Manuale del verricellista

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Aeroclub Pordenone

Aviosuperficie "La Comina

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PREMESSA

Il presente Manuale contiene le istruzioni necessarie per effettuare

le attività di lancio al verricello in accordo con la vigente Normativa

ministeriale emanata con la circolare del Ministero dei Trasporti n°

41/1340/AM2/8 del 24/02/1995.

La Scuola distribuisce il Manuale al seguente personale:

1) Coordinatore dei lanci

2) Verricellisti 3) Allievi verricellisti 4) Piloti

5) Allievi piloti 6) Addetti alla manovra e alla manutenzione del verricello

Il suddetto personale deve conoscere il contenuto del Manuale e

attenersi alle norme in esso riportate.

Per una più ampia conoscenza della materia consultare il PRONTUARIO SUL

LANCIO DELL’ALIANTE CON IL VERRICELLO e il MANUALE DEL LANCIO

DELL’ALIANTE MEDIANTE VERRICELLO di Pietro Longaretti, cui si è fatto

ampio riferimento nel presente Manuale. Anche i disegni sono dello stesso

Autore.

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INDICE

PREFAZIONE pag. 1

PREMESSA pag. 2

CAP.1 - TEORIA DEL VERRICELLO pag. 4

1. Forze e fattori di carico pag. 4

2. Nozioni sul fattore di trazione pag. 8

3. Esempio di traiettoria reale pag. 10

CAP.2 - LA TECNICA DEL VERRICELLO pag. 12

Il sistema verricello pag. 12

CAP 3 - L’IMPIEGO OPERATIVO DEL VERRICELLO pag. 22

1. Installazione pag. 22

2. Messa in servizio pag. 23

3. Il lancio pag. 24

CAP.4 - EMERGENZE pag. 25

1. Interruzione improvvisa del lancio pag. 25

2. Malfunzionamento del motore del verricello pag. 26 3. Procedure anormali pag. 26

APPENDICI pag. 27

A. Check list del verricellista pag. 28

B. Procedura per attività con due cavi. pag. 29

C. Personale addetto ai lanci pag. 31

Il coordinatore dei lanci pag. 31

Il verricellista pag. 31

Il recuperatore della fune pag. 31

D. Circuito scuola sull'aerocampo "La Comina" (non inserito)

E. Programma del corso per allievi verricellisti pag. 32

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CAPITOLO 1

TEORIA DEL VERRICELLO

1. Forze e fattori di carico.

1.1 Forze agenti su un aliante in volo librato.

Le forze che agiscono sull’aliante in volo librato sono il suo

peso (forza Q in fig.1) e la forza aerodinamica sviluppata

dall’ala in funzione, tra l’altro, della velocità e dell’angolo di

incidenza (forza F in fig:1).

Q, scomposta secondo le direzioni del moto e della sua

normale agisce come T, (forza di trazione) e Q’ che si oppone a

P (portanza), componente, insieme a R, (resistenza), della

forza F. Si noti, in fig:1, che l’angolo formato dai vettori P e F

è uguale all’angolo di planata (angolo formato dalla traiettoria

e l’orizzontale).(Nota: Per semplicità le forze in figura hanno

origine dal baricentro. Ma sappiamo che, per motivi di stabilità, il baricentro è posto leggermente avanti al centro di

pressione dove ha origine la F.)

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1.2 Forze agenti nel volo a motore in salita

In questo caso, oltre a Q e F entra in gioco la trazione del

motore T che non è più una componente di Q.

Essa agisce sempre nella direzione della traiettoria e si oppone a R, ma quando tutte le forze sono in equilibrio, la

traiettoria forma con l’orizzonte un angolo (lambda) detto

angolo di salita.

Questo angolo è uguale a quello formato dalla direzione di P e di Q.

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1.3 Forze agenti nel lancio con il verricello

Abbiamo ancora la F, la P, la R e la Q.

Adesso però la forza R è più grande perché è la somma della

resistenza dell’aliante e di quella della fune.

La T, sempre opposta alla R, è generata dalla scomposizione

della forza S (trazione della fune) secondo la direzione della

tangente alla traiettoria (che ora è curvilinea).

Durante il lancio le forze variano in funzione delle variazioni di S (comandate dal verricello) e di P (comandate dal pilota

con l’equilibratore).

Gli angoli:

� Alfa = angolo della tagente alla fune rispetto all’orizzonte

� Lambda (angolo di rampa) = angolo della tangente alla

traiettoria risp. all’orizzonte

� Epsilon = angolo di planata (sta a indicare l’efficienza P/R).

