Il "Metodo del consenso"

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Consenso: dal latino consensus, pp di consentire, concordare.

E’ una prassi, non una teoria.

Metodo morbido per gruppi forti. Più lenti, più dolci, più profondi.Duri col problema morbidi con le persone

Il singolo non viene schiacciato dal gruppo. Il gruppo non viene bloccato dal singolo.

Passare dal percepire LA DISCUSSIONE COME UNA GUERRA al viverla COME UNA DANZA.

Metodo della non violenza: è strano, difficile, rivoluzionario.

Coerenza tra metodi ed obiettivi.

Coerenza tra qualità dell’organizzazione interna ed azione esterna.

I mezzi contengono il fine.

Contemporanea attenzione ai contenuti e ai modi.

Premesse inconsapevoli (emozioni, sentimenti, sensazioni).

Primato del bene collettivo del gruppo su interesse personale.

Efficienza coniugata alla soddisfazione personale.

Passione: piacere e dolore.

Dentro di sé si sente che, al di là di ogni calcolo, ne “vale la pena”. Quell’ “al di là di ogni calcolo” è esattamente ciò che viene chiamato fiducia.

Il successo non è dato solo dal raggiungimento degli obiettivi, ma da quel che si diventa raggiungendo o meno quegli obiettivi.

Le decisioni emergono.

Valutazione costante del processo

Processo partecipativo:• creatività• ascolto differenze di pensiero• ascolto di tensioni emotive• fiducia• sostenibilità globale• responsabilità • efficacia sul piano pratico

Presupposti:• mantenimento della parola

• linguaggio (mappe mentali)

• disciplina e rispetto

• non esiste la soluzione giusta, solo quella migliore per quel gruppo

 

Alcune specificazioni• Accordo – Disaccordo = piano

dei contenuti• Consenso - Dissenso = include

la relazione

Il disaccordo deve venir fuori chiaramente, sennò c’è consenso formale e non sostanziale.

Fiducia: in se stessi e negli altri

accettare di stare dentro una relazione

si esprime con un “io credo”, perciò contiene sempre un che di indimostrabile

Fiducia: volontà di esaminare i propri

atteggiamenti non è ottimismo, non è la

convinzione che prima o poi si avrà successo, ma è la certezza che ciò che si sta facendo ha un senso

fiducia nel processo, nel cammino insieme

DIAGRAMMA ACCORDO/FIDUCIA

| fiducia | A | B |disaccordo -----------|------------accordo | D | C | | sfiducia

• Essere in disaccordo sui contenuti e in accordo sulla relazione.

• Essere in accordo nel non essere d’accordo (“we agree to disagree”).

Incontro/scontro delle differenze

Disaccordo/Conflitto Conflitto: CUM FLIGERE (FLICTUS: percussione, collisione) =

urtare una cosa con un’altra

Disaccordo/Conflitto genera frustrazione, disagio psicologico

Pericolo: l’accordo appiattisce per spegnere il conflitto

Per ridurre il disagio psicologico che il disaccordo provoca, i membri di un gruppo possono cercare il consenso tendendo all’adattamento con l’opinione della maggioranza anche quando tale opinione è ai loro occhi palesemente errata. Coloro che la pensano diversamente rinunciano a portare la loro diversità per timore di rompere la coesione, la pace, l’armonia. Infatti la diversità è la base della ricchezza, ma (per questo) è anche la base del conflitto. Questa è la ragione per cui il conflitto e la sua creativa gestione è così importante nel mc. Il consenso viene dopo il conflitto, non prima, poiché esso è esattamente il risultato della trasformazione costruttiva del conflitto. Naturalmente non sempre la diversità di opinioni (disaccordo) genera conflitto, e quindi non sempre è necessario attraversare il conflitto per arrivare al consenso; ma se il conflitto arriva (sono le tensioni emotive che ne segnalano la presenza certa) il puntare all’evitamento del conflitto impedisce di sicuro l’emersione (concepimento) del consenso.

