentativi
Strumenti programmatori
• Gli strumenti comunitari per lo sviluppo dell’acquacoltura edella pesca nelle acque interne della Lombardia
• Valutazioni economico-politiche sull’adesione delle misure agro-ambientali del programma di sviluppo rurale 2007-2013: il caso del Parco Agricolo Sud Milano
• The Economic Sustainability of Agri-Environmental Policies: the Application of Reg. (EC) n. 1095/2007 in the Rice Sector
• Piano Agricolo Triennale della Provincia di Milano 2004-2006
Politiche di tutela per la biodiversità
• Evoluzione delle politiche di tutela della biodiversità zootecnicaitaliana in un’ottica di produzione congiunta
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POLITICA AGRARIA
Etichettatura e Frodi
alimentari
• Il quadro normativo sulle denominazioni commerciali deiprodotti ittici nella gestione delle frodi: strumento di gestioneo problema irrisolto?
Evoluzione della ricerca
in politica agraria
• L’evoluzione della ricerca nell’ambito dell’economia e dellapolitica agro-alimentare delle produzioni biologiche
• Biocarburanti: evoluzione della ricerca economico-agraria
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I PRESUPPOSTI....prodotto ittico e cause frodi
• difficile gestione dell’etichettatura
• crescita dei volumi di import
• elevata differenziazione del mercato
• naturale somiglianza morfologica tra specie della stessa famiglia
• diminuita capacità di riconoscimento da parte del consumatore
• schema di acquisto basato su poche decine di specie
XX CONVEGNO SIEA Siracusa, 7-9 giugno 2012
L’agro-alimentare italiano ed il mercato: arte, cultura e specificità territoriali
Università degli Studi di Catania
DIPARTIMENTO DI SCIENZE VETERINARIE PER LA SALUTE,
LA PRODUZIONE ANIMALE E LA SICUREZZA ALIMENTARE
STIMOLO ALLA FRODE DI PRODOTTI ITTICI
Come arginare?
Quali mezzi?Consumatore cosciente + Decisore politico
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OBIETTIVI
Spunti di partenza
per ricerche più approfondite
Problema sottostimato
dall’attenzione accademica??
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L’agro-alimentare italiano ed il mercato: arte, cultura e specificità territoriali
Università degli Studi di Catania
DIPARTIMENTO DI SCIENZE VETERINARIE PER LA SALUTE,
LA PRODUZIONE ANIMALE E LA SICUREZZA ALIMENTARE
•Normativa di riferimento
• Gestione delle denominazioni commerciali dei prodotti
• Tipologia e diffusione delle frodi
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INFORMAZIONI COGENTI INFORMAZIONI COMMERCIALI
ETICHETTATURA DEI PRODOTTI ALIMENTARI
Normativa Comunitaria
Direttiva 395/1989 CEE e Direttiva 396/1989 CEE
Regolamento (CE) 853/2004 e Regolamento (CE) 854/2004
Normativa Italiana di attuazione
Decreto Legislativo 109/1992 - Concernente l’et ichettatura,
la presentazione e la pubblicità dei prodotti alimentari
ETICHETTATURA DEI PRODOTTI ITTICI
Normativa Comunitaria
Regolamento CE 104/2000 e Regolamento CE 2065/2001
Regolamento CE 1224/2009 e Regolamento CE 404/2011
Normativa Italiana di attuazione
Decreto Ministeriale del 27 marzo 2002 - Et ichettatura dei
prodotti ittici e sistema di controllo
Elenco delle denominazioni in lingua italiana
delle specie ittiche di interesse commerciale
D. M. 14 gennaio 2005
D. M. 25 luglio 2005
D. M. 31 gennaio 2008
D. M. 5 marzo 2010
D. M. 23 dicembre 2010
D. M. 12 agosto 2011
Fonte: Jacquet e Pauly, 2008
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L’agro-alimentare italiano ed il mercato: arte, cultura e specificità territoriali
Università degli Studi di Catania
DIPARTIMENTO DI SCIENZE VETERINARIE PER LA SALUTE,
LA PRODUZIONE ANIMALE E LA SICUREZZA ALIMENTARE
ETICHETTATURA PRODOTTO ITTICO
Testa di fango Arancione rugosetto
Pescedente dellaPatagonia
Branzino cileno
Strega Sogliola di Torbay
Pescecane spinoso Salmone di roccia
Pesceolio Merluzzo blu
TUTELA DEL CONSUMATORE AUMENTO DEL PROFITTO
Il Consumatore recepisce una piccola parte delle informazioni in etichetta
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PRODOTTI ITTICI SUL MERCATOQuante sono le specie “vendibili” in Italia?
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Università degli Studi di Catania
DIPARTIMENTO DI SCIENZE VETERINARIE PER LA SALUTE,
LA PRODUZIONE ANIMALE E LA SICUREZZA ALIMENTARE
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Nasello o
merluzzo argentato
Gadus macrocephalus
Gadus morhua
Gadus morhua morhua
Gadus ogac
Macroronus capersis
Macruronus capensis
Macroronus magellanicus
Macruronus novaezelandiae
Macroronus Nuvae Zelanidae
Merluccius albidus
Merluccius australis
Merluccius bilinearis
Merluccius capensis
Merluccius gayi
Merluccius hubbsi
Merluccius hubbsj
Merluccius merluccius
Merluccius merlucius
Merluccius paradoxus
Merluccius polli
Merluccius polylepis
Merluccius productus
Merluccius senegalensis
Pollachius virens
Merluzzo
Merluzzo carbonaro
Nasello o merluzzo
Merluzzo artico
Merluzzo carbonaro
Merluzzo nordico
Nasello atlantico omerluzzo atlantico
Nasello australe omerluzzo australe
Nasello del Pacifico omerluzzo del Pacifico
Nasello neozelandese o merluzzo neozelandese
Nasello o merluzzo
Nasello sudafricano omerluzzo sudafricano
Nasello patagonico omerluzzo patagonico
D.M. 27/03/2002 D.M. 12/08/2011
Denominazioni DenominazioniSpecie
IL MERLUZZO O NASELLO
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Università degli Studi di Catania
DIPARTIMENTO DI SCIENZE VETERINARIE PER LA SALUTE,
LA PRODUZIONE ANIMALE E LA SICUREZZA ALIMENTARE
GADIFORMI
2002: 19 specie
4 denominazioni
2011: 19 specie10 denominazioni
Troppe o poche
denominazioni?