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Alfa + lambda (angolo di fune) è l’angolo che la tangente

alla fune nel punto di gancio forma con la tangente alla

traiettoria.

Si fa riferimento agli angoli formati dalle tangenti perché sia

la traiettoria che la fune assumono un andamento curvilineo

che, come vedremo in seguito, varia durante il lancio.

1.4.Fattore di carico e fattore di trazione al variare dell’angolo

di fune

Il fattore di carico è il valore della forza F diviso il peso Q

(F/Q) Il fattore di trazione è il valore della forza di trazione S diviso

il peso Q (S/Q)

L’angolo di fune è zero durante la corsa di decollo, inizia ad

aumentare con la rotazione e raggiunge al termine della

rotazione il valore di 55°. Continua poi ad aumentare durante

la salita fino a aggiungere i 70° al culmine della traiettoria

(sgancio).

Quando l’angolo di fune inizia ad aumentare durante la

rotazione il fattore di carico aumenta fino al suo valore

massimo che al termine della rotazione è di circa 2g.

Il fattore di trazione raggiunge il suo massimo di circa 1,6 al

termine della rotazione per iniziare poi a diminuire

riducendosi al valore del peso Q al culmine.

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2. Nozioni sul fattore di trazione

2.1 Abbiamo detto che la fune assume un andamento

curvilineo. Questo incurvamento, detto catenaria, è

funzione di:

- peso della fune

- forze applicate all’estremità della fune.

- resistenza aerodinamica della fune.

L’angolo che la retta congiungente i due capi della fune forma

con la tangente alla catenaria nel punto di gancio dell’aliante,

che chiameremo angolo delta, può essere considerato

costante per tutta la salita.

Notiamo che l’angolo delta è più piccolo per alianti pesanti e

aumenta al diminuire del peso dell’aliante. Per esempio, per

un biposto del peso di 600 Kg delta vale 3°.39’, mentre per un

monoposto da 350 Kg aumenta a 6°.15’.

2.2. La resistenza aerodinamica della fune varia da un valore

trascurabile vicino al verricello al suo valore massimo vicino

all’aliante. La resistenza media della fune è stata calcolata

intorno ai 25,5 Kg. E’ dello stesso ordine di grandezza della

resistenza dell’aliante. La resistenza aerodinamica totale del sistema aliante più fune è di circa 50 - 51 Kg.

L’efficienza del sistema aliante più fune, quindi, si riduce a

circa la metà del valore che avrebbe il solo aliante allo stesso

coefficiente di portanza

2.3. Effetto del vento contrario o al traverso

L’effetto più importante del vento contrario è un aumento del

tempo impiegato per il lancio.

A parità di velocità all’aria dell’aliante, per effetto del vento,

avremo una velocità al suolo inferiore, e di conseguenza una

maggior durata del lancio. I calcoli dicono che con un vento

contrario di 10 nodi si vola in salita per circa nove secondi in

più. Il guadagno di quota che ne risulta è superiore agli

ottanta metri.

Inoltre il vento contrario accorcia la corsa di distacco, il tratto

di volo livellato e il raggio della rotazione a tutto vantaggio

della salita.

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La eventuale componente del vento al traverso riduce gli

effetti favorevoli del vento contrario per l’aumento della resistenza aerodinamica dell’aliante che deve manovrare per

mantenere una traiettoria sull’asse del lancio.

2.4 Effetti dovuti al peso della fune. La fune, da 4,2 mm di

diametro, pesa circa 7Kg/m. Poiché nell’ultima fase del lancio

restano circa 400m di fune attaccati all’aliante il peso in gioco

è di 28Kg, (dal 6 all’8% del peso dell’aliante). Si può dire

che il peso della fune ha poca importanza sui risultati pratici.

2.5. Trazione della fune

La trazione della fune dall’inizio del lancio al distacco dal

suolo è dovuta alla forza necessaria per accelerare l’aliante da

zero alla velocità di salita. Il suo valore è di 0,5Q alla partenza

e aumenta rapidamente fin a 0,8Q all’inizio della rotazione

per effetto dell’aumento della resistenza. Alla fine della

rotazione ha raggiunto il suo massimo di 1,6Q per poi diminuire fino a poco più del peso Q dell’aliante al momento

dello sgancio. Il punto critico è dunque quello di fine

rotazione. E’ bene ricordare però che piccole variazioni in

aumento dell’angolo di rampa danno luogo a forti variazioni

dei carichi. Per esempio 2°30’ in più provocano un aumento

della trazione da 1,1Q a 1,5Q e 5° provocherebbero la rottura

della piastrina di sicurezza (S/Q=2,3). Vicini al culmine non

tirare!