• Conflitto visto come opportunità di esplorazione di forza e debolezza delle decisioni

• Incoraggiare l’emergere del conflitto

• Prendere una decisione col mc richiede tempo maggiore, ma una volta presa, la sua attuazione potrà avvenire tempestivamente

Il gruppo nel suo insieme accetta le decisioni:•liberamente•responsabilmente•creativamente

No perfezione, ma averci provato dà FIDUCIA

Equilibrio tra due estremi:

1- ricerca esagerata dell’unanimità

2- troppa velocità nel decidere (leader)

Tre fasi per prendere decisioni:

permettere a tutti di dire il proprio punto di vista

identificare i problemi esplorare soluzioni

Accettazione• Sono d’accordo e ovviamente accetto

una certa decisione

• Sono d’accordo parzialmente o non sono d’accordo ma l’accetto COME GRUPPO, quindi mi adopererò comunque in prima persona affinché quella decisione diventi fattiva

Non minoranza che capitola ma comunicazione tra minoranza e maggioranza

Stare da parte

• Non sono d’accordo o sono d’accordo parzialmente, non ostacolo il prendere quella decisione come gruppo, ma NON mi adopererò in prima persona nell’attuazione di quella decisione

Stare da parteApertura e chiarezza, non disimpegno sommerso (= boicottaggio).Dichiarazione del perché.Rifondare il patto.Accettazione a determinate condizioni.La maggioranza accetta tali condizioni?

Blocco• Quaccheri = filtro contro

derive fanatiche e carisma dei leaders

• Gruppo accetta obiezioni minoranza e non prende quella particolare decisione

Blocco• Atto serio non dettato da

personalismi o avversione

• Richiede maturità e fiducia

• Non è minoranza che blocca, ma gruppo nel suo insieme

Blocco

• Non potere di veto (anche se gli assomiglia)

• Risentimento nel gruppo: maggioranza si sente oppressa da minoranza che si impone

Blocco. Legittimazione Se ci sono obiezioni, non può essere un

individuo singolo (o poche persone) a determinare se un’obiezione è legittima o no e se tale obiezione può impedire l’adozione di una decisione.

Se l’obiezione non è basata sui fondamenti, o è in contraddizione con una precedente decisione, non è fondata per il gruppo e, di conseguenza, non in sintonia.

Blocco. Disfattismo• Un atteggiamento disfattista non può

essere tollerato

• Questo processo non può prevenire un comportamento apertamente disfattista. Può invece prevenire il disfattismo nascosto e la manipolazione disonesta del processo.

• E' meglio che ogni problema o preoccupazione venga espressa con modalità che lascino aperta la possibilità di trovare una soluzione.

Il MC dà effettivamente un grande potere al singolo (a ogni singolo indistintamente!) perché ne riconosce il valore, la dignità, l'unicità. Ma il singolo può bloccare il gruppo solo se riesce a mostrare la validità della sua opposizione, cioè che la decisione che si sta per prendere è veramente dannosa per il gruppo e/o in contrasto con i suoi principi fondanti. Se il gruppo riconosce la validità dell'opposizione allora la decisione può essere bloccata. In assenza di ciò abbiamo un "problema non legittimato", dove la parte avversa non può mai bloccare la decisione del gruppo (potere di veto), a meno che il gruppo non abbia altre ragioni per farsi bloccare.

Di conseguenza alla parte avversa viene rimandata la responsabilità di decidere cosa fare, possibilmente dichiarandolo in termini chiari ed espliciti. Dunque, perché il MC funzioni bene, il singolo deve riconoscere e accettare il potere del gruppo nel determinare quali problemi possono essere risolti, quali necessitano di più attenzione, e quali bloccano la decisione: la trappola del veto sta nell'essere incapaci di riconoscere i limiti del potere individuale! Il singolo ha il potere e la responsabilità di sollevare i problemi; il gruppo ha il potere e la responsabilità di riconoscerli e risolverli.

• Chi non accetta la proposta può chiedere il rinvio della decisione.

• Con la non accettazione dovrà dichiarare cosa intende fare, cioè se acconsentire o meno, ed eventualmente a quali condizioni.

• Non accettazione finale = manifestazione di dissenso radicale (fortissimo disaccordo sul piano dei contenuti e forte sfiducia verso i membri del gruppo)

Anche separazioni ben gestite hanno valore.

