IL REO PER AMORE, · ILREOMi] PERAMORE, j DRAMMAGIOCOSOPERMUSICA ©ARAPPRESENTARSI...
Transcript of IL REO PER AMORE, · ILREOMi] PERAMORE, j DRAMMAGIOCOSOPERMUSICA ©ARAPPRESENTARSI...
IL REO Mi]PER AMORE, '
j
DRAMMA GIOCOSO PER MUSICA
©A RAPPRESENTARSI
NEL R. TEATRO DEL RONDO
Nell' Estate del 1821»
NAPOLI,©ALLA TIPOGRAFIA FLAUTINA I
l 82 I^ V. -, * Digitized by Google
'V.Cb'j,
Jja musica e del Sig. NiedermeyerMaestro di Cappella* Svizzero *
- - « .•
Architétto 'de' reali teatri e diret-
tore delle decorazioni, Sig. Ca-valier Niccolini »
. » * n * ' * 1 ‘
| * 4 * * »•, .
Le scene sono state inventate e
dipinte dal Sig. Tortoli,allievo
«dei suddétto
.
Macchinista Sig. Corazza,
.** -
•
^* • -
Direttori del vestiario 9 Sig. Novi ,
per gli abiti da uomo; Sig. Gio*
. vinetti 9per quelli da donna
.
A 9 JPER-
'
ATT D R.1V5 *'
GIULIA ,amante di Ernesto ,
' .Signora Comelli -Rubini • ... 4
ENEIOMETTA figlia di Guglielmo,
Signora De Remardis j.
GUGLIELMO, uomo facoltoso, prepotente*
c credulo delle cose soprannaturali
.Signor Ambrosi .» ,
®.. 5 . ,
', ' HJr '
* * . A »*
ERNESTO, amante di Giulia, , . $Signor Rubini •
DON EARRIZIO GALLINACCIO ,uo«w
scaltro e concettoso ,non ignorante peli i -
ria e nella lirica poesia,precettore*! Giulia,
Signor Casacci**' ?-*• * <- t
•,* * »
"• *
DON FLAMINIO ,uomo * furbo e raggira-
tore, che si dà per mago , ed astrologo#
allettando una rigida serietà
,
Signor Lombardi •
La sana è in Napoli nel villaggio detto
il tremerò, in un casino di D> Guglielmo .
5
9 $ ir at
• 4
Galleria nobilmente adornata ; fuga- di camerein prospetto , che guidano agli appartamentidi Guglielmo. Porta da un l?to che in-*
troduce all’appartamento di Giulia. Porta-
d'ingresso dail' altro lato*.' * :
Guglielmo , Efiricbetta e Flaminio .
. iv
Gvg* TT'lglia, amico,, il colpo è fattoi*'
JP La fastosa mia vicina ,' Che vuol far la modesrina
,
^ Con suo scarno- in* questo giornoLa mia vittima sarà.
1tpfm Provo al core\ o GenitoreUha gioja inaspettata :
Al mio piede umiliataLa superba ’VedràV
FU. Anche in me • l'allegrezza
Tutt'il sangue sta a brillare.
Che finisca di esultare
Chi sol merita crepar
.
Sur, Ella vien tacita e mesta. *
Pia. A gioir poco ti resta' ;
Gug;, A me volgi il dire$.„ ,J - —
Pia, ' ' ' •' A quella
Volli dir , che Vi martella. ..'
.
f^Se divampa il foco mioIl castello, in- aria andrà
,. ),
Enr,tf2
Stiamo taciti in disparte,,.'
Gug. Osserviam quel' che farà rPia,
( Ha mischiato egli le carte
,
La mia mano or le. alzerà .)’
. „ * * --i
A $ SCE*-
. & C te: Ì*t A .IK-;- ,-t ,
.' Giulia e. detti . /
'. . J #
G/»* ('T’AEh più non tradirmi
XJF Soave speranza „Riaccendi nel petto..
. ^ La ferma costanzaClie un altro tiranno?
4
Scacciando ne sta.)? •<.
Gvg*. frema ! ancor non è avvilita V
77*, Come il solito sta ardita ,.
F.*t\ Esco., aimè, del senno fuori!'
Gìu
:
( Sono qui?,* .) Serva, Signori*.
~nr
"' a2 Me T inchino .
.
Gug*FU. Mi sprofondo . . ì.
Gug. Non ho termiti ... mi confondo • • s
.Vof
* spregarle, . ^
43. Comandarmi.
.
(Di prudenza or tempo parmi
Stiamo cheti ad ascoltar, )
Gug*. La vedete , o dottissimo Don Flami*»-
nio ? quale vi sembra ? (Ftt disparte . )>
FU. No, non è tanto in flessibile £ anzi tiene
nella fronte qualche linea misericordiosa pel.
genere mascolino',Gug. Osservatela bene ».
Giu. Signore ^ vi degnate ....
Gug^ Degnatevi voi*Signora Giulia , di noti-
essere tanto ingrata con chi ,dopo la mor~
te di vostro padre,
che fu mio. compagno
di negoz} ,vi accolse in sua casa con la ve-
dova vostra madre ,e che v* adora all’ ecces-
so per riceverne sempre un rifiuto ,.
Fnr-, Ed io poi non son cosi * amo tutti per
non far torto a nessuno..Gug. Che ne dite di quell* orgoglio? ( Sotto
ce a FUminio. ) Si puù sperare?f'Ut La luna è più orgogliosa di lei . (
Come
,. vr fc. 0- 7>
sopra . ) Eppure’ si fe’ cicisbea d* un pecoraio.£ugt E\ cosi ?. (
A Giulia.) '
G/k. Posso io non 1 amare' Ernesto# a cui hotanta obbligazione V
Bnr. ( Ch* è quello; che amo- ancor io . )
Gnor. E potete noni amar me ,, da cui. riceve-te quanto vi bisogna V
E'nr. (Roba da ammazzala! j~
Gùg: Diffido vincere quel cuore ostinato
.
(Sotto voce a Flaminia .)Fla;• Ed io n<5 .[Come sopra . ) La cabala-
, i pre-stigi sanno vincere l’ ostinazione .'^ Lasciateeh* io parli
-
colla luna .
Gug. (c. s. ) Io però dubito- che il precettore,che la consiglia non la rendesse verso ‘"di
me severa , e che tirasse a favorire un miorivale» *
v
Fla.( c. a) Doire sta costui?'
Gug. (c. s.) In mia casa. Si chiami Btoq Fa-brizio Gallinaccio.
v
Fla.-(c. s.) Gli parlerò io . e ne* ricaverò il
costretto ...
Gug. { c. s. )0H uomo più che sublime ! Sa- '
^ prò io ricompensarvi.Fla. (c. s. J Lasciatevi da me servire . (Fin-
ché: nel mondo Vi son gonzi vi sarà sem-pre la- mia pagnotta . {Parte.}
Eur.(Vola; fare Una passeggiata in giardino,
per non pitti vedere, questa. superba rivale . >
, - (Fatte .)S> C- E ¥ 4 IIL
Cugltelmà e' GiuliaIulia ,, alle corte r or dbvrestè raitlr
VJT mentarvi che: quando- privo' io re-stai delta consorte ,- vii assicurar che" quell’a-
more eh* io nutriva;per lei cominciala a sen-tirlo# per: voi#..
A 4 Gin*
Digitized by Google
8 * Tt
T O ,
Giu, 54. io vi 4; amarvi; come io,
amava mio padre.
.
Gug. W oggiM è perduto, tutto per voi?
éiu, Oggi oiucchè mai'debbo tributarvi lamia,
gratitudine*,t >,
Giu, Voi mi amate ?. ,
Ciu. " A questo patto io v’amfr*.
Gug, Oh sorte amica , altro da te non bramo*Mi amate ?'
„t
V; .
Gifi^ * lo v* amo tanto.
Quanto una -figlia tenera,,
Può amare il genitor
.
G»g> Ma amate voi quel giovine:
Forse di me più ancor
.
Gjtb Diverso è in ver i* affetto
Per voi, per luì nel petto $ ,
Ma questa face amabile
Brilla d’ uguale ardor
.
«Uff* . (, Indegni amanti,,Fra podi* istanti.
Sarete vittime
Del mio furor.1
))
Gitt, (Sorte infelice _Già mi : predice
Quel volto torbide*»
Col suo fùròr'
Gug,. (Gessate inique furie
Di lacerarmi H cor*7 c
Giu. ( Ahi quando ,o stelle, ha. termine-
li fiero mio dolor !}'
Gug. Tu fosti. ognor la. causa
, Del mio dolor tiranno-.
Giu. Perchè accrescete , o barbaro *Il mio crudele affanno!