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Tirando indietro la barra si aumenta l’angolo di rampa.

A parità di tempo, l’aliante con maggiore angolo di rampa

percorre un tratto più lungo di traiettoria, quindi assume una

velocità maggiore.

Al motore del verricello è richiesta in questo caso una

maggiore potenza.

Variazioni dell’angolo di rampa da 2° a 5° provocano

correzioni della velocità dell’ordine del 10% durante la salita.

Variazioni superiori possono incrementare la trazione al punto di portare alla rottura della piastrina.

Mentre la fune percorre O-C, l’aliante percorre O-A.

Tirando, la rampa aumenta, e l’aliante percorre O-B maggiore

di O-A.

3. Esempio di traiettoria reale

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IL VERRICELLO

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CAPITOLO 2

LA TECNICA DEL VERRICELLO

1. Il sistema verricello

Il verricello è un sistema composto dai seguenti elementi:

- motore

- tamburo (o tamburi, da due a sei) - trasmissione tra motore e tamburi - captatore di fune

- ghigliottina di fune

- distributore di fune

- fune di acciaio

- cabina di comando

- segnalatore luminoso

- radio o telefono

1.1 Motore

Generalmente il motore è di tipo automobilistico di potenza elevata (200 - 300 HP) a benzina o Diesel.

Esistono anche verricelli a motore elettrico.

Il verricello può essere montato su uno chassis di autocarro per potersi muovere autonomamente. La

motorizzazione dell’autocarro non è quella del verricello.

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1.2 Tamburo

Il tamburo, mosso dal motore attraverso gli organi di trasmissione, con la sua rotazione avvolge la fune con

una velocità adeguata alle varie fasi del lancio.

Nel corso dell’avvolgimento la velocità periferica del tamburo aumenta per l’aumento del diametro provocato

dal sovrapporsi delle spire di fune. (Aumento tanto

maggiore quanto più stretta è la gola del tamburo). Di questo si tiene conto durante il lancio diminuendo

opportunamente i giri del tamburo.

La velocità della fune è molto inferiore a quella di volo

dell’aliante perché l’aliante a parità di distanze fune

percorre distanze maggiori sulla traiettoria.

Si calcola che all’inizio del lancio la velocità fune è pari a

quella dell’aliante, ma appena inizia la rampa in salita la

velocità fune diminuisce fino al 60% di quella dell’aliante

a fine rotazione, continuando a ridursi durante la salita

per essere del 35/40% a fine salita.

Se i tamburi sono più di uno, per il lancio si usa un solo

tamburo per volta. Esauriti i singoli lanci si svolgono

tutte le funi contemporaneamente con un evidente

risparmio di tempo.

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1 3 Trasmissione

La trasmissione del moto è ottenuta attraverso un

sistema di frizione cambio che permette una applicazione

graduale della potenza al tamburo.

Il cambio può essere idraulico o meccanico.

1.4 Captatore, Ghigliottina, Distributore

Il captatore è il punto in cui entra o esce la fune per

essere avviata al tamburo. E’ munito di rulli per ridurre

l’attrito della fune e permette una presentazione di fune

sotto qualsiasi angolo rispetto al piano verticale parallelo

all’asse del tamburo.

Captatore Ghigliottina

Distributore

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La ghigliottina serve per tranciare la fune nelle

emergenze. E’ composta di due lame, una fissa e una

azionata da una molla normalmente compressa. Il comando per tranciare è una leva che libera la molla di

azionamento della lama. La ghigliottina è collaudata

tranciando contemporaneamente tre funi.

Il distributore è un meccanismo che permette, durante

l’avvolgimento, il regolare sovrapporsi in spire parallele

della fune nella gola del tamburo.

1.5 Fune

La fune di lancio è composta da fili di acciaio (trefoli) avvolti a elica. Ha un diametro di 4,2 mm e pesa 7Kg/100

m. La fune deve avere un carico di rottura generalmente

superiore ai 1000 Kg. Le sollecitazioni meccaniche della

fune sono di vario genere come trazione, flessione,

torsione, taglio e usura per attrito.