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CASI DI FRODI – Analisi Pubbliche
Conformi136 campioni
68,34%
Intero/eviscerato11 camp. - 17,46%
Porzionato44 camp. - 69,84%
Trasformato8 camp. - 12,70%
Non conformi63 campioni
31,65%
Richiedente Tipologia Campioni %
Ditta privata Intero/Eviscerato 9 14,29
Porzionato 20 31,75
Trasformato 1 1,59
Totale 30 47,62
Servizio pubblico Intero/Eviscerato 2 3,17
Porzionato 24 38,10
Trasformato 7 11,11
Totale 33 52,38
Totale
complessivo
63 100,00
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L’agro-alimentare italiano ed il mercato: arte, cultura e specificità territoriali
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DIPARTIMENTO DI SCIENZE VETERINARIE PER LA SALUTE,
LA PRODUZIONE ANIMALE E LA SICUREZZA ALIMENTARE
IZP – Analisi del DNAn. 200 campioni (2009-2011)
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CASI DI FRODI – Analisi private
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LA PRODUZIONE ANIMALE E LA SICUREZZA ALIMENTARE
GDO – Analisi IFEn. 538 campioni (2002-2011)
Gadus morhua
208 campioni
38,66%
Pleuronectes
platessa
33campioni
6,13%
Synaptura spp
75 campioni
13,94%
Cernie
125 campioni
23,23%
Altre specie
97 campioni
18, 03%
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CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE
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L’agro-alimentare italiano ed il mercato: arte, cultura e specificità territoriali
Università degli Studi di Catania
DIPARTIMENTO DI SCIENZE VETERINARIE PER LA SALUTE,
LA PRODUZIONE ANIMALE E LA SICUREZZA ALIMENTARE
NORMATIVA
GESTIONE DENOMINAZIONI
FRODI
Revisione della gestione degli aggiornamenti
delle liste con cadenza costante
STIMA della “soglia” di differenziazione
delle specie ittiche
max differenziazione max informazione
Agevolare il privato ad assumersi il costo
per la tutela pubblica
Sviluppo di ricerche su metodologie
sia tecniche che economico-agrarie
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POLITICA AGRARIA
Distretti rurali ed agro-
alimentari
• La progettazione dei distretti rurali: un modello per il “casoagro-energetico”
• Qualità e sicurezza alimentare nel settore della pesca:il caso del Mercato Ittico all’Ingrosso di Milano
Politiche comunitarie
per la qualità e sicurezza alimentare
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ECO
NO
MIA
AG
RO
ALI
MEN
TAR
E
Analisi e pianificazione strategica nelle imprese di produzione, trasformazione
e distribuzione
Studio del comportamento del consumatore
Determinanti dell’evoluzione e della trasformazione del settore distributivo
Piani di marketing e Business Plan
Analisi di mercato
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ECONOMIA AGROALIMENTARE
Comportamento consumatore
• La pesca sostenibile nella percezione del consumatore
• Indagine motivazionale sulle scelte di acquisto delconsumatore di prodotti ittici una segmentazione in base avariabili di percezione
• Informare il consumatore per valorizzare il prodotto ittico
• L’atteggiamento del consumatore nei confronti del lattebiologico
• L’evoluzione delle principali determinanti di acquistodei prodotti da agricoltura biologica
• Segmentazione del mercato dei prodotti ittici in Italia:un’analisi dei differenti profili di consumo
• La percezione del consumatore di prodotti biologici per unacorretta strategia di marketing una verifica alle politiche deinegozi specializzati
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ECONOMIA AGROALIMENTARE
Comportamento consumatore
• Le strategie di fidelizzazione e la fiducia del consumatoreverso la marca: nuove possibilità per differenziare i propriprodotti?
• La conoscenza del consumatore attraverso l’analisi dellecomponenti negative del fenomeno di scelta nell’acquisto dialcune tipologie di prodotti agro-alimentari
• Carne di struzzo, dalle aspettative dei consumatorialle esigenze dei produttori
• La carne di struzzo, il consumatore e la grandedistribuzione organizzata: strategie di marketing per lavalorizzazione della filiera
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ECONOMIA AGROALIMENTARE
Analisi e pianificazione
strategica nelle imprese di produzione, trasformazione e distribuzione
• Strategies for growth in the milk industry sector: fromcooperative enterprise to stock company
• Interrelationships between organic food industry, innovationand consumer’s behaviour
• Strategie per la valorizzazione commerciale del pesce azzurrodell’Adriatico
• Organic meat and milk from ruminants in italy: a logisticmodel for measuring changes in the life-cycle resulting fromBSE. The strategic utility of a marketing hypothesis
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Analisi del consumo di pesce azzurro
• Tipologie di prodotti ittici consumati
• Conoscenza pesce azzurro
• Percezione rispetto specie sostitutive
• Caratteristiche consumatori e non consumatori
• Motivazioni di consumo e non consumo di pesce azzurro
Proporre strategie per il rilancio del prodotto
Strategie di valorizzazione del pesce azzurro dell’Adriatico
LE ESIGENZE DEL CONSUMATORE
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METODOLOGIA D’INDAGINE
I fase
QUESTIONARIO
FocusGroup
Analisi delle corrispondenze
K-means Cluster Analysis
Report sintetico con suggerimenti
Mappe di percezione
Composizione segmenti
Sintesi grafica dei dati
Questionario autocompilato
II fase
FOCUS GROUP
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RISULTATI – Consumo prodotti ittici
Alici,
sarde e/o
sgombri
Merluzzo,
nasello e/o
sogliola
Orata,
branzino
e/o spigola
Vongole
e/o cozze
Spada e/o
tonno
Polpi,
seppie e/o
calamari
Trota e/o
salmone
Gamberi
e/o
gamberoni
Scampi,
astici e/o
aragoste
Non
risponde
Lombardia 10,34% 17,98% 18,72% 6,90% 19,95% 6,65% 7,64% 5,17% 0,00% 6,65%
Veneto 5,37% 10,73% 20,00% 8,29% 20,49% 14,15% 6,34% 4,88% 1,46% 8,29%
Friuli V-G 8,00% 22,00% 32,00% 4,00% 10,00% 8,00% 12,00% 2,00% 0,00% 2,00%
E Romagna 6,59% 20,88% 22,53% 2,20% 18,13% 8,79% 4,95% 8,79% 1,65% 5,49%
Abruzzo 12,96% 24,07% 9,26% 22,22% 12,96% 9,26% 3,70% 1,85% 0,00% 3,70%
Puglia 11,24% 21,89% 20,12% 11,24% 19,53% 7,10% 0,59% 3,55% 0,59% 4,14%
Italia 8,91% 18,20% 19,98% 7,69% 18,86% 8,72% 5,82% 5,16% 0,66% 6,00%
• Orata e spigola/ Spada e tonno/ Merluzzo e sogliola più apprezzate
• Pesce azzurro consumato principalmente al Sud
• Vongole e cozze più consumate in Abruzzo
Qual è la prima specie consumata in casa?