}
Gug. (Cessate inique furie „ ;
J* Di lacerarmi il cor . )
Gin . (Ahi quando, o stelle, ha termine* Ji fiero mió dolor ! )
iBtrtono da oppo-
ste &cfc-*
- V f.
S C E N A v£Fabrizio dal zzo . appartamento „^j^ro^miQ et non inverno rQ — «li
No filosofo diceva
,
Ca nisciuno ne vedevaDi perfetta probità.
A sti riempe ino si steva*v.La lanterna no stillava ;Quero fe inmena potevatfe no secolo strelià ,
" f- “S?
HianGO uPa nce ne sta •D un tal sesso io qua pochetti'Buon devota n*
era già ;Wa restanno asciutto e metto .Ne notaje la falsità.mo so isterico e poeta ,
-
Son di Giulia il precettoreMa la barbar* moneta r
' ® Dei r mi fògge, ognorE chi sa, Fortuna rea r
a ^ ^0Mie sì: matreay -
• Si la rota — quacche bota»..
re me pure aje da boti. , .
'
Ag^io scritto tutta sta notte Ijl stori* de stoir ante de. Guglielmo
, che ha fatto crede*re banca/otra pè s’ acchiappa tutte le merc-anzie de. fu suò, socio, patre della mia a-
Mrnn.i e pe chesso caritatevolmente' se lavorria sposa pe. se .leggi temè tutto chelloehe s ha usurpato. NJa io lo sto appen aen-no no paghetta ncuolJo ch’è na pece gre*ca
, e pe ogge se sentarra na bruna caglio-sa., .Lo briccone no mb dà auto cb/alJuog-gio e lume a uso- de sordato, de passaggio :ma pe chello che sia magna m’ha fattoscorda pure cornine se decrina. Mine man-na, sempre le spie n cuoi lo; ma isso po toz-za niacqa a no pepierno
, ca Giulia Eme-A 5 sto
y A 'T* f' - & *
s?0 s’ ha da sposi . . Chi è ino? st’ auto che-
be^e l Pur isso, lo mstanarrà p.? . Mettimon-
ce «guardia ,ca< cheìla figura. niente me pia-
ce . Si tenesse dui auti piede parraria. 1 Ip-
pogrifcb de l’ Ariosto . '
,yS C: E. Ni A V. ‘
Flaminio * Pa*s0 Xrdve » * détt° ~Via- C Alve preceptor massime .,
FaJb O SàM riveritissime.
Fin, ta. fama, della, vostra, ddttflnamv Hata--
voglialo. » veder dappresso,‘il' più • Sublime
ingegna*, del secolo . .
M. Il secolo, ini, vuplei: ©«orare contrari n\r:
riti miei.. 1 ' :‘ v •
Eia. (N’ ho capito il carattere . )
(Leggio appurato citi t . L
j?/*. C E’ furbsdccltione ..1^
.
Fab, ( E’ arefic.e d’oro; 1
F/4. E’;- vero che silje ancor grande neJa poe-
.•
. 3 „* '
• vr | * . -' * ' r '
•
gjo V. /„ *
Fìj6. E’ tanto, vero, che: mó/ ne sto provanno
fft Cioèl
favrete molli di, quegl* idoli che si
^chiamano danari., y; fl
ue
fab. Gnernòi. tenga molti. di quegl idoli che.
V si chiamano dkbbete
"
*
r* ^
^:
,
fla. Cornei un poeta ?v.V. _ „
Taf. E la stessa rima non te lo> dice . P
ripeta e. moneta hanno fatto senape. a
potiate nfrà. lltìrb
F/4 .. Col tempo speriamo....,. ,
- Fab. E ch’Vje da spera f La poesia- e n a
che fa doppo muorto. . Omero era. no po
vero cecato ,.che nisciuno le deva. tre
.
ramano . Appena che morette po se. disse.|
n Onorate V altissimo* poeta..
Nc* era cchiù paeta d’ Orfeo,, che cani
comm’ a no varvacchtò? V4vo f«?e la Pc“
F R i M a. rr. disto da* le baccante, e doppo muorro nel-
la Traciale facetteno no- tempio*. Ovidi®vivo, lo mannajeno n morì ncopp* a n’fso-là , e muorto che fuje Pauza’jeno- la statua
a Solmona Accessi spero io pure chedoppo che so muorto* taraggio quarto jyornede bona vita •
Fla± (, La sa tutta! ) Bravo' istorico! Ma se* mai vf bisognasse un pajo di centinaia d* on-
ce, sta a; voi se Je volete adesso
.
Fab: (. Chisso i die dice ! XVuje mom’abbur-late-..
Pia, Che Burla re ? Sta a voi'quando le voleteFab: Io le borria mov,Fla: E son pronte. Altro voi non dovete fa-
re che persuadere la vostra-alunna (la qua-le so che in' tutto è solita ad obbedirvi.) di
dar la mano di sposai ali suo- benefattoreGuglielmo,*: e dallo stesso vi" saranno sbor-sate duecent’ònce .. Andiamo su sollecitamen-te a far. danaro ...
Fair. Aspetta* Vi cornine' t’àbbiie ! Io , si
avesse st’ abilità la persuadarria pe. mme ,
non 1 pe l’ auteF/à. Còme no? Il negarlo- con' me- è' vano ,
lo sono- astrologo* e. mago , e o la Luna oPlutone mi. dice ii tutto ,. per cui so di si-
curo che voi siete contrario* a Guglielmoper favorire i segreti- amori di Giulia edfErnesto.. Ponno mentire; Plutone e la
Luna ..
Fair: La Luna è na zan tragifa e Plutone èno bazzariota : Ca io so stato sempe. n’ om-ino' onorato r e maje no mine so ntricato
‘
co: li fatte- de Giulia*. Anze,
guanti* aggiovisto veni: qua cicisbeo 4 su)o a Ja^ casa
,o
mme so puosto a leggere Metastasi© , o so
ghùn’accattà io pepe, e no mme macca la
A 6 su-
, Digitized by Google
s? , A T 0 *
stima. Ga sì m’ allonimo re stfaceiQ stazimarra e sto perucchissimo che pare no
, sciarcò . M’ajp ntiso a ine?,F4?,.
.Temerario ! Ecco ohe siete u-n Ernesria-
no. Tanto mi basta avere udito,per' rovi-
narvi » Or io il, rapporto, a chi deva, edimparerete per T avvenire a trattar meglio,i lincei pari* - 4 • ; -
Fab.. Aspe ( Oh malora?, sto cuqfvo inomme precipita * -, . .j
Fla-i E thè deve aspettare ?
Fab. Tu sebbero te piglie collera? Che Ha èstata na pperspa digressione. /Del* resto nu-
le volimmo essere amici.. Vaiammonce • -
Fin. E farete quanto, vi ho dmo,? - .
Fab. Basta K vedrò
:
.« >(
Fla. Ma qualche cosa* ho. da dire a Guglielmo ..
Fab. No le dì. niente. (Mo* te l’addormo.)Tè guodcte chisso pe T ammore mio-.
Fla* Un- orologio cf'oro !.
Fab. Acchiappatillo , e bon prode te faccia-*
FU, Io me lo- p sreodo e da or’ avanti noi. s«r
mo, amicissimi *•
Fab E chesso è chellc# che bolevar*. ,
FU. Sa] ve preceptpr maxime.. -
Fab. Salve riveritissime . .
FU. (Vuoi $tar fresco.,! U cane prende il pa-
ne dal. ladro ; ma non. lascia perciò, d* ab-
bacare avanti la- porta del padrone (Parte.)
Fab. ( Isso è corzaro,e io so marenaro . Mo
vedimmo a chi se sape sgsere cckiù ma-lino ., ) ( Parte. ), ,, 4 - ?
/ \ U E X A VI.-;
-
1
; -Giardino.
Gtul/4 ed^Brnesto*Giu. TW TOn per ine
,per te pavento t-
Cara speme di quest’ alma ,
... Sol per re nei petto io sentoMi!-
jf .
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I.
p r i m a. 13Mille palpiti di amor i
Et». Se tu m' ami , o mia speranza,Delhi' sorte io non pavento :
Il tuo affetto f o cara-, avanzaOgni acerbo mio dolor *
Ma tu piangi?
Gru. Io per te tremo*:
Ern. L’ avvilirsi a che mi giova ?
Giu. Questa tema è per me nuova,Superarla il cor non sa !
Ern. Lascia il duolo . . *
Giu. Ahi quale affanno^»a 2. Deft finisca amor tiranno
Il tuo barbaro rigore,
Cangia i palpiti del coreIn soave ilarità *
Giu. Ma », Ernesto, sei nel giardino d* un tuorivale
Ern. Amore non conosce perigli . Io la sua.
casa P ho. sempre frequentata , e sempre*Guglielmo mi ha ben ricevuto
.