Basti pensare: che si avvolge e si svolge su un tamburo,

che le spire sul tamburo si accavallano e subiscono

pressioni e attriti tra di loro, con le pareti del tamburo,

con i rulli del captatore, che quando lavora in trazione i trefoli vengono sospinti gli uni contro gli altri e si

frizionano tra loro, che riceve colpi di frusta con

formazione di piegature a “otto” o ad “anello, che è

trascinata sul suolo sui sassi, la sabbia, l’asfalto. Una

fune di lancio può subire usure che la portano alla

rottura. La vita della fune dipende dal numero dei lanci,

dalla natura del suolo e dal modo con cui è trattata.

Segue un breve elenco di regole di buon trattamento della

fune.

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a - La fune deve essere svolta in modo rettilineo

b - Durante lo svolgimento il tamburo non deve essere

frenato violentemente.

c - Attacco sul veicolo recuperatore deve essere in

posizione elevata.

d - All’attacco al veicolo recuperatore si deve interporre

la girella. per permettere alla fune di perdere torsioni

indesiderate.

e - Il recupero deve essere fatto dopo aver sganciato il terminale dalla fune.

f - Durante il recupero contemporaneo di più funi, gli attacchi al veicolo devono essere distanziati tra loro

di circa due metri.

g - Prima di arrestarsi il recuperatore deve rallentare in

modo graduale. le partenze devono essere lente e

progressive.

E’ molto utile che il recuperatore sia in contatto telefonico

con il verricellista per permettere tempestivi arresti quando sorga la necessità di districare problemi di fune.

Quando si rompe la fune occorre interrompere i lanci,

rintracciare gli spezzoni, recuperare la fune fino al verricello per impedire l’intreccio con altre funi. Le

riparazioni possono essere fatte mediante impalmatura

dei trefoli o mediante unione con n. 3 piombi di rame di 4mm sovrapponendo cm. 35 di cavo (durata circa 100

lanci).

1.6 Equipaggiamenti della fune

La fune è collegata all’aliante per mezzo di un “terminale”

composto dai seguenti elementi:

- un paracadute

- uno shock absorber (utile, ma facoltativo).

- un cavo di sicurezza.

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1.6.1 Paracadute

E’ collegato alla fune per mezzo di un moschettone di tipo

Tost a manicotto che può essere aperto senza uso di

attrezzi e agevolare il distacco del paracadute:

E’ indispensabile. Non è consentito effettuare verricellate

senza il paracadute per fune. Permette di guidare il

riavvolgimento della fune con sicurezza. Aumenta

sensibilmente la vita della fune e protegge il motore dal fuori giri. Ha un diametro di 1,30 m, pesa 2,14Kg, è in

tessuto acrilico colorato per una buona visibilità.

Un cavo di acciaio lo attraversa per consentire la

conduttività elettrica tra verricello e aliante.

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1.6.2 Shock absorber

Ha la funzione di ridurre gli sforzi sul gancio, sulla

fune e sugli attacchi alari.

E’ costituito da una fune elastica del diametro di 12

mm rivestita da una guaina di PVC che la protegge

dalle abrasioni E’ lunga 1,50 m e pesa 840 g.

E’ collegata al cavo di sicurezza per mezzo di un

moschettone Tost.

1.6.3 Cavo di sicurezza

Riduce il pericolo che l’aliante resti impigliato alla fune

se, per slancio dinamico oltrepassi la fune durante il primo movimento. E in sostanza una fune irrigidita da

una guaina spessa che impedisce la formazione di anelli.

E’ lunga 5 m e termina verso l’aliante con il paio di anelli di aggancio, mentre verso lo shock absorber porta la

piastrina di sicurezza che ha un anello singolo per il moschettone Tost. Quando si debbano lanciare alianti di peso diverso con la stessa fune è conveniente disporre sul

cavo di sicurezza, a ventaglio, le piastrine relative ai diversi pesi che possono essere agevolmente

intercambiate sul moschettone.

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Le piastrine di sicurezza hanno la funzione di proteggere

l’aliante da sovraccarichi rompendosi prima che questi siano raggiunti. Piastrine con diversi carichi di rottura

permettono di adattare il terminale della fune al peso

dell’aliante.

La piastrina deve

essere sostituita dopo 200 lanci o quando presenta segno

di danno. Un sistema di riserva consiste nel collegare due

piastrine; una normale con fori circolari più una di riserva con i fori ovali. Lavora solo la normale, ma se

questa dovesse rompersi per cause accidentali, la riserva

sopporterebbe il carico o si romperebbe se il carico di rottura fosse stato superato. Un manicotto protettivo è

utile contro le deformazioni da urti.