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RISULTATI – Mappa di percezione
(1) Moderno(5) Tempi brevi(6) Grasso
(2) Salutare(3) Gusto delicato(4) Dietetico
(4) Saporito(5) Tradizionale(6) Gusto di mare
(1) Moderno(2) Gusto delicato(3) Costoso
ALLEVATOFRESCO
AZZURRO CONSERVE AZZURRO
FRESCO
BIANCOFRESCO
Salubrità
Modernità
Modernità/Gusto delicato
Sapore/Tradizione
AZZURRO SOTTOSALE
AZZURRO PRONTI
-
RISULTATI – Focus group
Consumo
Non consumo
Razionalità
Emotività
Provenienza italiana
Tradizione
Contenuto nutrizionale
Costo basso
Scelta difficile
Mancanza di fiducia nel prodotto
Non piace a tutti i membri della famiglia
Preferenza specie “più pregiate”
Preferenza specie più semplici da cucinare
Presenza di lische
Gusto particolare
Possibilità culinarie
Motivazioni di consumo e non consumo di pesce azzurro
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RISULTATI – Focus group
Proposte per il rilancio del prodotto
Prodotto
1.Aumentare contenuto di servizio
2.Migliorare il packaging
Promozione
1.Comunicare provenienza e proprietà nutrizionali
2.Sottolineare rapporto costo/provenienza
3.Sfruttare mass-media e gadget per insegnare a cucinare
Posizionamento
1.Nuovo placement – Fast food e Happy hour
Attenzione a mantenereil prezzo basso
Assicurarsi della percezione della sicurezza
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CONCLUSIONI – Strategie di
interventoINTERVENTO LEGISLATIVO
Non esiste una definizione formale
Correlazione positivaconsumo-conoscenza
INTERVENTO PROMOZIONALE
Esiste un corpuslegislativo
Esiste un segmento di
mercato utile
Regg. CE 104/2000 e 2065/2001
Decreto Ministeriale 27/03/2002
Elenco delle denominazioni
commerciali delle specie ittiche
DISINFORMATI
• Circa metà del campione
• Buon consumo di prodotti ittici
• Conoscenza bassa
• Difficoltà ad associare il pesce
azzurro a determinati attributi
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CONCLUSIONI – Strategie di intervento
COMUNICAZIONE CORRETTA ED EFFICACE
Trasformare la definizione “culturale” in ufficiale
INFORMARE ED INFLUENZARE IL CONSUMATORE
Immagini positive: famiglia, tradizione e territorio
Rafforzare idea della salubrità del prodotto
Successiva campagna informativa specifica
Costo basso “prodotto povero”
Gusto unico “non piace a tutti”
Ha sostituti (pesce bianco) percepiti più salubri
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ECONOMIA AGROALIMENTARE
• Il fenomeno dei prodotti biologici a marchio privatonella grande distribuzione organizzata
Determinanti dell’evoluzione
e della trasformazione
del settore distributivo
• Un modello multicriterio “fuzzy” per la valutazione distrategie di marketing applicazione al settore distributivo delcomparto delle produzioni biologiche
• Il valore aggiunto dell’attributo “biologico”: il caso dei salumi
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ECONOMIA AGROALIMENTARE
• Il fenomeno dei prodotti biologici a marchio privatonella grande distribuzione organizzata
Analisi di mercato
• L’evoluzione del mercato dell’orata e del branzino:un’indagine sulle importazioni
• Il mercato dei prodotti biologici: un’analisi di scenario
• Evaluation of the Italian potential market for organicaquaculture products: results from a Delphi study
• Prodotti biologici, di qualità e convenzionali: evoluzione dellacompetitività di prezzo
-
ECONOMIA AGROALIMENTARE
Piani di marketing
• Il marketing dei prodotti biologici: problematiche, dinamiche eopportunità
• Benessere animale: la gestione sanitaria della stalla come leva dimarketing per i prodotti biologici di origine animale
• Carne di struzzo: ipotesi per una strategia di marketing
-
ECO
NO
MIA
AM
BIE
NTA
LE E
TER
RIT
OR
IALE
Valutazione economica e gestione delle razze zootecniche autoctone
Strumenti a supporto della governance territoriale e dei processi decisionali
nella programmazione dello sviluppo locale
Sistemi agricoli innovativi delle agro-energie
Gestione sostenibile delle aree protette
Agricoltura e paesaggio
Biodiversità e sostenibilità economica
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ECONOMIA AMBIENTALE E TERRITORIALE
Agro-energie
• Production of biomass resources, assessment of their availabilityand interactions with food production: a supply model for theregional scale
• Conjoint analysis and citizens’ behaviour: the biofuels case study
• Biogas e zootecnia. Quali prospettive per il futuro
• Strategia d’impresa, profili di rischio e valutazioni economiche efinanziarie dei processi di produzione del biogas e perl’utilizzazione.
• Assessment of the parth-worth utility of the biofuels use in thepublic transportation: a first analysis.
• Produrre energia rinnovabile nelle aziende agro-zootecniche.Effetti economici dalle novità introdotte nella normativa del2012
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Analisi economica della filiera zootecnicaIntegrazione con la produzione energetica
e la denitrificazione dei reflui
Produzione di
carne e di latte
Adeguamento
Direttiva
Nitrati
DM 7 aprile 2006
Produzione
energia
elettrica
e termica
Processi
di
denitrificazione
Utilizzo del
digestato
PROGETTO DI RICERCA
SINBION - Sviluppo di sistemi integratisostenibili per il recupero dei sottoprodotti
dell’agro-industria e dell’azienda agraria al fine di
ottimizzare la produzione di biogas e valorizzare
l’utilizzazione agronomica del digestato
-
Voci di costo 2005(euro / kg carne)
2006(euro / kg carne)
2007(euro / kg carne)
2008(euro / kg carne)
2009(euro / kg carne)
2010(euro / kg carne)
Costi espliciti:
Alimentazione 0,83 0,83 1,02 0,94 0,81 0,85
Manodopera 0,13 0,13 0,12 0,06 0,06 0,07
Altri costi 0,15 0,17 0,17 0,16 0,14 0,15
Acquisto Magroncello 0,25 0,25 0,23 0,19 0,21 0,21
Costi impliciti:
Interessi e ammortamenti 0,13 0,13 0,14 0,13 0,11 0,09
Costo Totale 1,49 1,51 1,68 1,48 1,33 1,37
1. Produzione di carne/latteAnalisi del costo di
produzione di carne in
allevamenti suini, bovini
da latte e bovini da carne
Costo di produzione del SUINO PESANTE (allevamenti a ciclo aperto)
Fase 1 COSTI
-
Conto economico (anno 2012): stima
Fase 1
Fase 1 Fase 2 Parziale Fase 3 Fase 4 Totale
Capitoli di bilancio Allevamento Trasporto reflui Fase 1 e 2
Digestione anaerobica
Riduzione azoto
Processo integrato
COSTI 1,37
RICAVI 1,40
UTILE + 0,03
Suino grasso da carne
CONTO
ECONOMICO(euro/kg carne)
(euro/kg latte)
-
2. Costo di trasporto dei refluiStima dei costi di
trasporto reflui
Il costo è composto dal trasporto fuori azienda del refluo e dalla concessione dei
terreni necessari per lo spandimento.