Giu. Guglielmo amico?Ern. O* amico , o nemico- io non deggio mai
dividermi da chi adoro..
Giu. Ei viene * io mi ritiro . Il ciel ti liberi
da qualdie insulto!(Rtr/e. )
S C. K N A 1. VII.f Guglielmo r Flaminio , ed Ernesta.
Gug. I O. dunque non m’ingannai .-
Vda. I- No, affatto^. E'i* antesegnano di tut-» t* i- furanti . - - ; •
Gag. Benissima. . . ^ {Ma chi vedo ? )
*
Ern. Sta bene il signor Guglielmo*?.Gugk Non troppo .,
Enté Ho inteso di fare il mio dovere con far-vi una visita .
f
Gug. Potevate risparmiarvi tanto incomodo».&*ik Avrei mancato agli obblighi miei.
.a •
Digitized by Google
I4 A T T &Nessun obbligo ..
Era. Anzi . •
Mi j permetta .. Ad- Ernesio t .poi sottovoce
a Flaminio ‘.^E’ questi- il mio odioso rivale.'
Fla. Sottovoce a Guglielmo, Me / ne 1 sono ac-
corto- al hnon peso- delle’ tante- cerimoniericescate». • •- A
Gug. Che debbe fare ?/ (come sopra . )i :
Fla ., Tollerate e lasciate ch’io noti, al libro
quanto- più: veggo . (come sopra . )
Gug. Mando a dtre a Giulia che qui non» ven-
*
ga. (come sopra'. ^
Fla. Anzi yi tutto l’opposto mi' bisogna -anco—ra lei .. (
comi sopra . )
Gng. Va- (adi un servo . ) di* a Giulia che 1
quei si porti .,( parte, il servo•%- ^Signor Et—mesto, da molto non. ci eravamo veduti .,* -j
Erx. Sono- stato occupato da; molti affari,
£tn» Ed or vi siete disoccupato? -*
S- C E Nt A;i #VH I.*
*• >
Giuliane detti ,, poi Fabrizio ì
Giu. TT** Qua Giulia,
Gug. Pj (Sotto voce:* Giulia .- {
Guardatev-è venuta una. visita . Nom so però se a. meo a-; vqE. 1 ;
Erm (. Ah 1 che già sento i: moti di gelosia, );
Gug.(Di nascosto a Piami ) Che - ne argo-
mentate dal cambiamento di que* volti VFla.
(Come, sopra ): Per ora bt un arcano". - La.
Luna mi dice il tutto.. Altro non* vedo dii
certo che: sono tutte azioni premeditate da»
quel birbante ed , infame-’, precettore ,. che -
tutto- lè suggerisce- per rendervi- infelice .
Non so perchè, non lo mandate via a colpi;
di- legnate, .
Oug; (; Come, sopra . ), Perchè Giulia lo prò-.tegge . -
.
• '
Ft**( Come sopra .. ). Qj* sarebbe il tempo op-
porr
P R I M O. t5portuno . Vedete con che sfacciataggine 'ar-
disce- venirvi; avanti .
Gug. (Coma sopra. ) E devo soffrirlo!
Fab. Signò .... Donna. Giulia faciteve cca rca viaggio da. parla, fino ••
C'ite Che cosa ? y
Gug. Che devi dirle- in; segreto „ mio* buon,galantuomo c
Fab. E si. non sentite? e- a.ccostateve>, ca, ve-
nce voglio, a buje pure
.
Frtt. Vengo.(Che sarà: mai li)
Fla. (Ah! che si è formato qualche gran si-
nedrio . );
Fab. Prijfimo- de tutto » vedite ca io na nnesaccia niente..
Cugi DL che? Pari» presto eoi tuo* malanno _Fati Ecco cca ... Vuje, Donna Giulia , aierese—
ra me disteve lo rilòrgio. vuosto pe lo por»-*
tà staiti macina a concia ...-*
Gitt\ Sì f.'e cosa è stato
Fab. E! stato , ca mo propio, m*è stato; arra—bato-; - *
Gita OimèToimè! Punico, ricordo di mio pa-dre
>
Cugi Rubato 3 - • *
Fati Otiorsì ? t saccio pure chi ha? menato*cinco< e tirato seje,.
Gug: Ghr fa. mai questo ladro birbone?Fab. Lo.- vedite- Uà ., ( Accennando Flaminio » )
E’ benuto a trovareme, ca mme voleva
parla;; lo rilorgio- steva neopp*a no tavoli-
no : ha fatm na- vota, e gira e se P Jia fu-
mata.. So ghmro a bedè
e
mP’aggio tro- „
vato scritto qui fu lo rìlorgio .
fla\ Possibile! quello è il’ prim* uomo . del.
mondo ..v 1
.
Fab. O primm* ottimo o prhnrrvi. doma *ptea. bedè a ca , si no l' ha pesato, iste P ha da*
""• te-
Digitized by Google
t6 * » A- T T O's «
tenere ncuollò.{Si volgono tutti versò Fi
^
-
minio con sorpresa . )
Fla.. (Co^’è mai che tutti gli. occhi sranno
sopra diarré V ) „
Gug.(Piano agii altri v V L’uomo-è grang-
ele: non si deve fare pubblicità- Tutti alai. mondo possiamo errare, • ,
•„
Ertt. Permettete- che gli- parli io colle buonemaniere?
Gag. Anzi, usategli tutto iT rispetto-Ern. Non- dubiti* pet questo.. -. Come si chia*-.ma ì . / t ..... ..
Gag., D. Flaminio Pizzicotti.FaL E pe cJiesso jpea a gizzeco*, e menai
dintVa la- vertola ..
Ern. Signor Don Flaminio-Fio. In che devo servirai ?
Era* Fatemi grazia di vedere die oraEia Non hb orologio...
Ern. Resta fra noi . L’orologio Io avete ìwtasca . . .
. ^ V .
Ela<(.©b diavolo! quel birbo me V ha saputa
accoccare . >s Ho capato; Va' dirvi prima-come andò il fatto.
Eri». Non occorre . Son persuaso* che. ha do-vuto, essere uno sbaglio. Datelo a, me se-gretamente.
FU. Eccolo .(.Cb* io sia ammazzato se nonaglie la rendo al doppio.
( Parte.?' '
Ern. Prendetelo ^.Signorina.Giu. Or sono più che contenta.., ,
Fak. Che ve ne pare mo? Chi è lo buon.ga-*- lantuomo , io o c lai Ho Barbanera ?
L) _i , comincio a. guardarti con buona gra-
fia —.Conosco negli occhi, tuoi un. certo non*so che di bontà
.
Ern.( Questa -è la prima volta che il veggo
di buon amore*,} •,*-
‘' Fab.
. . Digitized by Google1
P' R*r rTM^or »?fab. Avite fia vede la vocca e non 1* nocchie^
So cchiù ghiurne che scrivo ìtr versi, est®dijuno in prosa , -che ninne magnarria namusa arrostirà, lo credo che qaahno medétte l’ estro poetico, Apollo* faceva Fott’pn-
ze„che non m’ha fatto maje abbotta de
pane E perzò fàcile vuje nio . Io pove-a
» ramino non faccio* auto che di bene de vu-|e , ve vav’avantanno* pe^ tutto*,, e
Gag. Basta cosU* non avrai- più- bisogno di
niente . < Questo anche porrà giovarmi . ) .
Fab, Qh! ino va buono; n* aggio cacciata la
capitani a . {Sotto voce e Giulia . )
Gì». Ed io tanxo ve ne ringrazio. (
Come sopMÙ
i & C E N A 1X/ '
„
Ennchett
a
, e dettivMur. Cfgnor padre , voi avete nemici in ca~
sa * ecl il primo è- questo satirico t.
temerario. ( Accennando Pabritioi )
lab. (Che d’è mo ? se- jesse guastanno la
tiempo ? )- - * - *
Gug* Perché patii cosi di quel misero sapiente ?
Snr. Perchè quel misero sapiente è un mal-dicente è un impostore* Sono entrata net*
la sua stanza, che per pura carità gli
te assegnata y ed. ho trovato sui tavolino
questa carta di sua mano , dove dice tantamale di voi . -
Fab,(Oh mmalora ! me l’aggio scordata . )
Ghg Vediamo,-».Ed oh se questo è vero!Eab* Gnernò , che male ? La signorina cca.
non è lirica. <* a >-.