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1.7 Cabina di comando

Nella cabina di comando sono a disposizione del verricellista gli strumenti di controllo del motore e del tamburo, i comandi per

azionare il motore e la trasmissione, per regolare i giri del tamburo e per azionare la ghigliottina. La cabina deve

essere protetta da eventuali effetti frusta nel caso di

rottura della fune per mezzo di griglie o schermi trasparenti. Alla cabina è annessa una lampada a luce

gialla in posizione tale che sia visibile dall’aliante quando

è al punto di lancio per segnalare che il verricello è in

funzione. La lampada si accende automaticamente

quando si avvia il motore. Il verricellista deve avere la

possibilità di comunicare via radio con il pilota sulla

stessa frequenza del traffico aeroportuale.

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Cabina comando

Leve

Innesto tamburi

Leva

acceleratore

Leve freno

tamburi

Innesto frizione

motore

FASI DI LANCIO AL VERRICELLO

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CAPITOLO 3

L’IMPIEGO OPERATIVO DEL VERRICELLO

1. Installazione

Il sito dove si installa il verricello deve avere le seguenti caratteristiche:

- lontano da ostacoli pericolosi in caso di impatto con la

fune

- visibilità completa nel settore interessato dal lancio

- allineato il verricello nella direzione del lancio lo si fissa

al terreno mediante abbassamento delle gambe di sostegno e si procede alla messa a terra piantando nel terreno i fittoni collegati al cavo di massa.

Il sito del verricello deve essere recintato efficacemente

per un raggio da 5 a 10 metri mediante paline e nastri o

reti per tenere lontani gli estranei.

Si eseguono le ispezioni prima delle operazioni nel seguente ordine:

1) Ispezionare i principali elementi del verricello per danni

derivanti dall’uso o dal trasporto.

2) Effettuare la manutenzione giornaliera e le procedure

di lubrificazione secondo le istruzioni e controllare la

riserva di carburante.

3) Controllare l’efficacia della ghigliottina (annualmente) 4) Controllare i livelli dell’olio.

5) Controllare il livello del refrigerante.

6) Controllare la libertà di rotazione dei rulli 7) Controllare il funzionamento della radio.

2. Messa in servizio

2.1 Messa in moto e riscaldamento

Eseguirli prima di svolgere il cavo.

2.2 Svolgimento della fune

Dal modo con cui la si svolge dipende in buona misura la

vita della fune.

L’operazione di svolgimento e’ eseguita correttamente

esercitando una opportuna azione frenante sui tamburi.

Evitare gli strappi e non superare la velocità’ di 40 Km/h

Particolare cura deve essere posta nei rallentamenti

evitando le frenate.

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2.3 Preparazione per il lancio

Solo dopo che il pilota ha effettuato i controlli pre-decollo

come per un volo acrobatico, e il controllo dello spazio

circostante e del cielo campo, dietro sua richiesta, si connette la fune al suo equipaggiamento e si procede

all’aggancio dell’aliante facendo bene attenzione alla

scelta della piastrina adatta al peso dell’aliante. (Vedi 1.6.3.).

Il cavo di sicurezza deve essere ben steso davanti

all’aliante, ed il paracadute libero senza essere attorcigliato.

2.4 Comunicazioni ottiche e radio

Il lancio inizia dal momento in cui, dopo che l’operatore si

e’ portato all’estremita’ dell’ala, vengono fatte la seguenti segnalazioni:

Ottiche: l’ala e’ sollevata e poi rimessa a terra.

Radio: le comunicazioni devono essere concise e sempre

le tesse.

Pilota: “VERRICELLO DA I -IVWR TENDERE IL CAVO’

Verricellista : VERRICELLO TENDE IL CAVO

Pilota, quando la fune e’ tesa, fa sollevare l’ala da terra e

dice: ‘CAVO TESO PRONTI’

Verricellista: “VERRICELLO LANCIA".

Nota: Se in un momento qualunque e’ necessario

interrompere la sequenza del lancio, il pilota deve essere

pronto a sganciare. In questo caso la comunicazione da

fare e’ :‘VERRICELLO STOP’.

3. Il lancio

3.1.Corsa di decollo

Contrastare la tendenza a cabrare dell’aliante in modo

che la rotazione sia iniziata solo dopo il distacco da terra.

3.2 Rotazione

La rotazione deve essere effettuata con progressività’, in

modo da raggiungere l’angolo di rampa caratteristico

della salita a massima prestazione non prima di aver

raggiunto una quota di sicurezza (non meno di 30 m)

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3.4 Salita

Durante la salita controllare l’assetto e la velocità’.