Il modello di analisi ha lo scopo di individuare il costo per tipo di capo allevato e/o
per unità di refluo da spandere.
ASSERVIMENTO
TRASPORTO
Costo unitario
terreno asservito
(euro/ha)
Terreno per unità
di refluo
(ha/m3)X = *
Costo unitario
trasporto
(euro/m3/km)Y =
Costo unitario per refluo
XY +
Il fabbisogno può essere
determinato in base al
potere fertilizzante del
refluo
-
Cantiere:
ATRATTORE E SPANDILIQUAME
FASCE
COSTO
TOTALE
COSTO
UNITARIO
(km) (euro/m3) (euro/m3/km)
1 2,70 2,70
5 4,90 0,98
10 7,40 0,74
20 12,30 0,62
40 21,50 0,54
Cantiere:
B
BILICO-CISTERNA E TRATTORE
CON SPANDILIQUAME
FASCE
COSTO
TOTALE
COSTO
UNITARIO
(km) (euro/m3) (euro/m3/km)
1 5,30 5,30
5 5,50 1,10
10 5,90 0,59
20 6,60 0,33
40 8,00 0,20
Costi unitari di trasporto in funzione della distanza e della tipologia di vettore utilizzato
La prima parte della formula richiede la stima del costo unitario di trasporto per distanza e per
tipologia di mezzo ed è quella più importante nella definizione della spesa totale.
Fonti: ns. elaborazioni da dati DEIAFA, Università di Torino e da dati ottenuti da indagini dirette
Si propone un esempio, il costo di adeguamento è pari a:
Liquame suino
X = (200,00 euro/ha 0,011 ha/m3) + Y = (0,98 euro/m3 5 km) = 2,2 + 4,9 = 7,1 euro/m3
-
0 euro/ha50
euro/ha
100
euro/ha
150
euro/ha
200
euro/ha
1 km 2,70 3,21 3,73 4,24 4,76
5 km 4,90 5,41 5,93 6,44 6,96
10 km 5,90 6,41 6,93 7,44 7,96
20 km 6,60 7,11 7,63 8,14 8,66
40 km 8,00 8,51 9,03 9,54 10,06
Costo di asservimento crescente
Dis
tan
za
cre
scen
te
Costo aggiuntivo di spandimento del refluo zootecnico (euro/m3) per il trasporto fuori azienda
Nella seguente matrice si indica la progressione del costo di trasporto del refluo aumentando
distanza e costo di concessione. Nel caso di terreni in proprietà si nota che, tuttavia, il costo può
andare da circa 2,70 euro/m3 fino a 8,00 euro/m3.
-
Conto economico (anno 2012): stima
Fase 2
Fase 1 Fase 2 Parziale Fase 3 Fase 4 Totale
Capitoli di bilancio Allevamento Trasporto reflui Fase 1 e 2
Digestione anaerobica
Riduzione azoto
Processo integrato
COSTI 1,37 0,18 1,55
RICAVI 1,40 1,40
UTILE + 0,03 - 0,18 - 0,15
Suino grasso da carne
CONTO
ECONOMICO(euro/kg carne)
-
3. Produzione di energia Matrici organiche
Effluente
zootecnico
Sostanza
secca
Quantità
sostanza
secca
Incidenza
s.s.o.
Quantità
s.s.o.Biogas
Quantità
biogas
Energia
elettrica
(*)
(%) (kg) (%) (kg) (m3/kg SSO) (m3) (kWh/t)
LIQUAME SUINO 5,00% 50,00 90,00% 45,00 0,45 20,25 36,45
LIQUAME BOVINO 7,50% 75,00 85,00% 63,75 0,40 25,50 45,90
LETAME BOVINO 20,00% 200,00 80,00% 160,00 0,50 80,00 144,00
Stima del potenziale energetico per tonnellata di effluente zootecnico
(*) Il rendimento energetico di una unità di biogas oscilla tra 1,8 e 2,2: nel caso in esame si è utilizzato il valore
prudenziale pari a 1,8
Impianto “pilota” alimentato a solo effluenti
zootecnici.
Ai fini della stima è necessario valutare il
rendimento energetico delle matrici
organiche e la conseguente stima del
fabbisogno di materia prima per
l’alimentazione dell’impianto.
Schema impianto biogas
-
Ai fini della stima si è determinata la seguenti ipotesi:
Suini: l’impianto è alimentato da effluenti misti da animali da ingrasso e da scrofe
Tipologia
animale e peso
vivo
Produzione
liquame e
letame(m3/capo/anno)
Energia
elettrica
(kWh/ton)
Energia
elettrica
per capo(kWh/capo)
Fabbisogno
capi(numero/anno)
Suino pesante
(160 kg)4,3 (liquame) 36,45 156,73 7.465
Scrofe e suinetti
(260 kg)9,6 (liquame) 36,45 350,00 3.343
In base ai rendimenti energetici indicati per le tipologie di effluenti considerati, l’obiettivo è
l’installazione di una potenza pari a circa 150 kW ed una erogazione 7.800 ore/anno, che
comporta una produzione totale di circa 1.170.000 kWh.