Gug. Vedremo, vedremo . Ecco* come inco-
mincia : Non v' è al mondo un uomo più fie-ro e più sanguinaria . di., Guglielmo Gelone *
Io fiero e sanguinario!jfab, Che significa valoroso e smanecarore.—
* . . Pc-
Digitized by Googie
f* - •
. OrPetrarca r %
• ^ *-* *. **? + 4l>*
„.Giunto A lessalidroallàfàtttosà tohibfc*
„ Del fero Achille,, sospirando disse.. *
Che fuorze Achille er» cbianchiero? Eraifiero guerriero;, • ’
Ern. Non dice male, ' »- * i - -
Giu. Cosfc è .,-
F*b. (Aggio paosto nf attoppafelfo de mo . )
Gug. [ Seguitando a leggere , ) Non è uomo dapoterne dir fané i nè dì lodarlo
> nò di trat-tarlo. E perchè -
Eab. Perchè le vostre- booti sóngo assaje , ese nce- sperdarria ©gite* penna* pe farne no*riassunto .. — Monsignor della- casa :
m Che in ver le vostre lodi e i- vostri onori'Non li conterrà tutti un abbachista
,
„- Si eh* io le lascio» lof- da un~* in fuori*Gvg. E qual è quest* una che lasci in fuori-?*faB, E lo* refettorio che no me’ l' avite* fattoi
mai vedè .v tv '
Arw.-Eppure va, benev *
Giu. Eppure non c'è male;Enu. Signor padre.;
.questi4 vanno* d'accordo*,
Gug> Sì-, è vèroj.rne ne sono? accorto
.
Ern. Ma. io ^signor Guglielmo...Gug. Ma voi mcn degli altri; dovreste* parlare.,Gtu. Ma P infelice Ernesto ?. .„
&tig. Ernesto;!f, IO fremo ! ) Ernesto?.
( Stelle*! non sa più. reggereLa tolleranza ima!.,. Che mai i rispondo?/Ingiustissimo' amor hu. lo* mi* confondo .,
*<•* Sdegnarmi vorrei;, -
Ma astretto- a frenarmi ,,*• -Non: so più; che farmi,* «Che dirmi non so., )
EaBi( S»u3ta^o< aggio- un fossoBen lario ben^ gr iosSo j-
- Sudato ^ affannato*
Re-
r ' ^ sd by Google
Restato so mo . I i
Ciuk. {Ho l’alma atterriti ,
1 -
Conius , indecisa *Che più; non ravvisa -v -* N
Se desta io qui sto.f,
Ern+(Confusa ho la mente' k
Fra mi Ili sospetti ..-
Per me più ditetts *** •
Sperare non so . $Enti (
Da' suoi danni scossa rL’ altera superba V- f
Il fasto ancor serbaChe sempre mostrò
.
FaBk (?e miez*a sto spaHe *A cornine sta scrina,. a
De secce, no fritto
Ne avraggio mo mo. YrA 5. { Dt tutti. nel voho
Dipinto è il terrore LChe in papi Iti à il core
Comprender si può . ICitti. Ebben ,
signore,.
Sperar: poss* io
Che il pregar mia .v*\
Abbia valor?' • v ^io troppo altera
Mi disporrai *• •
Ingrato mai-Non ebbi il cor.. » .
Gug
-
Lieta saresti *,
Se avessi: un core *
Giui Meglio spiegatevi *
Con me , signore #
Ern. E’ ihesarabile r ••s
:
Che ne pensate? 1 - -
Ettr., Ve! chiedo in grazia:( Ad Ern,
Badate a me *.
FaS*> T T G>
(Gca che se nfrucecai
Vorria. sapè . ) r
Ero» ,Se proteggete
Sì puro affetto
-
Oh qual diletto
Ve n* avverrà! -* *•* *-
-,
**
Gioia infinita- . • xHa in se quell? alma *Ghe della calmaDono, altrui fa-.. -*
_ ;y Gug. - Con me ti rendi .
Troppo importuno i. - * *.
Non ha quest'anima^Rimorso. alcuno». ,
r
,.:is
Deh persuadetelo*Per me , signoraw ? ; • *> *
Perdono ehieggovi •- -
Non spetta a me *: ->«. «
( E majè no parpeto-
Mine lassa* alfe ! )t .••
Breve respiro.( Fìngenttfr. \)
Vi chiede il eore .. _>
Del vostro amore,
„
Si palerà... -<
** v>Sè siete docili^ * -
.
Se fidi siete *, >. - - : ,*
La cara avrete.;EeJicità*.
v
Srn.4a* Tutt
ó "‘«petto, r ‘ «
Signor avrete-*- . »
Per voi nel petto^ -
- , S’aftrena il cor »-r,- .-
Fab». D'errori gli uomini; -, 1
Tutti ne fanno ;
.> i Soltanto gli asini; ‘ .
Non fanne? error*.Snr^. Non siate, docile ; { A Guglielmo . )
Non.V » ' \
Ero»
Gì*
Erti;
Tabi.
Sugi
E
qui non V* è* Lo'^ado altro-
(Parte.)
PRIMO. • 21Non li credete.Togliete un argineAl vostro amor.
( Partono. )SCENA X.Flaminio solo
.
Vviva il signor precettore ! trìì -ha saputoI
ben corbellare. Credevo esser ro il pri-mo raggira tor della terra, e ne ho trovareun altro più dtfttò di ine; “Mi ha postol’ ingenere sopra-,;* poi fatto pigliar
per ladro! Ma -se la vedrfr 'èoihe giochere-mo io e lui a ubi la sa ^.r^ìCrb^la. Perora m’ è d
1 uopo di persuadére*- il signor•Guglielmo del modo col cAtgle/'^Tir ha in-gannato . Ma^ve a cercareSCENA XI.
Giulia e Guglielmo che la segue .
Giu. "\yj A , signore ,che più bramate da me?
Gug. IVI Non altro che favellarvi.
Giu Andiamo dalla maire.Gug. Sono un uomo onesto.
Gtn. Ma furioso .
Gug. M 1 avrete ragionevole . Ascoltatemi,Giu-
lia . La vostra felicità,
la vostra grandez-
za dipendono da un solo vostro sì . A terra
1 -veli : ^vi parlo colla maggior Candidezza
<Ji un cuore dalla passione straziato . Io vi
=amo rivoglio ta*vi uria consorte . Se non vi
«nuove il mio amore , vi muova la pietà
per la madre, per Fabrizio, per’ Ernestomedesimo, che porrei vendicarmene. Voiche vantate un cuore sensibile ed umanènegherete di proferire un sol sì? ....
Giu. Un. sol sì L E poss’ io proferirlo col lab-
bro ,senza il voto del euore ? ‘Misero cuore? ..
Quanti contrari affetti
Mi stanno a lacerare in taf momento 1.
Gug.Giu*.
<?•
G»g‘
Fa*.
. *>
*0 . A T T t>
Gag. Ebben, che si risolve?
Giù. -; */! Oh fier tormento
Per qualche istante almenoRespirar bramo in pace;Quest* anima capaceDi sua ragioo non è *
Risolvi , o parrò , .
.
,, rfafOh affanno!:
Come pretendi gfitfre rSe^jfawjti 4V 9HQ, dolore •
r Peridjhìa mia £ * - -*
lì «ìv^afffta per te »
Mjo»> • ria tiranno
«Unirsi*, tua baldanza •
Ritorna la costanza -
A trionfar di me.1/ audace tua baldanza . >
Vedrò cadérmi al piè! ( Partano& C E N A XH. f
•;•• 4
Fabrizia ed Ernesta. ,
STatt* allegramente* e shuntate Ita
ntorcetta mmano de na libbra e me-za. Me servono quatt’ o cinc* aure ore de
. riempo r e po snnmo a cavallo
.
Ma' come ? .>
Wab* Lo paglietta imoston* ha lattaco U strille
; suoje cadè miezo tribunale . Vo che sto latro
presenta li cunte de ntrojeto ed esito; vo che
s’esamina lo bilancio* e lo vo carcerato
p’ usurpatore e p’ averese fatta la fustizia
co le mmané sp$e. ^Erti, Oa se ciò succedesse !
j-,
Pah* Chiammalo succeduto. ^frattanto be$e*gna abbonarlo tutto pe finzione a ufi. chese fanno le carte « * ;•
Ertt. Ma viene col suo Doa Flaminio •
*4o« Va ad unùct* a Vàiulja , ca io m* *nm«- v scoti-
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^ ^ -t M 0 • -Itei
•scoane tea pe senti de che parlano . TIr». In tutto da >te dipendiamo . ( Parte \
ergi,timo, -Flaminio . e Fabrizio -^‘aio .dictm• dt un,aliaro, (kt dt quando ,in quando
t. ìfa capolino .*MA * ?er° qui“»° mi hai detto?;.
Fin- IVI Verissimo ,e v? lo gjur0 aVahtIla Luna nuova se rocccorte .
"<
Fab. (vVi cornm’ è ciuccia J nce sta ’la Luna
** *“"* ««W! «empe na tona
Cug.F-i dunque ti .regalò l’ orologio ? . .