L’assetto e’ controllabile guardando di lato, e soprattutto

nella seconda parte della salita si deve contrastare la

tendenza dell’aliante ad abbassare il muso.

Non permettere di superare i limiti massimi di velocità’

riducendo opportunamente l’angolo di rampa.

In caso di eccesso di velocità’ non controllabile, a quota di sicurezza, sganciare.

3.5 Sgancio

Se il lancio e’ regolare lo sgancio avviene

automaticamente al culmine della traiettoria.

A questo punto il pilota conferma lo sgancio (o lo provoca

se non gia‘ avvenuto) tirando a fondo corsa il pomello di sgancio.

In questa fase la tendenza dell’aliante ad abbassare il muso si fa netta e non deve essere contrastata.

3.6 Azioni del verricellista

Al culmine della traiettoria toglie potenza per provocare lo

sgancio.

Deve essere pronto a ridare potenza per recuperare

correttamente la fune e evitare un fuori giri del motore.

Il recupero deve essere condotto in un tempo ridotto

quando in presenza di vento laterale c’e’ il rischio che il paracadute cada troppo lontano dalla linea di lancio.

Nel recupero della fune, quando il paracadute striscia sul suolo, porre attenzione per evitare di danneggiarlo.

3.7 Vento al traverso

E’ possibile effettuare lanci quando la componente del

vento al traverso non supera il limite di certificazione

dell’aliante (per l'ASK 21 e’ di 8 Kts).

In questo caso il pilota deve mantenere la linea di lancio

con le ali livellate e un opportuno uso della pedaliera.

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CAPITOLO 4

EMERGENZE

1. Interruzione improvvisa del lancio

Può avvenire in qualunque istante del lancio per una

delle seguenti cause:

a) sgancio accidentale dovuto a comando involontario o

difetto di aggancio

b) rottura della piastrina di sicurezza

c) rottura della fune.

1.1 Per il verricellista:

Lo sgancio accidentale e la rottura della piastrina

lasciano il paracadute collegato con la fune. Pertanto il verricellista può riavvolgere la fune con procedura

normale tenendo conto solo dell’altezza a cui è avvenuto

lo sgancio. Il verricellista dovrebbe notare il punto dove e’ caduto lo spezzone di fune.

Se la fune si rompe prima del paracadute, il verricellista

deve decelerare progressivamente poi frenare evitando

azioni brusche che potrebbero provocare problemi di

avvolgimento sul tamburo.

1.2 Per il pilota:

Qualunque sia la causa dello sgancio improvviso le

manovre di emergenza immediate sono due: la

diminuzione di assetto con barra decisamente avanti (per

ridurre l’angolo di incidenza e mantenere la velocità) e

azionare a fondo e ripetutamente il pomello di sgancio per

liberarsi dell’eventuale spezzone di fune rimasta

agganciata.

Ricordiamo che il punto critico è al termine della

rotazione dove si ha il massimo angolo di rampa a una

altezza tra i 30 e i 50 metri.

In ogni caso assicurarsi che la velocità raggiunga il valore

di circuitazione (1,5 Vs.) con le ali livellate. Poi, in

funzione dell’altezza rimasta, del vento, degli ostacoli,

decidere il percorso da seguire per l’atterraggio.

Tener presente che, dopo aver raggiunti 20 metri dal suolo, aprendo i diruttori, in circa trecento metri l’aliante

si può’ arrestare agevolmente.

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2 Malfunzionamento del motore del verricello

E’ impossibile continuare il lancio

2.1Per il verricellista:

Comunicazione: ‘SGANCIA’

2.2 Per il pilota:

Non appena avverte la diminuzione di trazione riduce

l’angolo di rampa e sgancia.

3 Procedure anormali

3.1 Imbardata superiore a 15° dalla linea della fune:.

Sganciare immediatamente.

3.2 Una semiala tocca terra:.

sganciare immediatamente.

3.3 Situazione di pericolo con altro traffico:.

prestare attenzione alle comunicazioni radio relative al traffico aeroportuale per essere preparati ad evitare

conflitti di traffico durante il lancio.

3.4 Mancato sgancio

Se l’aliante si approssima alla verticale e non e’ ancora

avvenuto lo sgancio, il verricellista deve portare la mano

sulla leva trancia cavo, ed appena l’aliante ha superato la

verticale del verricello deve tranciare la fune.