Specie Energia elettrica
(kWh/capo)
Capi
(numero)
Energia totale(kWh)
Scrofe 350,00 1.000 350.000
Suino adulto 156,73 5.250 822.832
La consistenza dei capi richiesta per la gestione
e l’alimentazione dell’impianto è:
Suini: 5.250 (capi da ingrasso) e 1.000
(scrofe)
-
3. Produzione di energia Tecnologia
Vasca di
stoccaggio
Vasca di stoccaggio
liquami
Energia
elettrica
Calore
Digestato
Substrato solido
caricato nella
tramoggia
biogas biogas
FermentatorePost -
Fermentatore
Separatore solido-
liquido
Separato liquido
Separato solido
utilizzato come
ammendante
Fonte: nostra elaborazione
Substrato liquido
inviato alla pompa
miscelatrice
-
Voci di bilancio Parametri Valore
- Capitale totale euro 6.000,00
- Capitale proprio euro 1.000,00
- Capitale esterno euro 5.000,00
- Saggio % 4,50%
-Durata anni 15,00
RATA CAPITALE ESTERNO (Ce)
-Rata euro/kW 465,57
euro/kWh 0,060
AMMORTAMENTO CAPITALE PROPRIO (Cp)
- Quota per potenza euro/kW 66,67
- Quota per energia elettrica euro/kWh 0,009
TOTALE: 0,069
3. Produzione di energia Costi operativi annuali
Ai fini della ricerca è importante la stima dei costi di realizzazione e di gestione di un impianto a
biogas della potenza elettrica di 150 kW alimentato con reflui zootecnici, sulla base di un
funzionamento annuo pari a 7.800 ore.
Il costo totale di realizzazione si può stimare sia di circa 900.000 euro, pari a ad un valore unitario
di 6.000 euro/kW. Di seguito, si indica il valore di costo annuale relativo alla rata di finanziamento
esterno e di ammortamento del capitale proprio.
1. Costo di realizzazione
-
Capitoli di spesaCosto unitario
(euro/kWh)
- Gestione ordinaria impianto 0,014
- Manutenzione ordinaria impianto 0,012
- Full service cogeneratore 0,022
- Analisi chimico-fisiche 0,002
- Spese generali 0,010
TOTALE 0,600
2. Costi ordinari di gestione
Capitoli di spesaCosto totale(euro/kW)
Coefficiente di rischio(%)
Costo annuo(euro/kW)
Costo annuo(euro/kWh)
-Impianto 4.000 2,00 % 80,0 0,010- Cogeneratore 2.000 1,50 % 30,0 0,004TOTALE 6.000 - 110,0 0,014
3. Costi straordinari
Stima del costo totale di gestione annuale dell’impianto di digestione anaerobica
Capitoli di spesaCosto per energia
(euro/kWh)
Costo totale (*)
(euro)
Costi finanziari per il capitale 0,069 80.730,00
Costi ordinari di gestione 0,060 70.200,00
Costi straordinari 0,014 16.380,00
COSTO TOTALE 0,143 167.310,00
(*) Il costo totale è calcolato come prodotto tra costo unitario per energia per potenza (150 kW) e tempo (7.800 ore/anno)
-
3. Produzione di energia Costi operativi
Ai fini dell’analisi è necessario parametrizzazione i costi di gestione dell’impianto per
la produzione di biogas seguendo le unità di misura utilizzate per il conto economico
della filiera integrata.
I parametri per il calcolo sono:
- Valore in euro/capo: costo totale di gestione/numero capi
- Valore in euro/kg carne: costo totale di gestione/quantità di carne prodotta
- Valore in euro/m3 di refluo: costo totale di gestione/quantità di effluente
prodotta
Conto economicoSUINO ADULTO (160 kg p.v.)
(euro/capo) (euro/kg carne) (euro/m3)
Produzione annualeCapi (n)
6.250
Carne (kg)
1.000.000
Refluo (m3)
22.575 suini
9.600 scrofe
Costo totale di gestione dell’impianto
per la produzione di biogas27,77 0,16 5,2
Pertanto, il costo annuale totale di 167.310,00 euro e di 0,143 euro/kWh diventa:
-
3. Produzione di energia Ricavi
I ricavi sono stimati in base all’attuale tariffa incentivante in vigore in Italia fino al 31
dicembre 2012. Il valore dell’incentivo è pari a 0,28 euro/kWh, per ogni unità
prodotta ed immessa in rete.
Tipologia animale e peso vivo
Produzione liquame e
letame(m3/capo/anno)
Energia elettrica(kWh/ton)
Energia elettrica per
capo(kWh/capo)
Ricavi da energia elettrica
(euro/capo)
Ricavi da energia elettrica
(euro/kg carne)
Ricavi da energia elettrica
(euro/kg latte)
Suino pesante (160 kg) 4,3 (liquame) 36,45 156,73 43,88 0,274 ------
Scrofe e suinetti (260 kg) 9,6 (liquame) 36,45 350,00 98,00 0,377 ------
I valori di ricavo devono essere ridotti della quota di energia utilizzata per auto-
consumo e per attivare i processi di denitrificazione. Pare opportuno utilizzare
un valore intorno al 15%. Pertanto, nel prosieguo della valutazione i valori di
ricavo sono i seguenti:
Tipologia animale e peso vivoRicavi da energia elettrica
(euro/kg carne)
Suino pesante (160 kg) 0,274 * 0,85% = 0,233
Scrofe e suinetti (260 kg) 0,377 * 0,85% = 0,320
La media dei ricavi è, pertanto, pari a
(0,233* 5.250 capi + 0,320*1.000)/6.250 = 0,25 euro/kg carne
-
Conto economico (anno 2012): stima
Fase 3
Fase 1 Fase 2 Parziale Fase 3 Fase 4 Totale
Capitoli di bilancio Allevamento Trasporto reflui Fase 1 e 2
Digestione anaerobica
Riduzione azoto
Processo integrato
COSTI 1,37 0,18 1,55 0,16
RICAVI 1,40 1,40 0,25
UTILE + 0,03 - 0,18 - 0,15 + 0,09
Suino grasso da carne
Per la terza fase della filiera si imputano valori di ricavi
e di costo.
CONTO
ECONOMICO(euro/kg carne)
(euro/kg latte)
-
4. Denitrificazione del digestato
Fase aerobica
Denitrificazione Nitrificazione
Stoccaggio
Sedimentatore
Fanghi in esubero
ossigenatoriossigenatori
miscelatore
Scarico
N2Ioni di
azotoseparatore
Digestato
1
Pre-vasca
2
3 4
5
Obiettivo della fase di processo è la riduzione del carico di azoto, attraverso 2
possibili vie:
1) Dispersione in atmosfera in forma non inquinante;
2) Raccolta dell’azoto in esubero attraverso processi chimici.
a) Processo biologico: tecnica nitro-denitro
Tecnologia
L'impianto a flusso continuo è caratterizzato dall'utilizzo di vasche continuamente alimentate per lo svolgimento
delle reazioni biologiche. E’ necessaria una fase primaria di separazione solido-liquido (2) che riduca i solidi
grossolani e, in parte, i carichi da trattare.