«..«.rifiutò dueee-m'oncè da me promesse-
&uliae aves*C/a8*t0 Per .farvi sposar la
sGvg* Ed al birbante ,*
««. Ed lil birbante s’.è dichiarato òhe. -a
X'ai&i^re *«biie
tinuaaioni a quest'ora -sarebbe vostra.r
‘i
bp,d0
jb* -finto *
'Ebi! ("viene uit*e<rv°* ) tteco due altri .uomini , e
derelo^^'^ di Preccttore , chiu-
ln rnC 10 qadh rete di to'*** calate-
io nel jtjozzo .
LA US?^ flneJIoBe de ^paiic. Mo esco
io co na Lenta cavata. 4 ,-
^béneSVChe 8ÌÌC JCUC^° :^ene il gtub-
’&ab. Ai vostri 'piedi ..,? , »
Gug. Oh ! in tempo sei giunto Di qui nonmuovere un qpasso . •
Fai. Gnernò; aggio da ghi pe no servizio•*"'
• viro-
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A T T t)
*sto . Aggio fatecato nfi a inope buje ?
veòite cornine sto sudato
.
gJ Per me ?
%JL Gno^l ,iPe b^ M;è bastaio te Stom-
aco de oersuadè Giulia* la quale nno ap-. '
n ro ve VO <*à parola de matrimmomo 5 e
C>. tov-.oveVo.nmo ,ve i’ lìa 'ceduta
• de tutto -core 4 e mo zompo c tee /4e porto
cca tutte du’je rispettosi e umiliati^
Gue. Davvero ! ed 0K • se tanto faioesw •*'*
FU, i Oh diavolo ! )adesso v inganna .
Fab. Statte zitto tu , tirso a 1 erta.. Prepara-
teve a Vabbaiamenti » ca mosoco buie»
i forte ta fretta . )
Cu* Oh ine felice ! Ebbene , tu cosa inventa-
ci contro quel galantuomo tanto onorato .
FU. Non vi fidate ,che quell’ingannatore in-
gannarebbe l’inganno istesso .- ^ ^
"
Guz. E vuoi ch’ io ritorni ne -dubbi miei .
FU. E* impossibile .. . Non credete nulla di
quanto v’ha detto. La risoluzione che ave*
te fatta del pozzo è l’ unica che può sal-
varvi dalle sue frodi
.
Gug. Oh! si vada *d eseguirla •
•
. ( la atto dipartire. )
S C E N A» XIV.
Enrichetta e detti ,poi Fabrizio »
Giulia
ed Ernesto .
£nr
.
signore » mi rallegro.
£»r. Or. Fabrizio verrà con Giulia > la quale
è già disposta a promettersi vostra sposa .
Gue. Davvero .. r. V , „
Bnr. Sicuramente, ed io ne gioisco.(Percnc
cosi sperar posso eh’ Ernesto sia mio . )
Gug. Evviva il gran precettore. Or che ne
aite voi ? ,
FU, Noi voglio credere fse non lo veuo^
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P R I M .» 0 . 35Gug. E vedilo, che già vengono.Enr
.
Oh sopresal. Cug. Oh contento! .
Fla. > { Or finger devo. ]
Godo che ài caro bene.
Or cascante di vezzi. a te sen viene
.
Fab. Signore, a te presentòSta cocchia umiliata;Or tu che T’ hai «cocchiata ^
Donale il t«o fiavor
.
Giu. Signor , sento in irte estinta c
Ogni aùra di- baldanza , r v e)
A «un raggio di speranzaApro la menre e il cor.-
Era. Signor , costei, che ognora
Diè legge al viver mio..Piena è di speme
,ed io
Dolce speranza ho ancor . .v ^Gug. Venite a questo seno'; t
Gli andati affanni obblio-.
Sperate sT ne) mìo .* ,
Non debole favof\. -* '
Ma prezioso è il tempo .
Servi , olà, sull’istante a «te guidate
Un che distender possa 1
. ,,ìDi mie nózze il contratto.' \ >
Giu. Sul momento?- .
«
Gug. ,S),cara*-r,
Giu. r * { jo tremo. )
(lo gè!*.*Fab. (Ncopp’ala testa addrizzar senio il pe \o\)
Gug. Ti opponi?Giu. Già pronta
All’ara m* appresto;Ma pria parta Ernesto,;Non peni quel cor
.
Gug. Sen pfru , . . s
B
't.’X
. r
Fab.
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54 A T T O;
fab, - ‘ J Signóre,, - •
Si stia poch* altr* ore
Si trovi presente’ -
D’Imene alla festa
Che or* ora si appresta :
Doman partirà .1
Fìa* Abbia anche 1* onoreDi stare con noi,.
Vedremo se poi?La sua sofferenza^
Resister potrà .*
•
Gvg. Mia brama --è schernita?Fab, La storia è finita v
Deh ! calmi, signore,,
Il troppo rigore .-
•
*5 '
.10
Domarti ogni cosa
Se pò equilibri*Cug, Domani ?*
* 5* Domani*Sug. Giurate .
1 ‘• *•-
«5- Lo giuro ^ * \Gvg*
(M’ingombra il sospetto,M’ è il cor straziato .
' B’ un ^barbaro stato ’
Tra *1 dubbio ondeggiarFab.
( L’ amico-è cospetto ;
Già s’era nfocato .
~
S* è il fosso saltato .
- Domai* «i vedrà . )
FI***-'(Non vano è il sospetto*
V ' ;t lio veggo agitato* *
Deluso e gabbatoDontan si vedrà . )
Enr. (F/ giusto ài sospettoChe ik rende '«agitato
.
E* un barbaro israto -
Tra *1 aubbto ondeggiar ; )
v t K I* NT* 0 ;. ^(Lo ingombra fi sospetto.
Gli è il cor straziato * IrSi barbaro stato'*'
'* ‘
fc
,Fa , o sorte . cessar .
* 1 . tx .
_
** V» à.
F//re dell' étto primo i" ''
! * r' ‘. «j ,
J i >^ «
A T T O II*# .
- « 4 / . * » FI
scena p r i M A . I, V
Galleria come nell* atto primo ~
Guglielmo , Flaminio , poi Ernesta/il disparte. '
. £
' ,
Gyp.T TAì veduti) adesso s* era giusta- la miaJLJl diffidenza ? Giungendo il trota jo ^
T ingrata Giulia è fuggita, c si- è, rinserra-ta n_‘! no appaiamento .
F/*. (Per farmi serie re il guiderdone che mifu promesso da questi.)
Cug, Che pensi1
adesso , tu che tvseb vantat )
ai far tutto co* tuoi prestigi?Età. Non siamo ancora nel caso di cedere i
campo al nemico .. Lasciamo' eh’ esca la
liana ..
‘
i.-
'
Cugf Che luna e sole? Tu,. in vece di giova- .
re , hai tutti precipitati i miei interessi
Ma però' trema che sé non farai quant<
sai per ridutla a* fniel voléri, su di te ca ^
drà il fulmine dell’ira miaftdi' ( Meglio , diavolo 1),
Ern. ( Bi che parlano costoro i)Flai Voi mi trattate male y perchè male mi
_ conoscete. Io son uomo, che con quattro
parolé vi posso far Veder Pluto ballare per
B 7. que-
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-»
a* A T T oQuesta galleria *. Con Giulia ci vada adessoa parlar 1ó che *- oltre le, scienze Sopran-naturali r possiedo aócor 1“'eloquenza. di ÌMer-
fcurio y e so y epa una bene ideata ambascia-ti na amorosa
,persuader pure una; Lucrezia
Romana .» • , 7
Cugi Bener aT fatto un- quarto d’ ora, ti; do di
tempo.( Va#**, > ’ v
Fla-, R tanto mi. basta» Bisogna» attaccarla di
ftontb , se no son; rovinato .. Vado da lei ....
Ertù Do ve vai tu?sj / . /
*•
Fifa Dove devo- andare ..
Emì Indietro, ti di£0t * e porta; altrove; il tuo
> genio maligno, uomo, indegno di stare fra.
te persone oneste.; .* v / .•
Fla-.. A questo1- saprò risponder ti” come devo..
Erti, Ed io saprò trattarti come- meriti •
f •.« m «*• .
• S C E N A ; U.j «.
Patrizio' e detti1,
» Fab. ... » chiù Che bernie so- efiesse ?J
V j Cornine Y già si rampar revane a Posti-
xlità ?
Fla. Arrogante P ad un. par mìa* sii mettono le
inani’ addosso?;
Fab, Va ,, n* è niente j, offerisce* tutto a* Fa luna.,
Ern. Ardiva quest’uomo disonesto di portareun“ambasciata, amorosa, alla- buona, e sem-
\ plice Giulia’.; ,
Fla . Rd egli ha. ardito di darmi' ury urto1 ma-ledetto , da- scomponermi tutta la macchina.