Il pilota dovra’ tener conto della presenza di una

lunghezza di fune di lunghezza maggiore della quota

raggiunta. Pertanto l’avvicinamento dovra’ essere molto

ripido cercando di evitare gli ostacoli.

Se il pilota intende sganciare per qualunque motivo e lo

sgancio non riesce, ordina al verricellista di tranciare la

fune con una sola parola: “TRANCIA!”

Se le condizioni di sicurezza lo consentono e’ preferibile

tentare di provocare la rottura della piastrina.

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APPENDICI

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APPENDICE A

Ceck list del verricellista

Check list prima della messa in servizio del verricello.

1) Messa a terra: Controllare i collegamenti

2) Tamburi, rulli, guide: Ispezionare per danni o difetti.

controllare la libertà di rotazione

3) Livello carburante: Controllare e annotare la.

quantità’ sul modulo di accettazione del verricello.

4) Livello dell'olio: Controllare

5) Livello del refrigerante: Controllare

6) Cabina di comando: Controllare protezione.

strumenti. funzionamento

della radio e del faro.

Dopo aver effettuato questi controlli il verricellista appone

data e firma sul modulo di accettazione del verricello.

Poi procede alla messa in moto.

7) Messa in moto e riscaldamento:Eseguire prima di svolgere la fune

DATA STATO DI EFFICIENZA BENZINA FIRMA

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APPENDICE B

Procedura per l'impiego di due funi.

Quando l'attività di volo è effettuata con l'impiego di due

tamburi ferme restando le istruzioni riguardanti l'impiego

operativo del verricello (Capitolo.3 pag.____) si deve attuare la

seguente procedura:

1- Sistemazione di punti fissi di riferimento in linea di volo.

Devono essere stabiliti ed evidenziati il punto di decollo

dell'aliante (inizio della linea di volo), il punto di arrivo della

macchina del recuperatore, i punti di deposito dei terminali delle funi, i punti di deposito dei paracadute

(equipaggiamento della fune).

Questi punti possono essere evidenziati per mezzo di marcatura con polvere di gesso sull'erba o, dove

conveniente, con bandierine colorate infisse nel terreno.

2 - Svolgimento delle funi.

Lo svolgimento delle funi deve avvenire con la macchina

attrezzata con una barra orizzontale distanziatrice che

tenga i cavi distanti tra loro almeno quanto lo sono i

tamburi del verricello. E' importante che la macchina

proceda il più possibile in linea retta verso il punto di decollo per essere sicuri che le funi restino distanziate tra

loro.

Per lo stesso motivo la macchina deve decelerare

dolcemente iniziando alcune decine di metri prima del suo

arresto.

3 - Sistemazione dei terminali delle funi e dei loro

equipaggiamenti.

Sul campo della Comina i lanci si effettuano nella direzione

nord - sud con la linea di volo a sinistra in testata sud e a

destra in testata nord, sulla pista 36sx o 18dx

30

Dopo lo svolgimento, la fune a ovest sarà depositata sul

punto marcato davanti al punto di lancio, in quanto sarà la

prima ad essere usata. La seconda fune, quella a est, sarà

tirata a mano e depositata sul punto marcato a questo

scopo ad una quindicina di metri più a est.

I punti di deposito hanno la funzione di standardizzare le

distanze e le posizioni, ma facilitano anche di molto il ritrovamento dei terminali tra l'erba.

I paracadute saranno depositati in ordine e con i cavi

arrotolati sul loro punto di deposito posto ad un paio di metri dietro la coda dell'aliante primo a partire e non

saranno mai agganciati alla fune prima che l'aliante sia

pronto per il decollo. Con questa procedura la fune che sarà

usata per seconda è tenuta lontana dalla zona percorsa

dall'aliante in partenza e da quella percorsa dagli alianti

che vengono avvicinati alla linea di volo evitando

pericolosissime interferenze.

4 - La Linea di Volo.

Gli alianti devono partire sempre dallo stesso punto, quindi vanno allineati e fatti avanzare a mano a mano che

partono. Quando il primo aliante è in posizione e pronto, si

procede all'aggancio della fune depositata di fronte al punto

di lancio. Il verricellista sa che deve azionare per primo il tamburo a ovest. In questo modo sono evitate le confusioni

che potrebbero essere originate da comunicazioni mal interpretate. Dopo il primo lancio la macchina del recuperatore riparte verso il verricello, un secondo aliante

viene portato al punto di lancio, la fune a est viene

ridepositata sul punto di deposito davanti al punto di lancio, il verricellista, dopo il recupero della prima fune,

prepara il secondo tamburo a est e le operazioni proseguono con questa sequenza automaticamente. Il secondo lancio deve comunque essere iniziato solo dopo che

la prima fune sia stata completamente recuperata. Solo in

questo modo, infatti, si può essere sicuri che non si siano

verificati accavallamenti tra la fune in caduta e quella

stesa al suolo. Concluso il secondo lancio, dopo il recupero

della fune, il recuperatore prepara la sua macchina per lo

svolgimento delle funi come al punto 2. E si continua in sequenza.