Il liquame chiarificato viene alimentato alla vasca di denitrificazione (3), da questa passa alla fase ossidativa per la
nitrificazione (4). Questo schema prevede, quindi, un consistente ricircolo di miscela aerata contenente nitrati alla
vasca di denitrificazione e ciò comporta un rilevante consumo energetico.
-
b) Processo chimico: tecnica di strippaggio dell’ammoniaca
Digestato
La frazione liquida del refluo digestato proveniente dalla separazione (1) viene preriscaldata e rilanciata in
continuo in una vasca per la correzione del pH prima di essere indirizzata alla sezione di trattamento
dell’ammoniaca (2).
L’ammoniaca rimossa dalla fase liquida e trasferita alla fase gassosa nello strippaggio, viene successivamente
assorbita nella torre di strippaggio.
Il contatto bifasico tra la fase liquida contenente ammoniaca e l’aria di strippaggio è realizzato in una colonna a
corpi di riempimento con temperature di esercizio relativamente elevate di circa 55°C.L’aria ammoniacale in uscita dalla tesa dello stripper viene aspirata da un apposito ventilatore ed inviata alla base
della colonna di assorbimento (3).Nella colonna, dotata di anelli di riempimento, l’aria ammoniacale viene a contatto con un flusso di acido solforico
introdotto nella parte superiore per mezzo di una pompa di rilancio.
L’acido solforico reagisce con l’ammoniaca contenuta nell’aria, salificandola, fino a produrre solfato ammonico,
che viene estratto e confezionato (4).
1
2
3
4
Il solfato di ammonio può essere commercializzato a titolo minimo del 6% di azoto (ai sensi del D.Lgs.
217 del 29/04/2006.
Processo di strippaggio
-
Capitoli di spesa Valore
(euro)
- Opere civili 100.000,00
- Impianti 200.000,00
TOTALE: 300.000,00
Stima del costo di gestione annuale di un impianto per la rimozione dell’azoto
Voci di bilancio Valore
(euro/m3)
- Costo di ammortamento (*) 1,67
- Costo di gestione ed energetico (**) 2,25
- Costo totale 3,92
4. Denitrificazione del digestato Stima dei costi di processo
Si propone una stima di carattere esemplificativo dell’incidenza del processo di denitrificazione sul
conto economico dell’intera filiera zootecnica. Il valore presunto di realizzazione e di gestione
dell’impianto è parametrizzato alle unità utilizzate per le precedenti fasi: capo, unità di carne e di
latte prodotta e unità di refluo trattato.
Volume totale refluo annualeSi ipotizza che un impianto di 150 kW produca circa
10-12.000 tonnellate di digestato
(*) Per il calcolo dell’ammortamento dell’impianto si considera un tempo di 15 anni e, pertanto:
300.000 euro/15 anni/12.000 m3 = 1,67 euro/m3
(**) I consumi energetici sono elevati: si possono considerare circa 6-8 kWh per Kg di azoto rimosso, pari a
circa 20/25 kWh per metro cubo di digestato, per cui: 22,5 kWh/m3 0,10 euro/kWh = 2,25 euro/m3
Stima del costo
di rimozione
dell’azoto:
impianto e
gestione
-
Conto economicoSUINO ADULTO (160 kg p.v.)
(euro/capo) (euro/kg carne) (euro/m3)
Produzione annualeCapi (n)
6.250
Carne (kg)
1.000.000
Digestato (m3)
12.000
Costo totale di gestione
dell’impianto per la
denitrificazione7,52 0,047 3,92
In base ai dati ed ai valori indicati, il costo totale annuale presumibile è pari a 47.000
euro, da cui si possono definire i seguenti valori unitari.
Si ricorda che il trattamento si effettua sul digestato, che per un impianto di 150 kW
risulta essere circa di 12.000 t/anno.
Stima del costo di rimozione dell’azoto nella filiera zootecnica
-
4. Denitrificazione del digestato Ricavi del processo
TIPOLOGIA EFFICIENZA DI RIMOZIONE
sul totale in ingresso (%)
COSTO
per unità di liquame
Solidi Azoto (N) Fosforo (P) euro/m3
SBR senza separazione 5-10 50-70 0 3,4-3,6
SBR con separazione (*) 10-60 70-90 15-75 4,1-4,7
I processi di denitrificazione possono avere efficienze di trattamento molto diversificate, ma in linea
generale si può asserire che una quota pari al 70% sia un effetto finale accettabile e raggiungibile
senza un aggravio di costo sul bilancio dell’impresa particolarmente significativo.
Su tale ipotesi di riduzione dell’azoto si impostano i ricavi ottenibili, valutati come contenimento del
costo di adeguamento alla Direttiva Nitrati.
Stima dell’efficienza di rimozione dell’azoto e del costo di processo
VOCI DI COSTOSUINO ADULTO (160 kg p.v.)
(euro/capo) (euro/kg carne) (euro/m3)
MEDIA 29,7 0,18 6,90
Ricavi calcolati 20,8 0,13 4,83
I ricavi di questa fase sono calcolati come riduzione del costo di
trasporto per una riduzione del 70% del carico di azoto
-
Conto economico (anno 2012): stima
Fase 4
Fase 1 Fase 2 Parziale Fase 3 Fase 4 Totale
Capitoli di bilancio Allevamento Trasporto refluo Fase 1 e 2
Digestione anaerobica
Riduzione azoto
Processo integrato
COSTI 1,37 0,18 1,55 0,16 0,05 1.76
RICAVI 1,40 1,40 0,25 0,13 1,78
UTILE + 0,03 - 0,18 - 0,15 + 0,09 + 0,08 + 0,02
Suino grasso da carne
Per la quarta fase della filiera si imputano valori
di ricavi e di costo.
CONTO
ECONOMICO(euro/kg carne)
(euro/kg latte)
-
5. Separazione del digestato Tecnologia
La migliore gestione del digestato anche dopo la denitrificazione è la separazione solido-
liquida che permette di avere due fasi distinte:
FASE SOLIDA da utilizzare in forma palabile sui terreni ed eventualmente da essiccare
con il calore prodotto dal digestore;
FASE LIQUIDA da utilizzare come fertirrigazione.