Fab. E agge pacieoza .. Chesso. ino- 1* aie ve*
luto tu .
Fla, Perchè Tho voluto io, signor dottore ?‘*
_ Fab. E rao te lo, dico* io .. Mercurio perchè se
. dipìnge co. le scelle a li piede ? Quello è un
,simbolo che chi fa strane ha da. essere le-
sto a fui priuimO/ ohe beneno le mazzate.••"—w vL" w - »\ Z* r*. ‘ D r
- ^ -*{ ‘
, v *V VÌ4*.
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SECOHBO. 29Fla. L’ambasciata ecar onoratissima , frattali*
dosi d’imenei. r * <v
Ern. Che lasciòdesta speranza il signor Gii*
glielmo,perchè .fra poco ,
pe* virtù di que-sto. buon uomo» avrà più occasione' di’ pen-
sare a* casi suoi . ( Parte . )
»•?'» ,j,j S* C B N -- A- . Iti. :
’ v
Ftarhminio e Fabrista .r
FU. { /^fiUal parlale ! Mi ha fatto entrare m
q:gran sospetto . Temo che non ve
. . ne sia anche per me.) ** -» ^
Fab:(Ponza» 1* amico ;
'
già 1’ accommenzl a
pizzecà la podagra.)‘
Flit. ( Vorrei saperne qualche cosa per rego*larmì . All’arte. ) Signor Fabrizio, di grazia.
Fab* Ghe devo servirvi? - »
Fla. Non ostante il fatto dell* orologio , io an-cora vi? sono amico. • £ 'i
Fab* E iopur a te. Chella è stata na precau-zione
,pecchè tu già mme stivo menanno
la palluccia a lo salto ^ e io me’ servette de
li vierze* del Filkaja :
,, hS asin balordi,, che parca» già morto»», Tirò più calci» al contadina accorto.
Fi*. Non vi credeva, di- tang ibilità..
Fab. E cornine ! tu si asrrologo ,» e n’afe “tm-
nevenato ca io so echi ù ffabbiitio de te?
Fla. Io intrapresi l’assunto di favorir ^in-teressi di Guglielmo
,pcrifltè» sOn portato a
soccorrere i miseri y come potrei soccorrere
anche voi*»'
- * &Fab. Tu>! si non faccio errore , tu staje- chiù
dijuno de me . SaTòkazZar© : - *
„ Se nui’ uoirt chenonha, cortie può porgere?
Fla
j
Avete ragione». Ma f. ditertjt*ih^ cortesia ,
ehé ha inteso di dire il signor Ernesto che
dovrà succedere un non so che per *opera
della vostra virtìr? -
.
~~• - *
B 3 Fab.
c< A T :T 0;* Fab. Non succio niente. . . ; \Fla. Niente niente ?
Fab. Er che sacci©V ha diti’ isso I
FU. 4 ISiultamo linguaggip . ) Se non- so che si
trama, or ne informerà subito il. signor Gu-glielmo e, guai per tutth# • -
; ••
Fab. Aspira ^ (Sernpe che sento» annommenà
sto Guglielmo è cennm’ avesse no stranode eotda Ma che-in* ha da ti?- Niente -
tropea già l’à bicina. hFla. E cosi?
.
,Fab. Va, dille,chello che buò> ca non. te vo-
glio di niente.."
-•
;
4
Fla. Oh questo niente quanto tldeve- costate!
Fab. Che ni’ ha. da costà .
*
Fla. Addosso, all? improvviso, ti verrà un tra~
gico avvenimento. .
?-**-•* - <•
Bada a me: se a testa- a- testa *
* Dir non. vuoi che s’ è tramato ,Ti vediraè precipitato K <
-
E la colpa tua sarà*.
•
Fab. Sient*a me v si no te resra *
, Pe iuV ino gamme e sciato#
E* l’astrologo» sonato. ; . ^
. Quando vaco pe sona . » - s- -a .
t -<Fl*« pentirai se dotto io sono-*-' - .*
. f n * n, Ee ‘calende per cantarvi
-* Fà^. f Te ri$ponno scmp*a tuono e
4 1s.- D*a-stango io, non, dubirat-
s> Fla.: . Con te vengo a probo e nego ,
E vedremo chi piu sa.. . . v
' Fab• Comtrv’a- ciuccio:rti-me te lego,
E te faccio mo abbostàv <
: Fla. ; Alle prove dunque , elà*.
,« *-'
, . Fab. y Alle .prove, eccome eoa.-.
i PrenJotro dot. sedie e seggano . )
Fla. Quid c*t homo ì
Fab. Est un composto^* * Di
3»
Uèi
SECOH DO.Ì5i matteria spiritale.
. Che da omino n’ animale iDiventar può farlo amor . t .
Traiiséàt» major consequentìa r . . ,
- * Nego. Homo ahsurdiim est,..
thè non cede al bello,, idest*. Del bel sesso alio splendor . ,
.
Fob, ^ Nego. - ',
. r. . ....
FU. -;.y < . Probo ...* l ».
*
Pah.. o;.y .• -i Àcei^éjpileum *,
f•
-in» f i Pro eoironashiv ». *: ,*(".
, t . i
FU. « r ai C’vft ©h il* gran dottor i » »
F^ko Bi « nte riioiquid est Amor*?* a-^Fto.r:wEst^stetnato^col xjaadrdlài. c .r y r •»
*u « 'vHir akta baitóblti^lèo#. o* * -n* *»
Che , fecondo qtwsto ffldridd .
«*»•> t‘S»"gliluiiairtÌ ooQSokr^c. ,T >
Fnb, t €t.m bèstmi,te«in«iat|^;o( siiti r?•
. o vhj ì £?ego t nego : &OK>r? est qucHo ?
r* -j, f Capiti* oc^lif i-AiJtrionaieilo., ta ’ ?
'
; : . dGhe gli. amanti - «*n= tu»* jjtaa»Ofpaiglw a- bejmefe* e a wpignà •S (
Fio.' Ohrii 4iosoforgOÌma l$ * ós* b-T^yì 4» 00
JSaéjudQhdl dottor del Cftrpeva$e£** b-Seif>un dotta - aUà Carlona l c j «. u ,
Faiu fi Wo yerrale oh’iQfe 4e^0t^.4 $ i aliano, *
a dt Ternhiniamp gttaoca^n ' —s*33
Ab c?n*?Gfe* &> disporr per B^p,f f/>
.Andrà a pugnila ,tern^n^r^- M -o»
FU; Te l’ avvertiste J«V 4*€P ,•/ o» -ót'4
* Jyrp cChe in-ine^a^gi Ibernico *£he s’ impegna a tutti posta r.^*t,
. fc.Pet poterli il .
'.«
Pfe&ci are te> 4*c<*«6M nWu \ *
; „ ,-^Pa te^ jgw4o Jic^è ^prontpt^ Sent-ii na bona rotta d’ ossa
Tc la puoi da mt> aspettar *
„ i( Vatteno da opposte vie .).t
• .'ì* ? B 4 SGiv-
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i
3t* :a :t t o* «
S C E N A ' IV.
Ernesta , ^0/ <// nuovo Fabrizia,
firn T A mia Giulia sta in gran timore?che,
1 j se tarda il soccorso della giustizia «
non sia violentata a dar la mano ai suo ne*?
mico ,.. Ma in questo caso ci sarò io. Lavita prima si perda, e poi si perda, il miqbene. So eh 1 Enrichetta , eh* io prima amai,
mi sta facendo un* occulta rguerra , che se
al padre palesa eh* io le mancai la mia prò*
messa , porrebbe a quello va* arma in nrUV
no da tarmi tendere on sinistro evento
Ma viene il nostro savio * buon protettore?
e lo veggo allegrissimo ; sarà apportatore di
consolanti notiate. Che c* è di nuovo , sin
gnor- Boa Fabrizio? - cun-* v T . *> ?
Fai. Tutte cose de zucchero . Dint** la cam-mera mia nc-aggio asciate doje uotnmenède tribunal* che rame stevano aspettanno.
M* hanno ditto ca so fette le parte , e so
benute pe dà ordeneitremende a sto mari-
ludo de ÒtfglielmtìT ma «he primmo ron-
fio essere regalàté'.-Id le «©leva dà no ma-drigale ped’uno^ * rtefc l1 hanno. volutd*
hanqo detto che votino danare • Onde ac-
rome#zi % *mettere*ftwtho alla tela, ha lloro
sciacqueno e tu ié t&tic . ^ - •
Ern. Oh felicità ! òh piacere Jofa contento da
me tanto desiderato! V ^
Fai» Io voglio dettare . e ta senipe ; rispuane
coppe,Fa priesK
, & qltille^ Wttmo aspet-
Mmto •" " *
^
! " * ’ ’t'-ì t'ì' • ? £'.XV
Ern. Ecco, dà loro questa intiera borsa*
Fai.( Intiera no?:- meza ihmè la pigliò iOjj e
ijiez- aura s* la spartenò lloro. (Farti' v. vf r*‘--
-• > .