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APPENDICE C

Personale addetto ai lanci

1. Il coordinatore dei lanci.

Il coordinatore dei lanci al verricello, come definito dalle

norme ministeriali, è il titolare e l'unico responsabile della

corretta programmazione ed esecuzione dei lanci. La

qualificazione gli viene conferita dal Direttore della Scuola,

che ne fa dovuta comunicazione alla DGAC, dopo un

periodo di addestramento sotto il controllo di un

coordinatore dei lanci già qualificate che esprimerà il

proprio parere al termine del corso.

L'addestramento consiste in almeno cento verricellate in

dieci sedute.

2. Il verricellista.

Il verricellista è l'operatore qualificato del verricello durante

l'attività di volo.

Esegue lanci autonomi seguendo le disposizioni impartite

dal coordinatore dei lanci.

La qualificazione gli viene conferita dal Direttore della

Scuola in base alle norme ministeriali e dopo un

addestramento comprendente non meno di trenta lanci in

cinque sedute.

3. Il recuperatore.

Il recuperatore della fune ha il compito di raccogliere la

fune e i suoi equipaggiamenti dopo ogni lancio e di riportarli nella maniera corretta al punto di lancio.

Egli deve conoscere perfettamente le caratteristiche della

fune e le procedure di recupero, oltre a quanto di sua

competenza è contenuto nel Manuale.

Prima di operare autonomamente il recuperatore deve

superare un periodo di addestramento sotto il controllo di un recuperatore esperto che ne giudichi la sicura

preparazione.

32

APPENDICE E

Programma del corso per allievi verricellisti.

1. Scopo.

Il corso ha lo scopo di preparare gli allievi verricellisti per la

qualificazione richiesta dalla normativa ministeriale

41/1340/AM.2/8.

Il corso si volgerà sotto la responsabilità e il controllo del Coordinatore dei lanci.

La qualifica sarà conferita dal Direttore della Scuola che

invierà alla DGAC comunicazione prima dell'inizio del corso, e verbale di qualifica a fine corso contenente i nominativi dei nuovi verricellisti.

2. Ammissione al corso.

Sono ammesse al corso le persone che lo richiedono, che

abbiano compiuto i 17 anni e che siano conosciute dalla

Scuola per la loro idoneità psicofisica alla particolare

attività di lancio. Inoltre l'allievo deve possedere uno dei seguenti requisiti:

- essere in possesso di licenza di pilota di aliante, anche non

in corso di validità;

3. Programma di istruzione.

a) Parte teorica:

-Studio del manuale del verricellista

-Norme di sicurezza relative alle azioni connesse con i lanci -Principi di funzionamento del motore a scoppio,

inconvenienti e rimedi.

-Schema e principi costruttivi del verricello.

-Caratteristiche della fune; svolgimento, manutenzione e

riparazione della fune

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b) Parte pratica:

-Esecuzione reale di messa in servizio del verricello.

-Addestramento al lancio in almeno 5 sedute per un

minimo di 30 lanci sotto il controllo del coordinatore dei lanci o di un verricellista esperto incaricato dal coordinatore. (Per l'allievo non pilota il minimo dei lanci è di

100)

c) Qualifica

Al termine del corso l'allievo che ha dimostrato buona

conoscenza della parte teorica eseguirà tre lanci autonomi

alla presenza del coordinatore dei lanci.

Sentito il parere favorevole del Coordinatore dei lanci, il Direttore della Scuola invierà alla DGAC la comunicazione

della qualifica del verricellista che costituirà il documento

di idoneità valido fino a revoca e consentirà al verricellista

di operare nell'ambito della Scuola con il verricello su cui

ha ricevuto l'istruzione.

Prima di operare con un nuovo tipo di verricello o presso

una Scuola diversa, il verricellista deve ricevere la

necessaria istruzione.

La revoca della qualifica può essere fatta per gravi motivi dal Direttore della Scuola dietro parere del Coordinatore dei

lanci