Separatore
VERTICALE
Separatore
ORIZZONTALE
-
Bilancio economico del processo integrato
Scenari Costo per l’impresa Gestione
dell’azoto dei
reflui
Effetti economici sulla filiera
zootecnica
Reperimento terreni Variabili in funzione
della scarsità
SUFFICIENTE Aumento dei costi di gestione
Impianti di separazione dei
reflui
Fase solida e liquido
chiarificato
Separatore a elica
(20-25.000 euro) MEDIO
Aumento dei costi di gestione
Possibili ricavi solo nel caso di
vendita della fase solida
Impianti di denitrificazione
Tecnica chimica/biologica
Strippaggio
dell’ammoniaca
(250.000-300.000 euro)
BUONO
Elevato aumento dei costi di
gestione
(Insostenibile)
Impianto di digestione
anaerobica
Processi di denitrificazione
Digestore anaerobico
(900.000 euro)
Strippaggio
dell’ammoniaca
(250.000-300.000 euro)
MOLTO BUONO
BILANCIO POSITIVO
L’utile che si determina alla fine
del processo integrato può
permettere una valorizzazione
dell’intera filiera
Scenari di intervento per la riduzione dei costi di una filiera zootecnica integrata
e la valorizzazione del processo in un’ottica di sostenibilità ambientale
-
ECONOMIA AMBIENTALE E TERRITORIALE
Biodiversità e sostenibilità economica
• Biodiversity and quality of life. The “biological consumers”judgement to evacuate biodiversity
• Livestock biodiversity. Genetic and economic resources ofLombard territory
• Economy and zootechnical biodiversity: some reflections
Valutazione economica e
gestione delle razze
zootecniche autoctone
• Management tools for agricultural biodiversity: a model for theclassification of autochthonous livestock breeds
• Ipotesi di sostenibilità economica per l'allevamento bovino dirazza Bianca Val Padana
• La tutela della biodiversità zootecnica. Ipotesi di reintroduzionenell’allevamento ovi-caprino di razze autoctone lombarde
-
ECONOMIA AMBIENTALE E TERRITORIALE
Gestione sostenibile
Governanceterritoriale
• Territorial analysis in support of policy-making. “A conceptualand methodological model”
• Osservatorio economico- ambientale per l’innovazione e lagestione sostenibile del Parco Agricolo Sud Milano
• For a new policy of valorisation of mountain areas. The case oforganic milk
• L’utilizzo di indicatori ambientali, economici e sociali comesupporto decisionale per l’avanzamento delle aziende agricoleverso la sostenibilità
• Analisi multi-attributo della sostenibilità agricola della RegioneLombardia
-
IL PROGETTO BIOGESTECAPiattaforma di biotecnologie verdi e di tecniche gestionali per
un sistema agricolo ad elevata sostenibilità ambientale
Diverse linee di studio
WP1 - Gestione dei fertilizzanti
WP2 – Efficienza dei nutrienti minerali
WP3 - Risorsa idrica nella coltivazione del riso
WP4 - Biocontrollo
WP5 - Esplorazione della variabilità genetica e scelte varietali
WP6 - Utilizzo di reflui e residui per la produzione di energia e fertilizzazione dei terreni
WP7 - Valutazione tecnica, economica e ambientale
Multidisciplinarietà
Diversi temi, diversi approcci,diverse informazioni raccolte
Esiste la possibilità di valutare la sostenibilità complessiva di un
sistema di produzione agricolo?
COME VALUTARE?
Analisi della sostenibilità dell’attività agricola
-
Obiettivi della ricerca VALUTAZIONE DELLA SOSTENIBILITÀ DELL’ATTIVITÀ AGRICOLA
SVILUPPO RURALE SOSTENIBILE
• Quali parametri misurano la sostenibilità agricola?!
Definizione di un set di indicatori per l’analisi
• Come valutare la sostenibilità agricola?!
Tecniche analitiche multi-criterio georeferenziate conaggregazione su base comunale
• Quale utilità ed impatto?!
Possibile coinvolgimento del decisore politico nella creazione di uno strumento di misurazione della sostenibilità su scala territoriale
-
FASE 1 - Definizione del set di indicatori
1.a Identificazione e valutazione delle fonti di dati (Siarl, Istat, DG Agricoltura Regione Lombardia, ecc…);
1.b Definizione di un elenco di indicatori per la sostenibilità dell’attività agricola;
Pilastro Cosa misuriamo Calcolo
Economia Intensità zootecnia UBA/SAU
Economia Manodopera ULU/SAU
Economia Intensità attività agricola SAU/Superficie
Economia Dimensione economica (Indice UDE*#aziende)/SAU
Economia Dimensione aziende #Centri Aziendali/SAU
Economia Modernità azienda - Qualità del parco macchine Indice composito (#macchine, età, potenza)
Economia Modernità azienda - Caratteristiche prorietari Età del proprietario
Economia Lavoro agricolo Lavoratori in agricoltura/Residenti comune
Ecologia Attività agroambientali SAU a misura 214 (anno più rappresentativo)/SAU
Ecologia Investimenti non produttivi SAU a misura 216 (anno più rappresentativo)/SAU
Ecologia Imboschimento SAU a misura 221 (anno più rappresentativo)/SAU
Ecologia Agricoltura Biologica SAU a biologico/SAU
Ecologia Allevamento Biologico UBA a biologico/SAU
Ecologia Agricoltura in aree protette SAU a Parco/SAU
Ecologia Utilizzo fertilizzanti ?
Ecologia Gestione dell'acqua ?
Ecologia Consumo energia - Potenza macchine agricole ?
Ecologia Consumo energia - Elettricità ?
Società/Multifunzionalità Servizi agrituristici #Aziende agrituristiche
Società/Multifunzionalità Servizi agrituristici #Posti letto/#Aziende agrituristiche
Società/Multifunzionalità Servizi agrituristici #Coperti/#Aziende agrituristiche
Società/Multifunzionalità Diffusione cultura rurale #Aziende con fattorie didattiche
Società/Multifunzionalità Mantenimento paesaggio rurale #Fabbricati rurali/Superficie comunale
Società/Multifunzionalità Prodotti tipici #Prodotti tipici nel comune/#Prodotti tipici regionali
Società/Multifunzionalità Produzione energie rinnovabili ?