, (
4» ' •’ v/j - •* è,
£ V J*. i,..
SCE*
S EX 0 Ni D 0 -f A
u * t' •»* • *
S C E N. A V.,
Ernesto ,ppi Guglielmo ,
n
G*g-
£tn.f~\R si che non bo più che temere,'
\ / Posso senza ritegno incojftinoijre
a disprezzar 1* orgoglioso Guglielmo ... Eiviene; mi troyi ilare al maggior segno.
Ho a memoria una canzoncina ,la Canterò
senza badargli, r
La bella sognai
Sul fare del .di ,
Le piume lasciai.
Volai — tosto. qui f
Attendimi ; io vengo,
Mia vaga beltà .
Lo sposo— amorosoGià presso ti sta .
Che modi son - questi ?
Si canta cosi?
A passi ben presti
. &u ,parti di qui
.
Se tardi un istante , . <
Gran mal t'avverrà,:
Prudenza — pazienza
Ti chiamar*, di là
.
( Additandogli l' USfitfi > \
Erti, Chi impone all’ amore .? > ^•?
Tal legge tiranna? i? ' >
Gug, E Pumil bisogno y.vsr» v ; /Che a questa il condanna tv * ».
Ertt, Son ricco d'càiqge^.. • JGug, Più forza, o men cuore..,
Em. La bella m'aJUnMe^** s
Cug, Ricchezza il contenda.«j, • >F.fErti. Che audacia ! oi • :*/>***$ ‘S iJjkCug, Che orgoglio i o r:
I 3, Io ceder non véglia. ^ ù»..) ;
Se poponi tt valore , . .
k. Ct
1.! 'V;
. n . ? !>-
m v èsse
’&tiiC
-1
* I» ^
Il ,
'
La fotza opporrò ..
,
(Emetter passa d' un saffo ntìP apparta*
mento di C tùlia . ) .*
Gitg. Audace ! A mio dispettó ,. . • .*. Sèrvi^ a
r ìiW Ua féfro.. . . •
i .a . i’. *- S G B N A ;
J’ VI. -irr» *
' ;,
Erirtcbetta é dettò', ;.
iSiifì ^lT^ErmafeviV*® padre . . . .- at, 4 » 'f
Gug. X? L'indegno Ernesto in questo mo-mento..;. */ • - -v
" -.1
Enr. Ho turco ascoltati*. ^ : .-à;
Gug. Lascia dunque cfc* io Vendichi . v|j
Érti. Non vi esponete.** Gì è un modo più
forte da vendinsevi .v tA ; ,/»»v
<?*£. E quale? . Arivi >\.4* 4-54,
Enr. Vel dico con mio s rossore : dUingratoErnesto a me diede promessa di sprosa, ed
,in presenza di - dije^srimanpdegnL di ipét
che son due gentiluéiriìai i quali frequenta-
vano la nostra casà«^4}^vvocasotf)JiBarto1o
ed i) negoziante .tfon aFitìbertOiA . . E poi
per Giulia-mi abbandonerai
GUg. Perchè non-dirmulor? '«<*< p% Q
.
Enr. Per nòti irriwrvi cóntro imo chfio tantoamava ; ma or piotiate iare laj '.mia e la
vésttà*%ndeitra'. Obbligatolo a darmi la ma*no* ed allora ’aarSfatatami iO
Gug
.
Approvo il AimpaTt*re k s^ »VI
Enr, Vengòno ihsforiiKSP* Vi • prego iratt^fk*
con plaejri***Aq&> b s * )'
Gug. Userò tutta -la èefótlearf finché' postò.S. 6 A , i^VlL'.^ *v*'
, .EmettajàGiuiU 'sedatiti, aA .* 2.
Gug. “CTEnetto +* senso se ri dfedViquakiìc. J_2j dispiacere . lo cls'òUmio figli404^o?ìO »ii> j
Ertt.( Qual parlarmi* non ©J £ *
Gf* ( Uhe dice^ jBujutsAì «n^églì^» )"* v (Mi
SE CON tra. 3$Ernr, ( M* immagino che vuol dire . }
Gug. Il Dottor Bartolo- e lamico’ Filiberto
mi fanno- fede che ad Enrichetta mia* figlia
ti promettesti* sposo . Or dunque la- spose-
rai di buon valere ,. senza che ti obblighi •
la giustizia*. Sarai a parte delle mie ric*^
chezze e deF mio affetto paterno, ©r vadoa dar gli ordini- opportuni pel- vostro felice
imeneo •< -(Parte >
Erm(Qual altro- imbarazzo per me! )
Giu. I ErnestoT M Oimè ! ; . . che intesi ?
Eitr.. Che vi han sospreso i sensi liberi' di
mio padre?t
Erm Egli, per render sua Giulia con più sicu-
rezza , astringe il cuor vostro ad un sagrifi-
? aio ; ma io non sarei tanto- ingiusto a pre-starvi il mio assenso, i .
. - - *
Ettn No, voglio sacrificarmi r e poi il’ vostro* assenso- l^avete già dato, lo però- vi assi-
curo che vi acconsento' per la pietà,? per1* amicizia ,, che a prò dell*uno e delPaltra
mi parla al cuore *. * •
Giu . Pietà! amicizia ! Ah voi i.. ..
Erm " " * * <r Giulia * attendete
Ch’ io dia degna risposta: M- f. .v ?
”
Al tuo- tenero core + *" "'
,
,v Poiché sente amicizia e non amore»
Se amistà tiparlaal core i
c Per due alme innamorate, ’•>.
Deh proteggi il nostro amore >« €he sia» degni di pietate ,
'Fide; vittime infelici t
Dej tt» -crudo genitor i . •
- SeirzZum Tal soave affetta. V.-ùk
La» tua rfiamma avrei gradita :
Ma di svellerlo- dal petto
,
E non perdere, la vita, vV * lodo giuro * «me’ bci rai,
NoiGoogle
3$ , • A‘ T TT OT ? '
Noi potria lo^sresso amor. ?
r*'
(Parte co». Giuli*,' )}
S C E N Y4I#r-Etiricbetta ,
poi Guglielmo
.
Bnr. QTIperbal ... ©r si eh* io bramoO Vendetta,.
,
:i Ali !: genitore ,
Deridendomi [ perfidi . . . oh mio scorno’/
Son coli ritornaci insieme .
Gugf Indegni!
Or nan^ha più ritegni J
t,a sofferenza- mia % Servi, accorrete,.
Volate in quella 'Stanza*,. ' • 1
E la rea coppia sia ,
Suo malgrado ,,qur tratta' a* predi mieiS CE N- A IX-
Giulia yErnesto e: due subalterni- del tribunale^
recando uri foglio ',*e dettiti >
J\.<> ' f *
‘*-
Gin. jfxL tuo piè noi prostrati*! ètu, chisei ?
Min. Traditor-, caduto è- il vela, - J •»!
E* palese il -tuo delitto
[porgendogli um foglio.)'
Prandivleggi, qui sta scriuov .
'
-vi» .••*** Ifc*fuo; danno
,il mio gioir.. *
Giu» Empio mostici disumanoChe tradita hai Pinnocetiza:,^
, ? Ecco y io corno in» tua presenza,.Per vedérti, impallidir 1.? * -
Enr. A Che mai leggo ! ..è sogno, o vero?Gug., La ragion sento avvilita!*!
B alla mento sbalordita
Manca già 1* usato; ardir T)Giu.
a2 (A tal colpo inaspettato,
Ern»a
Come- cangiasi la’ scena ir*
.v
- La lor gioia divien pena vE trionfa» il nosrt o amor !
Questo istante 'fortunato *
D’ oblio copre il «ostro*-affanno
,
E P or-
J SECONDO.; 37E l'ordito loro inganno
. . ...Cade sui 1* ingannator 1 ) A , . T>-
Enr.a^{
A tal colpo inaspettato ».
Gvg* Còme cangiasi la scena !
Nostra gioja divien pena^E trionfa il loro amor i.
Questo istrante sventuratoSparge il nostro» ben * d* affannoE r ordito nostro ingannoCade sù- 1* ingannatori.
Gii»; Caro ... „ . r- .
Ern*. . C^ra , , „‘
A?- Oh qua! ntf sento*Dolci palpiti- nel core *Il passate? mio tormento^In delizia volge amore »,
Le. soavi ipie catene vT ì
Venga Imene a raddoppiar!Erri. Padre . . .,
Gu& Figlia..../A 2» Oh qual mi sento
Fi eri palpiti- nel core!