Blocco: fare proposta concreta alternativa su

come continuare processo decisionale:

• aggiornarsi• fare ulteriori passi• chiarire il clima emotivo• cercare soluzioni più soddisfacenti• abbandono

Passaggio a votazioni a maggioranza

Chiarezza iniziale Non per esasperazione (= cattiva

gestione) Forme ibride In casi di urgenza (riconoscimento di

tutti dell’urgenza) Quando si decidono azioni Numero elevato di presenti

Paure e problemi che si imparano a gestire col tempo:

• Paura del conflitto • Paura che se si dà spazio, si parli e

straparli senza arrivare da nessuna parte

• Non sapere che fare in caso di persistenza di disaccordi e tensioni

• Rischio di dare la parola a chi non la sa usare

• Paura del blocco

• Considerare il mc come ESPERIENZA FORMATIVA ED EDUCATIVA

• Sentiero sconosciuto, percorso aggrovigliato

• Sviluppo della sensibilità

• IL CAMMINO SI APRE CAMMINANDO

Alcuni accorgimenti utili:• Chiedere alla minoranza di far cambiare

idea alla maggioranza

• Chiedere alla minoranza di riassumere nella sostanza la proposta della maggioranza

• Rispecchiamento (credenze)

• Modifica della formulazione iniziale

• Maggioranza e minoranza sono masse fluide in movimento

Alcuni accorgimenti utili: Sospensione definendo il

percorso

Tener conto della frustrazione di decidere di non decidere

Facilitatore Facilitazione diffusa (se pochi)

Alcuni accorgimenti utili:Interrompere chi parla: se ripetitivo se insiste se sminuisce per riformulare chiarendo per sintetizzare

Alcuni accorgimenti utili: Darsi dei tempi

Il mc prevede una struttura predeterminata, seppure flessibile

Evitare il più possibile il dibattito, cioè non commentare le valutazioni altrui

Dare risposte a ogni perplessità

Alcuni accorgimenti utili:• Rimandare decisione a una commissione che

includa tutti i punti di vista

• Scandagliare i bisogni in gioco

• Saper stare nel disagio e comunicarlo se necessario

• Verificare la volontà di continuare a camminare e sperimentare insieme

• Discussione in piccoli gruppi

• Scomposizione in sottopunti

Alcuni accorgimenti utili:• Una persona può chiedere aiuto al

gruppo per superare limiti e difficoltà

• Chiarezza su chi sono i soggetti che hanno diritto a partecipare al processo decisionale

• “Peso” della rappresentanza: distinguere livelli di competenza e forse definire diversi luoghi decisionali (eventualmente “cerchi equivalenti”)

Alcuni accorgimenti utili:• Formulare riserve e

raccomandazioni che vengono messi agli atti

• Chiarezza nella formulazione delle decisioni, possibilmente scritte

• Evitare di dire: “C’è consenso?” “Siete tutti d’accordo?”, ma “Ci sono ancora problemi?”

Verifica formale del consenso. Esempio di prassi adottata:

Arrivati al punto del processo decisionale dopo la discussione:

• Ci sono membri che per ragioni molto gravi sentono di non poter accettare che il gruppo assuma la proposta oggetto di decisione?

• Ci sono membri che accettando che l'assemblea assuma la proposta (consenso) intendono “stare da parte”?

• Ci sono membri che accettando che l'assemblea assuma la proposta (consenso) intendono esprimere e mettere a verbale le loro note o raccomandazioni, le quali diventano parte integrante della decisione finale?

TAVOLA DEI DIRITTI A) dichiarazione dei diritti di ogni

partecipante.

1. Io ho il diritto di essere trattato con rispetto. Così gli altri.

2. Io ho il diritto di avere ed esprimere opinioni e sentimenti. Così gli altri.

3. Io ho il diritto di essere ascoltato e preso seriamente. Così gli altri.

4. Io ho il diritto di dire "no" senza sentirmi in colpa. Così gli altri.

5. Io ho il diritto di chiedere ciò di cui ho bisogno. Così gli altri.

6. Io ho il diritto di cambiare opinione. Così gli altri.

B) ORIENTAMENTI PER UNA COMUNICAZIONE COSTRUTTIVA

1. Ascoltare attivamente, e verificare se abbiamo capito veramente quello che gli altri volevano dire, e viceversa.

2. Fare attenzione non solo ai contenuti, ma anche ai sentimenti espressi.

3. Distinguere le persone dai problemi e dalle loro azioni: evitare di attribuire intenzioni agli altri e di giudicarli, attenersi ai fatti e ai comportamenti.

4. Essere precisi ed evitare le generalizzazioni.

5. Usare messaggi "io" di confronto costruttivo.

C) ORIENTAMENTI PER COOPERARE NEL CONFLITTO

1. Passare dalla visione "me contro te", al "Noi".

2. Passare dalle "prese di posizione" agli Interessi e Bisogni in gioco.

3. Concentrarsi invece che sul Passato, sul Presente e sul Futuro.

4. Passare dall'Impossibile al Possibile. 5. Passare dalla Colpevolizzazione

all'assunzione di Responsabilità.