Società Densità di popolazione Grado di urbanizzazione
1.c
Valutazione indicatori in base ai dati e
all’opinione di esperti
-
FASE 2 - Calcolo degli indicatori
2.a Calcolo degli indicatori per comune;
2.b Georeferenziazione del database su QGIS–GRASS;
Indice UDE
-
SUP_COMUNE_HA
RESIDENTI
Aziende_operanti
UBA
SAU_HA
BOSCO_HA
SAT_HA
SAU_BIO
D_214
D_216
D_221
@#LETTI
@#TUR
SAU_TUR
@#COPERTI
@#SEDUTE
@#LETTI_DIP
@#LETTI_IND
RESsuKM
AZsuKM
SAUmedia
SAUsuSUP
UBAsuSAUHA
BOSsuSAU
BIOsuSAU
D_214suAZ
D_216suAZ
D_221suAZ
Informazioni primitive ed elaborate INDICATORI UTILI
“Valutazione” dell’esperto
FASE 3 - Analisi multi-criterioScelta tecnica:
Dominance-based Rough-set Approach – DRSA
Prova/validazione DRSA su Area Regione Lombardia (PASM)
-
Prova DRSA su PASM
Dalla valutazione parziale alle regole di classificazione
-
Prova DRSA su PASM...fino all’espansione delle regole sul “territorio”
-
ALTRE OPZIONI PER USO DSRA
UTILITA’ ANALISI
scoprire le caratteristiche condivise da unità in cui si verifica il medesimo fenomeno
APPLICAZIONE IPOTETICA
Risposta al quesito: “Quali sono le caratteristiche delle aree a bassa/media/alta sostenibilità della prod. agricola?”
Issue #1: “Cosa definisce l’agricoltura sostenibile?”
Issue #2: “Come integrare le richieste del committente?”
-
L’Osservatorio Economico-Ambientale per l’innovazione del Parco Agricolo Sud Milano
Sviluppare un supporto informativo continuo utile al
Parco Agricolo Sud Milano per la valutazione della
propria programmazione politica nell’ottica di
ausilio all’imprenditore agricolo e di attestazione
delle esternalità positive derivanti dalle iniziative
intraprese a favore del Parco, applicando una
visione di politica attiva dal basso (imprenditori
agricoli) verso l’altro (policy-maker), come
auspicato dall’Unione Europea.
Obiettivo del progetto
Progetto articolato in
3 fasi e in 3 anni
-
L’agricoltura nel Parco Agricolo Sud Milano
Zootecnia e
colture
cerealicole e
foraggere
Risicoltura
Zootecnia e
colture
cerealicole e
foraggere
Risicoltura,
Zootecnia,
colture
cerealicole e
foraggere
-
Il campionamento delle aziende delParco Agricolo Sud Milano
Differenti indirizzi produttivi
(Cod.OTE)
Distribuzione geografica nei 4
comparti
Differenti dimensioni economiche
aziendali (Class. UDE)
50 Aziende24 con Marchio
«Azienda Agricola
produttore di qualità
ambientale»
8 Aziende
biologiche o in
conversione
14 Aziende
multifunzionali
Zootecniche
specializzate
Zootecniche non
specializzate
Cerealicole
Risicole
Miste
-
Valido strumento in alternativa a sistemi poco rispondenti alla
necessità di coinvolgere il tema della sostenibilità dal punto di
vista economico, ma anche da quello ambientale e sociale.
Strumento diagnostico basato su calcoli, osservazioni e
misurazioni dirette in grado di valutare, sulla base di indicatori
quantitativi, i punti di forza e di debolezza del sistema produttivo, e
individuare modalità di miglioramento verso la sostenibilità
42 Indicatori 3 Componenti3 Scale di
Sostenibilità
Economica
•Agro-ambientale
•Socio-territoriale
La valutazione della sostenibilità: il Metodo IDEA
Indicateurs de Durabilité des Exploetations Agricoles
-
La valutazione della sostenibilità: il Metodo IDEA
SCALA COMPONENTI INDICATORI
Economica
Redditività
Indicatori derivati dal modello di bilancio riclassificato
Indipendenza
Trasmissibilità
Efficienza
Ambientale
BiodiversitàIndicatori IDEA adattati alle
caratteristiche agro-territoriali del Parco Agricolo
Sud Milano
Gestione dello spazio
Pratiche colturali
Socio-territoriale
Qualità dei prodotti e del territorio Indicatori IDEA adattati al
contesto socio-territoriale del Parco Agricolo Sud Milano
Etica e sviluppo umano
Lavoro e servizi
-
La raccolta dei dati nelle aziende del Parco Agricolo Sud Milano
Raccolta dati tramite SIARL
Interviste dirette in azienda con
appositi questionari
-
I risultati ottenuti: un’azienda convenzionale ed una biologica
AZIENDA CONVENZIONALE:
Migliori performances economiche,
soprattutto per via della maggiore
dimensione dell’azienda convenzionale.
AZIENDA BIOLOGICA:
Migliori performances agro-ambientalI:
fertilizzanti organici, assenza di fitosanitari
e meno prodotti veterinari.
Migliori risultati socio-territoriali:
maggiore qualità dei prodotti e
certificazione, qualità del territorio e del
paesaggio.
-
Sostenibilità Economica
Sostenibilità Agro-ambientale
Sostenibilità Socio-territoriale
Convenzionali Medio-bassa Medio-bassa Media
Biologiche Media Alta Medio-alta
Multifunzionali PASM
Media Media Alta
• Le aziende biologiche presentano un livello di sostenibilità
agro-ambientale maggiore
• Le aziende multifunzionali ottengono, in genere, un elevato
livello di sostenibilità economica e socio-territoriale per via
della differenziazione delle fonti di reddito e il maggiore
contributo all’occupazione
• Le piccole aziende convenzionali specializzate ottengono
in genere più bassi livelli di sostenibilità
I livelli di sostenibilità nelle aziende campionate
-
Informazioni sulla
sostenibilità
complessiva del PASM
Fase di realizzazione
Costituzione di un
Osservatorio
permanente
Fase di progettazione
Questionario
Face to
Face
Scarichi e
consultazione
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Valori di sostenibilità
e indici di redditività
dell’azienda
La Piattaforma Informatizzata e la Piattaforma web
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ECONOMIA AMBIENTALE E TERRITORIALE
Agricoltura e paesaggio
• Agricoltura, ambiente e tipicità: effetti sullo sviluppo sociale edeconomico nel mondo rurale
• Agricoltura e territorio. Un recupero per la promozionepaesaggistico-ambientale
• Scelte pianificatorie e valorizzazione del capitale naturale. Uncaso di studio in Lombardia: la futura provincia di Monza eBrianza
• Agricoltura e paesaggio. Le aree asciutte a nord del CanaleVilloresi
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ESTI
MO
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RA
LE E
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MB
IEN
TALE
Stima dei danni
Espropriazione per pubblica utilità
Analisi delle problematiche inerenti il Catasto terreni ed il Catasto fabbricati
Valutazione dei beni ambientali
Stima dell’azienda agro-zootecnica