Sparve come nebbia al ventoLa delizia dell' amore
.
E rimorso e duoi tirannoL’alma stanno* a lacerar!..
Enxichetta si ritira, Giu* ed Erai rientrano,Gug. rimane come estatico*
S C E N A X....... . ...Guglielmo solo *.
AH T qual colpo1 Ah destiti! già fui tradito!Io tanto non pensai.,. E’ giuntoillampo
Col tuon che abbatte ogni ttH& dolce speme.Pèrdo, con Giulia, insieme
.
L’onore- al niondo-^in faccia **Acquistando di reo 1* ingiusta taccia 1
Oh troppo- ingiusto amore».Pec te sorv io ridotto Vl :l
-
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3» .t t a 7
"
In sf misero stato! . .. , .
’
Tutto a én punto m’ involi ,amor spietato!
Sbigottito dal terrore,.
Da* rimorsi lacerato ,>
Non 'ho lena , non ho fiato.
Va mancando in petto il core #-
Ed un gelido tremoree,**» |?a ogni fibra palpitar!
Il delitro in terra, faccia.
!
Già m**iftfcàTza,e mi minaccia t
« L’innocenza calpestata*
Contro me la destra ha alzata! .>
Ahi che ambascia! che tormento!"Mancar 1* anima mi sentolAh- venisse* almen la morteTanti* àffànrit a terminar*
parte furioso ptr le sue stanze .
-S C E N A XI,G iu'ia
f Ernesto , Fabrizio e Flaminio . ,
te movere, ca stVjé mano al-
l’ urzo. ( jt Flaminio
FIa. Per carità ch’ io sono urr povero avven-turiero rcosì mf vo procacciando,, un boccondi pane . V' -
Fab. E stfo boccone dè mo' t*‘ è annozzato'ncanna .
; ' ....Quanto vi debbo mio buon precettore !
jErn* Io più* di te, cara sposa debbo essergli
grato,,- /Fabula sempe aggio’ fatto bene, a lo raunno,
e senape ce volevano- nov’ aie grana p’: ag-
ghiustà no carrino .
' '
’
.
4
Fio* Ed* or volete far male a meTFla. Pecchè malè si burnito tu a fa . Pensam-mo mo pe- lo povero paglietta che- ha cani-
menato e sudato ,, che- tene na perucca che
la po torcere ,
Fla. Signora Giulia, 1 mi- raccomando aliavo*» «ra pietà . Giu.
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SE CONDO.Giu. Nessun dubiti., eh* io sarò buona pentodi.Fab. Lo vi, vo essere migliata. 1
*. \-r
Enr. ( Di dentro. ) Accorrete! ... Soccorso, gentdGru; La voce d’ Enrichetta ‘ r» )
Fab. Statt’a bedè ca -lo patre la sta sfecoz-
zanno..: - .*•;:» , . J‘
Ern. Si vada., ... < ... . :»
S C JB N,A Ultima r
Guglielmo con un pugnale alta mano trattenuto
da EntkJictta , e detti .
Gug. r Asciami ... * -
Enr. LJ KgH s’uccìde.*., . .*•
Ern. A me quel ferro. ( Lo disarma. )
Fab. Alò
,
vieni cor^m me.Gug. A te che non mi desti ad intendere al-
tro che menzogne1 ? : *
Fab. E questo è il mio mestiere: u„ Non v’è senza bugie >poeta vero.
'Gug. Si, trionfate sulla mia rovina . io stes-
so, lo confesso, sono stata rea,: ma peramore, ed or ne soffro , la pena. Giulia*ingannata dalla inia prepotenza., si rimettenel possesso de*.suoi beni. 'Fu. da me in-
ventata la decozion;èr suo padre; ne devopresentare i libri, e so io qual pena mi sta
aspettando; e perchè mi conosco -rea, nonvoglio più sopravvivere ad'iin delitto c4ie
mi rende odioso agli occhi di tutti .
Giu. No., Giulia .non sarà, tanto crudele-, edErnesto il mio sposo seconderà la mia pietà.
Ern. Anzi
,
da noi non si darà più passoavanti , e continueremo la mercantile socie-tà da buoni amici
.
Gug. Ah i eh’ io sto confuso in faccia a tan-ta generosità .
Enr. Aneli' io resto avvilita .
Eia. E di me, signori, che se ne fa?Fab. Pe te nce pena* io. Tienete oca trita sta
net- '
1
40 _ ATTO-. perdiana , ca re faccia .entra pe Piamvivadint* a no spitàlc ' •'
:* ' o
Cìm Amica | Ad Enricketta ) { io tf abbraccio 3
•Copra cener d’*abblio tuttot.il passatoi* Clic gioisca ogni core # .~ ,,,
E sia amico chi fu reo per amore* -
Pieno d'immenso giubbilo • ..
Vivai* si gridi, amor ^ « » . ,
Egli ci colmi il eoe v »• , . J
Di .gioia. immensa^ * ?
Tutti . ..
'Amor, ci colmi il cot t . - v ? ..
Di gioia immensa ! :• - .
Otu. Amor vera ridiami* ' ì
: -- -Cara felicità* ... *0 '
Congiunto a l’ amistà :* >
Da più diletto’ ;) i . .. i
- Oì
‘
v it:.‘ Tutti* >
t"*i Amor giunto a Amistà., e--, v
Dà più diletto! » **v-f
Giu, Tra 1* A mista te Amore *Tra tanta il la rita*
Quai* baisi il cor ci dà >' -
% '• Soavi in petto! * t .
*> - ‘«t* ?' 'Tutti • *,
« ì - .•’
* Qua» baisi il cor ci dà a <? -.
* Soavi in petto ! * . t:-
* » .*<!.«'•. ”1 *;
«? . Fi N: B, *.^
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* ?SCENA PRIMA.«' i.
s C E N &r
,r .
1
Fabrizh solài
IV;
. ^f t
{.• * ' ; •• r
'•
Fai T7V £noi-sl* femmene se né trovino f
y <j ma non sò chelle Camille
,
v chelle
Luctezie ,chelle Clelie* de Tito Livio?
Chelle d* allora sodavano pe lo bene del-
• l’aute, chesSe de irto sudano* pe leva li pa-
irinvmonie a miezo genere umano.
„ E lo so iò,' che gli amorosi affanni*-
; ,, Irti Spaventar ,si ch' io lasciai l’impresa»4
„ E squarciati ne pòrti il petto * e i panni.
È ba trova’ nf amico’, l’amice Vere se tro-
vano insali romanz ino nell’ istòrie ,Vo-.
glio fa però justiéia a lò Patre de Giuli*
bon*arma si nc’e caputoi loquale ^ ben mmeSapevate bedenno la sconfina de li panne j
ch- io teneva ncuollof mme face t tè sto ve-
stito e me dette pe precettore a la figlia.*
ina eh il lo fu)tf fili lampo ^assaggierò, ca
inorettè e srfc fnariolqiie^ de lò socio su*)0
lo facettè trqvajf t»uM> ^4e sub titulo cari-
tatis , se vò acchiappi pure la figlia pe se
Jeggitetfià tutto chello che s* ha usurpato .•
E a me poverommo * a preghiere de Giu-
lia, no mme dà auto, eh* alloggio e lu-
me , a òso de sordato de passaggio... ma,|>e eh elio che sia magni m’ha fatto scordi
pure cornine se declina ... non però ha da
fa co nimicò ; isso non sa ca 1’ aggio appi-»
so no paglietta ncuollo, eh’ è na pece gre-*
ca i e pe tutt’ogge se sentarrà la cagliosa.*
Giu*
timmonce nguardia?ca sempe in me man-
ina le spie ^trporpq, e eh isso ne sajrrà!una ,
ca la faccia è contra prammateca
.
|E siegue
,
£ no mme'ntaccà la stima, ca si m* al*
, lumino te dò tanja ?cQppol<, che non se nedetteno tanta a Sàlamiiia 1’ Ateniesi , c li
feniani . .
~ ~ ^ : 7. E siegue • * t
I tniei pari • f• >•
, « IFai}, Aspe.
(
Oh malora! sto Nicolò Mac^chiavelli mo mg precipita 1 \
È sieguq
.
.•< - 4.
Fab. Iv.ve le porto gc.à tutte duje rispettosi
ed. umiliati,
e voi..f Aj^nibal carp, .è yoi* „ Come un Ses,osrri su del carro adorno_
Dell’esercito vostro’, colla sposa, ?
»». Passarne fra \' pno , e P altre* cofrno,. /
V- inganna . , ,
’ » - y ,j
2*tarte zitto tu Astrologo mbroglione , chq;
credo che nfra 1* animale de lo Zodiaco nefc
éiuccio nce mancava c. tu te nce si ofepocato. ( vis, )
- • .•
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